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Lettera di una cittadina <ormai senza speranza, sono diventata la favola del Comune>

<Povera Savona, avrei costruito un borgo ligure

ma ci regalano le torri in vetro e il biscione>

La metamorfosi tra ex industria, poco turismo, tante auto e asfalto, poco verde

                         di Bruna Rossi


Il Crescent

La torre Bofill

Povera Savona, dimenticata da Dio dagli uomini e dalla fortuna, non c'è mai stato da almeno 40 anni un sindaco che amasse veramente la città.
Infatti, quando Savona era industriale, non era considerata una futura città turistica, chi governava pensava" tanto abbiamo il mare" ma la gente e il tempo, gli hanno dato torto.

Finita l'industria, ormai per aggiornare il turismo era troppo tardi, e così sbagli su sbagli adesso abbiamo una città che non è ne carne ne pesce.  Berruti poi ha decisamente ucciso lo stile di Savona, con l'aiuto della sua giunta e i soldi dei cittadini, ha fatto uno scempio del circondario del porto.

La torre di vetro che è una emerita schifezza, se la faceva un bambino con i mattoncini lego veniva molto meglio e costava molto meno. Non contento prima di andarsene ha segnato con uno stile che farebbe rabbrividire Michelangelo, ha sottoscritto quel biscione di cemento, criticando tempi prima il cemento della vecchia Ilva, adesso cosa dovrebbe dire il cittadino, che solo alzando un po’ la testa, riusciva persino a vedere il mare.

Ora il mare dove è? Li ci stavano bene, se proprio volevano costruire delle belle casette stile ligure, basse e colorate, e molto verde, insomma quasi un piccolo parco incantato, con case colorate.
Oggi, se fosse per me farei implodere quella brutta  costruzione, che sembra il “piscione” di Genova, criticato dal giorno che è nato. Ed ecco che anche noi abbiamo il biscione, così possono criticarci ancora di più, perché dicono e pensano, "non hanno capito un belin”.

Savona ha una brutta fama, è proprio brutta come città, non c’è quasi niente da vedere: solo cemento, sapete, di cemento c'era gia il Priamar che non scherza, le case intorno vecchie e brutte, ancora ponti della ferrovia che attraversano in certi posti la città; insomma, ultimamente, dove cè un po’ di posto, si corre con il cemento in tasca.

Solo la piazza davanti al Brandale, non ha una collocazione, non si sa come è stata fatta e perché, prima c'era il selciato; è vero vi erano macchine, ma almeno quando pioveva, non c'era la cascata del Niagara, la terra assorbiva tutta l'acqua. Oggi di verde non se ne vede, in compenso, d'estate, si possono lasciar cuocere dei vecchietti che passano di li, e poi il viale mortuario che hanno fatto nella strada che andava alla vecchia questura; scusate se non è cemento su cemento quella strada, a me non viene in mente altro posto, a voi?
Bastava una piccola siepe lunga come la strada, verde, le macchine ci stavano, come se fossero state due strade, invece hanno fatto solo incazzare i cittadini che abitano nei dintorni.

Complimenti, ci mancano i cipressi. Siete sempre in tempo. Lo so sono stata lunga, ma tutto questo strazio mi è rimasto sullo stomaco, e me lo porterò sino alla fine. Purtroppo penso che le schifezze a Savona non siano ancora finite, solo guardando certe rotonde, ecco, se in quel momento avessi chi ha firmato certi obbrobri lo prenderei a schiaffoni, finché non riporti la città più vivibile e più bella. Tutti cercano di abbellire, a Savona si cerca di fare il contrario. Però bisogna dire, che di soldi per fare il verde sotto il Priamar e togliere spazio alle macchine che con il fumo e gli scarichi stanno lentamente sgretolando la Fortezza…, bene molto bene, infatti quando siamo in coda guardiamo estasiati lo spettacolo del verde e dei soldi sprecati  per niente e nessuno. Signori la gente se può non va a passeggiare dove ci sono le macchine,  va altrove. Questo serve anche per i giardini sparsi dentro la città  come quello appunto sotto
la Torre del Brandale, quando esci di li, se tutto ti va bene, ti trovi la faccia “nera”, dall'inquinamento e anche quello davanti o a fianco dell'ospedale vecchio è fantastico come il sindaco e gli altri pensano alla salute dei cittadini. Basta mi sono stufata, tanto non cambierà mai niente.
                                                       Bruna Rossi
(Ho scritto tante di quelle volte, che sono diventata la favola del Comune di Savona)