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UN’ALTRO FORTE “NO!” AL PROGETTO “MARGONARA”

di Antonia Briuglia

 

L’AMORE PER UN LUOGO.

 

Un tam-tam con e-mail, con sms, con messaggi su face-booK, ogni mezzo è utile all’obiettivo: riuscire a contattare  più gente possibile, in un breve spazio di tempo, e avvisare che giovedì 1° ottobre una troupe di Rai3 sarebbe venuta a Margonara.

Sarebbe venuta, su invito dei Comitati, a fare il punto sullo stato di cose riguardanti il progetto del porticciolo con annessa cementificazione. 

Fare il punto ora è quanto mai necessario, per non abbassare la guardia su una vicenda che sembra apparentemente in una fase di stallo e opportunamente tenuta lontano dai riflettori.

Infatti, se non fosse per la recente recinzione posta, pretestuosamente dall’Autorità Portuale, a chiudere un libero accesso alla spiaggia, n essuno parla più di Progetto di variante dopo il parere della VIA, nulla si muove, nessuno spiega a che punto sia l’iter della pratica e lo stato degli impegni presi dagli Enti e dai privati.

Tutto il rumore e le parole spese prima hanno lasciato il posto a un preoccupante silenzio.

 

Con l’obiettivo di contrastare un inquietante vuoto di comunicazione e riaccendere i riflettori sui motivi del NO a questo inutile e sciagurato progetto, alle dieci del 1° di ottobre eravamo lì, non tutti, ma tanti.

C’era Ivana che aiutava il giornalista a coordinare, c’era Antonio, il comandante, che aveva portato i suoi appunti tecnici, c’era chi era venuto all’ultimo momento e chi aveva pensato di offrire un po’ di focaccia, c’erano giovani studenti, donne, uomini e persone più anziane, chi si ritrovava dopo molto tempo e chi era legato da profonda amicizia: tutti però accomunati da un fortissimo sentimento, l’amore per un luogo. 

 

LE DOMANDE

 

  Gli interessanti studi del comandante Gianetto che proverebbero le gravi conseguenze  che porterebbe la realizzazione del porticciolo con la sua mega-diga al porto mercantile e alle spiagge di Albissola (studi inviati peraltro al Sindaco di Savona, ad Enti preposti e a diversi uffici stampa); la sintesi sull’iter della pratica nei Consigli Comunale, di Savona che approva con prescrizioni, e di Albissola Marina la cui nuova Amministrazione dichiara di voler consultare i cittadini; 

le preoccupazioni espresse sull’incerto destino dei bagni Madonnetta che, senza la presenza di una  Concessione Edilizia e quindi di sfratto, non potranno trasferirsi, ma non potranno neanche essere ristrutturati per la mancanza di permesso a gestirli;

 l’assenza a tutt’oggi di un vero progetto modificato dopo la bocciatura della VIA Regionale, e l’esistenza di un unico schizzo a pennarello dell’archistar che modifica il perimetro del porto e la collocazione della sua vertiginosa torre;

  l’accanimento a voler conservare le volumetrie proposte, la collocazione del mega-porto e della mega-torre nella piccola insenatura della Margonara che vanno a stravolgere irreparabilmente l’assetto territoriale e ambientale dell’ultimo tratto di costa savonese ancora conservato.

Queste le domande e i temi trattati giovedì per Buongiorno Regione.

 

LE SOLUZIONI ?

 

Spostare il porticciolo, da Miramare in poi, se proprio bisogna costruirlo. E’ anche vero che la corsa ai posti barca in Liguria potrebbe arrestarsi. Il numero, infatti, è ormai consistente, anche nella provincia di Savona e ciò non ne giustificherebbe l’ulteriore incremento.

Considerato ormai che gli esperti del settore dichiarano da più parti che i porticcioli si mantengono da sé, è incomprensibile la necessità di nuove volumetrie, soprattutto così ingombranti e incompatibili col territorio.

La torre Fuksas di 120 metri sul mare, o tornado, o spillo (come preferisce il progettista), o banana (come preferiscono gli irriverenti), proprio non va bene. Lo abbiamo detto più volte, non è avversione a Fuksas, la cui grandezza dal punto di vista professionale è ampiamente riconosciuta, come non è miope contrarietà alle forme innovative dell’architettura contemporanea. Riteniamo, solo, che tali forme architettoniche, ben si addicano a luoghi le cui dimensioni morfologiche e territoriali possano sostenerle.

Ciò che con disprezzo un tempo dichiarò proprio Fuksas, ”Savona è una città nana” potrebbe essere un valore, un dato storico- urbanistico che determina la cultura di un luogo.

 La cultura della Margonara non può essere compatibile con un mega-porto, una mega-torre ed edifici annessi, una mega colata di cemento per eventuali parcheggi il cui accesso andrebbe a compromettere ulteriormente una viabilità inesorabilmente collassata.

Queste le prime motivazioni che avrebbero dovuto portare politici e amministratori a respingere subito quest’abominevole intervento.

Se ormai i termini eco compatibilità, ecosistema, e sostenibilità ambientale sono diventati linguaggio comune, a Margonara sono e saranno il simbolo di una intelligente e appassionata battaglia.

 

                                      ANTONIA BRIUGLIA