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Le cronache locali da anni  ci “sparano” nuove strutture mai realizzate

Bravissimo Ricci, che bella notizia

quando l’extra-lusso diventa realtà

Lo scampato pericolo di Villa Hanbury trasformata in “B&B”, parco e piscina


Antonio Ricci

Alassio – Questa volta è cronaca turistica vera. Niente illusioni o manipolazioni. Propaganda a buon mercato, per compiacere.

E’ la storia di una bellissima notizia. Per un’atmosfera da favola, tra sogno e realtà. Questa volta Alassio può fregiarsi e vantare di essere uscita vittoriosa nello scontro con la potente macchina dei palazzinari e dei “mattonifici”; beneficiari di ciò che il potere di turno, consente, acconsente. Un dna perverso che ha fatto scendere ai minimi livelli il bene collettivo e il senso di onestà. Col rischio di minare alle radici una ricchezza primaria: tutela dell’ambiente e delle sue bellezze naturali, l’industria del turismo (non quella effimera, o da mordi e fuggi).

Antonio Ricci, il cittadino savonese più popolare in Italia, ha “regalato” alla sua Riviera un “bed and breakfast” extra-lusso.  Sarà un successo. Forse un battipista.  Una struttura favolosa, simbolo storico, di perfetta architettura,  rischiava di essere inghiottita da voraci “magna magna”, amici degli amici.

L’articolo-anteprima di Angelo Fresia, su La Stampa (vedi…) del 7 ottobre 2009, riempie il cuore di gioia a chi da anni segue la “fuga” dall’attività alberghiera. La trasformazione di centinaia di vecchie dimore (sventura che ad Alassio ha avuto il suo apice in una sessantina di casi) in alveari più o meno piacevoli, signorili. Ogni centimetro vale oro, è prezioso.

Hanno divorato ogni fazzoletto di verde, con la scomparsa di orti e giardini, alberi. Estinti sotto l’ingordigia del denaro facile. Ci rimangono le vecchie, nostalgiche cartoline.

La Caporetto alberghiera può iscrivere sul libro nero la chiusura e trasformazione di 450 strutture (escluse le pensioncine in condomini) nelle province di Savona e Imperia. La perdita di 5-6 mila posti di lavoro, di figure professionali qualificate provenienti dalle scuole alberghiere e linguistiche.

E nonostante gli ormai decennali sforzi, da “propaganda comunista”, di annunciare, ad orologeria, un cinque stelle li, un quattro stelle di lusso là (75-77 gli articoli nell’archivio dei giornali locali), non si vede mai un’apertura. Importante non far mancare la “buona informazione”. Viene persino il sospetto di un abile regia, utilizzata come fumo per un’opinione pubblica solitamente poco informata e spesso disinformata dai senza memoria.

A fronte di decine di annunci e titoloni finora, in provincia di Savona, due soli i nuovi alberghi realizzati. E non ci riferiamo a residence, né a ristrutturazioni o ampliamenti di attività esistenti che fortunatamente non sono mancati e semmai bisognerebbe dare più importanza ai benemeriti e coraggiosi operatori.     

Il “miracolo” compiuto a Villa della Pergola  e Villa Pergolino, più conosciute per “Villa Hanbury”, dovrebbe conquistare la prima pagina di giornali e televisioni liguri. Per un complesso di ragioni.

L’articolo descrive assai bene cosa rappresenta l’iniziativa e l’investimento che Antonio Ricci e soci hanno scelto di rendere noto. A cose fatte. Un modo serio di impegno civile, “imprenditorialità del fare” turismo.

Ci troviamo di fronte ad un qualificato punto di riferimento per l’intero ponente ligure, ad iniziare proprio da Alassio. La ricettività del neo B&B, situato sulla prima collina, conserva le caratteristiche di perfetta architettura di fine ‘800. Quando l’aristocrazia inglese colonizzò gli angoli più affascinanti  della nostra costa.

L’offerta è di dodici camere (tra prestige, suite e junior suite) con il nome di un personaggio legato alla storia delle ville alassine. Per oltre un secolo, dimore predilette di tre importanti famiglie britanniche: i McMurdo, i Dalrymple e Hanbury; per conservare alberi e piante del parco  impiegavano 14 giardinieri.

Ad Alassio altre  ville dei signori, dei borghesi finite senza pietà nel tritatutto della speculazione immobiliare. Tabula rasa, con rari superstiti, anche di alberghi e di stile liberty

Conservare gli orti liguri, il giardino, non è stato giudicato investimento redditizio per le generazioni presenti e future. Da poco illuminati e previdenti strumenti urbanisti, opera dell’uomo, della politica meno nobile, più misera di ideali.

Ha stravinto l’educazione civica della diffusa “rapallizzazione”. Alveari e mini alveari che, alla lunga, impoveriscono il tessuto urbano e periferico. Creano enormi divari tra abitanti e spazi comuni, infrastrutture comuni.

Hanno reso un non richiesto vantaggio a quelle aree in Italia e nel mondo che, invece, hanno saputo conservare la “valorizzazione dell’ambiente”, lo sfruttamento intelligente e razionale della risorsa turistica. Zone dove, pochi lo scrivono e la televisione popolare ignora, il numero degli esercizi alberghieri tradizionali, residence, agriturismo, B&B, è in costante crescita, ma soprattutto all’avanguardia con le richieste del mercato, con la qualità dei servizi, dell’offerta, delle strutture. Le presenze e gli arrivi, nonostante la crisi mondiale, sono aumentate  fino al 5-6 per cento.

La scelta di “Ricci imprenditore” di investire nel relais di charme non può essere attribuita solo all’ “amore per Alassio”. Al pericolo delle “mani su dimore storiche”. Si tratta di investitori ai quali non mancano possibilità di analisi e di proiezioni economiche. Il modello “bed and breakfast” di lusso in una riviera da turismo massificato offre semmai lo spunto a parecchie conferme e riflessioni.

L’hotel tradizionale ha costi di gestione altissimi e può resistere economicamente nel tempo se l’occupazione delle camere e la capacità di spesa del cliente fanno quadrare i bilanci, che significa utili netti d’esercizio. E non solo. Ricavi tali da generare percentuali non inferiori ai normali investimenti. Altrimenti non crea interesse neppure per le catene alberghiere con vocazione all’espansione.

In alternativa va benissimo questo tipo di accoglienza da “B&B”, tra l’altro farà la gioia dei ristoratori più capaci. Un’ottima iniezione per dare speranza ad alcuni esercizi commerciali che hanno tenuto duro sul fronte della qualità.

L’extra-lusso di Villa Hanbury si sposa benissimo con la forza del “dopo albergo”, dal golf all’equitazione, dalla nautica al tennis, dall’aeroporto al volo libero, allo sky diving, al diving immersioni. La finestra aperta di un entroterra tutto da scoprire, grazie al tunnel Alassio- Villanova.

L’home page del “realis” alassino ha qualche lacuna sull’informazione complessiva (del tipo manca la metratura delle camere), qualche penalizzazione di troppo (nelle disdette),  ma l’inizio ha pur sempre bisogno di rodaggio.

L.Cor.