Rese note le
motivazioni della sentenza di lavoro tra giunta e Rsu. Chi paga i danni
Perche hanno vinto la causa?
<Se il Comune calpesta la buona fede>
Dichiarati nulli accordi
sindacali per gravi violazioni. Una lettera di Vaccarezza…
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Loano -
Quando un Comune (la “casa
di vetro” dei cittadini) viene condannato
non può essere motivo di
soddisfazione. E tanto meno se tra le parti in
causa è in ballo denaro pubblico e nella contesa
gli attori sono addirittura dipendenti comunali.
Pagati, ovviamente, dai contribuenti loanesi.
Eppure si trattò di un errore umano,
professionale ad opera di dirigenti e
funzionari, piuttosto clamoroso. Buste paga
sbagliate dei dipendenti comunali, dal 1999 al
2003, erogando poco meno di 90 mila euro più del
dovuto. Quando fu scoperto il pasticcio (dal
Ministero del Tesoro), si cercò di correre ai
ripari. A quando pare combinando altri guai.
Forse peggiori.
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Non
solo, dagli atti emerge un comportamento che
avrebbe violato l’articolo 11 del Contratto
Nazionale di
Lavoro.
Ovvero i principi della “correttezza, buona fede,
trasparenza dei comportamenti, propri di
qualunque relazione negoziale, proprio per
prevenire i conflitti alla ricerca del massimo
consenso”.
Cerchiamo di entrare nel merito della vertenza
giudiziaria che ha visto la condanna del Comune.
Scrive il giudice: <…La partecipazione della
RSU – rappresentanza sindacale unitaria – alla contrattazione
decentrata deve essere
effettiva, in quanto volta a garantire il
consenso dei lavoratori interessati…invece è
pacifico
che il giorno 18 luglio 2006 risultavano
assenti ben cinque componenti su otto della
stessa
RSU e solo due di essi….>.
Per chi
non ha seguito la vicenda – che più avanti
approfondiremo – la giunta comunale ha siglato
un accordo-transazione, con un sindacato (Cisl), senza tenere in dovuto conto le competenze giuridiche e
contrattuali della
Rsu,
<attuando
un vizio su un elemento essenziale di un
qualsiasi accordo tra le parti, tale da
comportare
la nullità dell’accordo stesso e degli
atti amministrativi conseguenti>. E in ballo
ci sono 90 mila euro, oltre alle spese di
giustizia e legali che nella sentenza sono
a carico del Comune (condannato).
Conclusione della motivazione del giudice: <…Discende
dal complesso delle ragioni esposte
l’accoglimento delle domande principali della
ricorrente
(RSU),
con la conseguente
nullità
dell’accordo siglato il 18 luglio 2006 e degli
atti assunti dal Comune con delibera della
giunta comunale 145/2006 e determina
dirigenziale 1258/ 2006>.
Breve
premessa. Il 1° dicembre 2004, il sindaco
Angelo
Vaccarezza aveva inviato una lettera aperta
a tutti i dipendenti comunali (140) dove
indicava il ruolo costruttivo del sindacato
(ovvero la
Cisl, Cgil e Uil) in una vicenda a suo dire <penosa e che non ha
fatto altro che generare malcontento e dissapori
oltre misura>.
E aggiungeva:
<Ho parlato in questi giorni con molti di voi e, sinceramente, non ho
colto l’astio con cui alcuni vogliono gestire e
strumentalizzare questa vicenda (la
RSU ndr).
Ho invece colto l’amarezza, la più che
comprensibile amarezza che c’è nelle persone che
avendo percepito somme
in buona fede sono chiamate a
restituirle, oltretutto in un momento in cui la
condizione economica generale non è delle
migliori..>.
Altro
passaggio significativo di due pagine fitte,
fitte: <Ho qualcosa in più di un sospetto che la campagna elettorale delle
rappresentanze sindacali (lasciatevelo dire da
uno che di campagne elettorali ne mastica) non
abbia giovato alla ragionevolezza delle parti.
Qualcuno che non ha il minimo interesse a che ci
sia la serenità tra le parti ha giocato la
partita nel modo più duro possibile, al tanto
peggio tanto meglio. Non ha avuto alcun freno
nel gettare
fango su alcuni lavoratori di questo
Comune per ottenere una manciata di voti in
più>. |
![]() Il sindaco Vaccarezza con Silvio Berlusconi |
PICCOLA
CRONISTORIA A TAPPE
1)
Dopo un’ispezione del ministero delle Finanze,
con l’intervento di un alto funzionario della
Ragioneria dello Stato, avvenuta tra il 9 ed il
22 dicembre 2003,
vengono rilevate e contestate al
Comune di
Loano una serie di anomalie in ordine alla
composizione del fondo per il finanziamento
della retribuzione di posizione e di risultato
dei dirigenti comunali e quello degli altri
dipendenti, oltre alla liquidazione delle
risorse del fondo degli aventi diritto. |
2) L’ispezione fa emergere che i dirigenti in questione e gli altri dipendenti in servizio hanno incassato in misure differente somme di denaro che non avrebbero dovuto percepire e che, secondo il Ministero, avrebbero dovuto
3)
I dirigenti chiamati in
causa (5)
hanno percepito
indebitamente importi tripli rispetto
alle somme contestate
ai dipendenti (poco più di cento). La
Rsu
aveva fatto notare che nulla <si è saputo per le
somme attribuite ai dipendenti, dall’ottava
qualifica
ora categoria D, in giù, i dirigenti ed
il direttore generale stessi si sono adoperati
affinché restituissero quanto percepito,
nonostante rigide regole che sanzionano sia
sotto il profilo contabile, sia disciplinare
e quant’altro le responsabilità degli
organi dirigenziali che hanno causato con i loro
conteggi la erronea costituzione dei fondi dei
dipendenti degli anni 1999-2003, nonché
relativamente alla liquidazione di taluni
istituti contrattuali>.
4)
Le rappresentanze
sindacali unitarie (RSU)
chiesero sin dall’inizio una transazione,
proponendo di integrare il fondo salari
accessorio, relativo al 1999-2000, grazie alle
disponibilità di bilancio accertate, con le
somme necessarie
per restituire quanto i dipendenti
avevano erroneamente introitato.
5)
La
RSU
sostiene che a fronte della lettera del dicembre
2004, il sindaco chiamato in causa per il
comportamento dei massimi dirigenti del Comune,
sotto il suo diretto controllo,
a margine di una riunione del gennaio
2005 <si
impegnava espressamente a reperire, nell’ambito
delle risorse ordinarie di bilancio, una
consistente quota quantificata nel 97 per cento
del totale necessario, per destinarla
all’integrazione del fondo salario accessorio al
fine di compensare le somme da recuperare dai
dipendenti>.
6)
Una successiva richiesta
di parere alla
Corte dei
Conti confermava che era possibile pervenire
ad un accordo transattivi tra le parti.
7)
Fallita la transazione
scattava da parte del Comune il “recupero crediti” verso gli stessi dipendenti, per un importo di
poco inferiore a 90 mila euro.
8)
Nel 2006 in relazione ai fondi versati nel
2003-2005 e 2005 si evidenziava
un
risparmio di 145 mila euro dovuti alla
mancata erogazione della produttività di
dipendenti per gli anni 2004 e 2005 ed a un
avanzo per il 2003. La dirigenza del Comune
proponeva di compensare la somma derivante
dall’ispezione (soldi versati in più) con un
ricalcalo delle risorse. Proposta respinta dalla
RSU.
9)
Il 18 luglio 2006
all’incontro in cui è stato siglato l’accordo
(ora annullato dal giudice del lavoro)
erano assenti del
RSU e la Sulpm-Diccap.
Presente il solo rappresentante provinciale
della Cisl, che agiva anche per la
Cgil, Uil.
La Rsu ha fatto notare che in
effetti i dipendenti del
Comune di
Loano iscritti alla triade sindacale non
superano le 30 unità. La stessa
Rsu
contestava un accordo in assenza della stessa.
Tra le contestazioni anche quella che si
prevedeva di sottrarre
ssomme dovute a 13 dipendenti, assunti
dopo il 2002-2003, i quali con il debito
pregresso nulla c’entravano e ai quali doveva
essere comunque corrisposta la produttività
2004-2005.
10)
Nell’atto d’accusa
Rsu
si sostiene inoltre che <la giunta comunale ed il
dirigente competente procedevano imperterriti
sulla loro strada e ai dipendenti tutti non
veniva
corrisposta la produttività 2004-2005,
con buona pace di coloro che pagano un debito
non loro, ma di altri colleghi e della doverosa
ricerca
di responsabilità nei confronti dei
dirigenti deputati alla costituzione e conteggio
dei fondi, per i quali è stipulata
dall’Amministrazione un’assicurazione contro i
danni commessi in servizio.
Chi ha deciso e per quale ragione non si è preceduto su questa strada?
Qualcuno teme di rispondere personalmente di
errori e/o negligenze professionali?
11)
La giunta
Vaccarezza, secondo una tesi, avrebbe puntato allo scontro con la
RSU,
confidando che il più forte (?) alla fine
avrebbe ridotto a miti consigli i più deboli
(?). Pratica assai diffusa in questa società
ampiamente malata sul piano dei diritti-doveri.
Isolando la
RSU,
ribelle, indipendente, poco docile, coerente nel
tutelare chi da tutta questa storia non aveva
colpe, eppure riceveva un danno ingiusto, c’era
l’obiettivo di portare a casa la vittoria. E
dare una lezione agli indocili.
A
prescindere da ogni equa valutazione e saggezza
di comportamenti. Persino prendendo a schiaffi
la proposta di conciliazione dove ogni parte
deve rinunciare a qualcosa.
12)
Conclusione finale. La RSU
ha avuto piena ragione (in attesa di probabile
ricorso in appello e altre spese). I dipendenti
comunali, in assemblea, chiedevano che fine
avevano fatto i rilievi dell’ispezione
ministeriale sulle somme (alte?) corrisposte in
più ai dirigenti, che insieme agli
amministratori comunali dovrebbero essere i
primi a dare il buon esempio. Gli stessi
dipendenti auspicavano, difficile immaginare
solo spirito di vendetta, che a pagare l’errore
dei conteggi sulle buste paga fossero i
dirigenti stessi e funzionari incaricati
responsabili dell’accaduto. Si poteva ricorrere
all’assicurazione, come accade per gli studi
professionali privati.
Un’azienda privata può anche
sorvolare se un dipendente sbaglia i calcoli,
paga somme non dovute.
Cosa più
ardua se accada in una società di capitali.
Nell’ente pubblico non si amministra mai denaro
proprio. La giunta
Vaccarezza ritiene che il comunismo despota
sia tuttora applicabile? Chi sbaglia possa
essere “condonato” con i soldi di tutti.
E magari promosso ai vertici di una Provincia.
Il sindaco concludeva la sua
lettera con queste parole:
<Tutto
quello che Vi ho scritto (cari dipendenti ndr)
non è la mia verità, ma la verità, grazie anche
aa molti di voi sono stato eletto sindaco
per amministrare questa città…Tutto il resto è
politica, ma a quella sono più interessati
altri, come anche i fatti ben dimostrano>.
R.T.
La lettera a firma di Vaccarezza, qui
riprodotta parzialmente, inviata ai dipendenti
del Comune di Loano
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