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Rese note le motivazioni della sentenza di lavoro tra giunta e Rsu. Chi paga i danni     

Perche hanno vinto la causa?

<Se il Comune calpesta la buona fede>

Dichiarati nulli accordi sindacali per gravi violazioni. Una lettera di Vaccarezza…

Loano -  Quando un Comune (la “casa di vetro” dei cittadini) viene condannato non può essere  motivo di soddisfazione. E tanto meno se tra le parti in causa è in ballo denaro pubblico e nella contesa gli attori sono addirittura dipendenti comunali. Pagati, ovviamente, dai contribuenti loanesi. Eppure si trattò di un errore umano, professionale ad opera di dirigenti e funzionari, piuttosto clamoroso. Buste paga sbagliate dei dipendenti comunali, dal 1999 al 2003, erogando poco meno di 90 mila euro più del dovuto. Quando fu scoperto il pasticcio (dal Ministero del Tesoro), si cercò di correre ai ripari. A quando pare combinando altri guai. Forse peggiori. 

A Loano deve essere accaduto qualcosa di assai grave nel corretto funzionamento della macchina amministrativa e del buon governo della cosa pubblica, se il giudice del Lavoro del Tribunale di Savona, Caterina Baisi, nel motivare in modo asettico la sentenza scrive, tra l’altro: <Il comportamento tenuto dal Comune…è altresì contrario agli obblighi di buon fede di cui all’articolo 1337…>.  Già la buona fede, quella che si impara sui primi banca di scuola, come valore esistenziale.

Non solo, dagli atti emerge un comportamento che avrebbe violato l’articolo 11 del Contratto Nazionale di  Lavoro.  Ovvero i principi della “correttezza, buona fede, trasparenza dei comportamenti, propri di qualunque relazione negoziale, proprio per prevenire i conflitti alla ricerca del massimo consenso”.

Cerchiamo di entrare nel merito della vertenza giudiziaria che ha visto la condanna del Comune. Scrive il giudice: <…La partecipazione della RSU – rappresentanza sindacale unitaria – alla contrattazione decentrata deve essere  effettiva, in quanto volta a garantire il consenso dei lavoratori interessati…invece è pacifico  che il giorno 18 luglio 2006 risultavano assenti ben cinque componenti su otto della stessa RSU e solo due di essi….>.

Per chi non ha seguito la vicenda – che più avanti approfondiremo – la giunta comunale ha siglato un accordo-transazione, con un sindacato (Cisl), senza tenere in dovuto conto le competenze giuridiche e contrattuali della Rsu, <attuando un vizio su un elemento essenziale di un qualsiasi accordo tra le parti, tale da comportare  la nullità dell’accordo stesso e degli atti amministrativi conseguenti>. E in ballo ci sono 90 mila euro, oltre alle spese di giustizia e legali che nella sentenza sono  a carico del Comune (condannato).

Conclusione della motivazione del giudice: <…Discende dal complesso delle ragioni esposte l’accoglimento delle domande principali della ricorrente (RSU), con la conseguente nullità dell’accordo siglato il 18 luglio 2006 e degli atti assunti dal Comune con delibera della giunta comunale 145/2006 e determina dirigenziale 1258/ 2006>.

Breve premessa. Il 1° dicembre 2004, il sindaco Angelo Vaccarezza aveva inviato una lettera aperta a tutti i dipendenti comunali (140) dove indicava il ruolo costruttivo del sindacato (ovvero la Cisl, Cgil e Uil) in una vicenda a suo dire <penosa e che non ha fatto altro che generare malcontento e dissapori oltre misura>.  E aggiungeva: <Ho parlato in questi giorni con molti di voi e, sinceramente, non ho colto l’astio con cui alcuni vogliono gestire e strumentalizzare questa vicenda (la RSU ndr).  Ho invece colto l’amarezza, la più che comprensibile amarezza che c’è nelle persone che avendo percepito somme  in buona fede sono chiamate a restituirle, oltretutto in un momento in cui la condizione economica generale non è delle migliori..>.

Altro passaggio significativo di due pagine fitte, fitte: <Ho qualcosa in più di un sospetto che la campagna elettorale delle rappresentanze sindacali (lasciatevelo dire da uno che di campagne elettorali ne mastica) non abbia giovato alla ragionevolezza delle parti. Qualcuno che non ha il minimo interesse a che ci sia la serenità tra le parti ha giocato la partita nel modo più duro possibile, al tanto peggio tanto meglio. Non ha avuto alcun freno nel gettare  fango su alcuni lavoratori di questo Comune per ottenere una manciata di voti in più>.


Il sindaco Vaccarezza con Silvio Berlusconi

PICCOLA CRONISTORIA A TAPPE

1)  Dopo un’ispezione del ministero delle Finanze, con l’intervento di un alto funzionario della Ragioneria dello Stato, avvenuta tra il 9 ed il 22 dicembre 2003,  vengono rilevate e contestate al Comune di Loano una serie di anomalie in ordine alla composizione del fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti comunali e quello degli altri dipendenti, oltre alla liquidazione delle risorse del fondo degli aventi diritto.

2)  L’ispezione fa emergere che i dirigenti in questione e gli altri dipendenti in servizio hanno incassato in misure differente somme di denaro che non avrebbero dovuto percepire e che, secondo il Ministero, avrebbero dovuto

3)    I dirigenti chiamati in causa (5) hanno percepito  indebitamente importi tripli rispetto alle somme contestate  ai dipendenti (poco più di cento). La Rsu aveva fatto notare che nulla <si è saputo per le somme attribuite ai dipendenti, dall’ottava  qualifica  ora categoria D, in giù, i dirigenti ed il direttore generale stessi si sono adoperati affinché restituissero quanto percepito, nonostante rigide regole che sanzionano sia sotto il profilo contabile, sia disciplinare  e quant’altro le responsabilità degli organi dirigenziali che hanno causato con i loro conteggi la erronea costituzione dei fondi dei dipendenti degli anni 1999-2003, nonché relativamente alla liquidazione di taluni istituti contrattuali>.

4)    Le rappresentanze sindacali unitarie (RSU) chiesero sin dall’inizio una transazione, proponendo di integrare il fondo salari accessorio, relativo al 1999-2000, grazie alle disponibilità di bilancio accertate, con le somme necessarie  per restituire quanto i dipendenti avevano erroneamente introitato.

5)    La RSU sostiene che a fronte della lettera del dicembre 2004, il sindaco chiamato in causa per il comportamento dei massimi dirigenti del Comune, sotto il suo diretto controllo,  a margine di una riunione del gennaio 2005 <si impegnava espressamente a reperire, nell’ambito delle risorse ordinarie di bilancio, una consistente quota quantificata nel 97 per cento del totale necessario, per destinarla all’integrazione del fondo salario accessorio al fine di compensare le somme da recuperare dai dipendenti>.

6)    Una successiva richiesta di parere alla Corte dei Conti confermava che era possibile pervenire ad un accordo transattivi tra le parti.

7)    Fallita la transazione scattava da parte del Comune il “recupero crediti” verso gli stessi dipendenti, per un importo di poco inferiore a 90 mila euro.

8)    Nel 2006 in relazione ai fondi versati nel 2003-2005 e 2005 si evidenziava  un  risparmio di 145 mila euro dovuti alla mancata erogazione della produttività di dipendenti per gli anni 2004 e 2005 ed a un avanzo per il 2003. La dirigenza del Comune proponeva di compensare la somma derivante dall’ispezione (soldi versati in più) con un ricalcalo delle risorse. Proposta respinta dalla RSU.

9)    Il 18 luglio 2006 all’incontro in cui è stato siglato l’accordo (ora annullato dal giudice del lavoro)  erano assenti del RSU e la Sulpm-Diccap. Presente il solo rappresentante provinciale della Cisl, che agiva anche per la Cgil, Uil.

La Rsu ha fatto notare che in effetti i dipendenti del Comune di Loano iscritti alla triade sindacale non superano le 30 unità. La stessa Rsu contestava un accordo in assenza della stessa. Tra le contestazioni anche quella che si prevedeva di sottrarre  ssomme dovute a 13 dipendenti, assunti dopo il 2002-2003, i quali con il debito pregresso nulla c’entravano e ai quali doveva essere comunque corrisposta la produttività 2004-2005.

10)    Nell’atto d’accusa  Rsu si sostiene inoltre che <la giunta comunale ed il dirigente competente procedevano imperterriti sulla loro strada e ai dipendenti tutti non veniva  corrisposta la produttività 2004-2005, con buona pace di coloro che pagano un debito non loro, ma di altri colleghi e della doverosa ricerca  di responsabilità nei confronti dei dirigenti deputati alla costituzione e conteggio dei fondi, per i quali è stipulata dall’Amministrazione un’assicurazione contro i danni commessi in servizio.>

Chi ha deciso e per quale ragione non si è preceduto su questa strada? Qualcuno teme di rispondere personalmente di errori e/o negligenze professionali?

11)    La giunta Vaccarezza, secondo una tesi, avrebbe puntato allo scontro con la RSU, confidando che il più forte (?) alla fine avrebbe ridotto a miti consigli i più deboli (?). Pratica assai diffusa in questa società ampiamente malata sul piano dei diritti-doveri. Isolando la RSU, ribelle, indipendente, poco docile, coerente nel tutelare chi da tutta questa storia non aveva colpe, eppure riceveva un danno ingiusto, c’era l’obiettivo di portare a casa la vittoria. E dare una lezione agli indocili.  A prescindere da ogni equa valutazione e saggezza di comportamenti. Persino prendendo a schiaffi la proposta di conciliazione dove ogni parte deve rinunciare a qualcosa.

12)    Conclusione finale. La RSU ha avuto piena ragione (in attesa di probabile ricorso in appello e altre spese). I dipendenti comunali, in assemblea, chiedevano che fine avevano fatto i rilievi dell’ispezione ministeriale sulle somme (alte?) corrisposte in più ai dirigenti, che insieme agli amministratori comunali dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio. Gli stessi dipendenti auspicavano, difficile immaginare solo spirito di vendetta, che a pagare l’errore dei conteggi sulle buste paga fossero i dirigenti stessi e funzionari incaricati responsabili dell’accaduto. Si poteva ricorrere all’assicurazione, come accade per gli studi professionali privati.

Un’azienda privata può anche sorvolare se un dipendente sbaglia i calcoli, paga somme non dovute. Cosa più ardua se accada in una società di capitali. Nell’ente pubblico non si amministra mai denaro proprio. La giunta Vaccarezza ritiene che il comunismo despota sia tuttora applicabile? Chi sbaglia possa  essere “condonato” con i soldi di tutti. E magari promosso ai vertici di una Provincia.

Il sindaco concludeva la sua lettera con queste parole: <Tutto quello che Vi ho scritto (cari dipendenti ndr) non è la mia verità, ma la verità, grazie anche  aa molti di voi sono stato eletto sindaco per amministrare questa città…Tutto il resto è politica, ma a quella sono più interessati altri, come anche i fatti ben dimostrano>.

R.T.


 

La lettera a firma di Vaccarezza,  qui riprodotta parzialmente, inviata ai dipendenti del Comune di Loano