versione stampabile NUCLEARE? SI’, PURCHÉ LE SCORIE FINISCANO…
|
M. G. Pellifroni |
…in Piazza Montecitorio! Quanto più tecnologica diventa una
società, tanto più abbondanti e pericolosi sono i suoi rifiuti,
secondo una scala di rischio che va dalla lattina ai rifiuti
radioattivi. Un governo responsabile, allora, deve
adoprarsi affinché l’industria produca sostanze di più lunga
vita e col minor grado di offesa ambientale una volta scadute a
rifiuti. Deve promuovere, cioè, comportamenti diametralmente
opposti a quanto l’industria farebbe, se priva di direttive e
controlli, per perseguire il solo profitto. |
Cosa succede, invece? Non
esistono incentivi alle industrie per produrre
materiali in minor quantità e maggiore
eco-compatibilità. Si cerca invece di agire
soltanto a valle, sui consumatori, affinché
pratichino la raccolta differenziata. Che è
buona cosa, intendiamoci; ma è solo uno dei
metodi per ridurre l’impatto ambientale. Partiamo dagli imballaggi,
che costituiscono la maggior parte dei rifiuti
domestici. Basterebbe commissionare ad un ente
pubblico, ad es. l’Enea, uno studio
sull’impatto, dalla materia prima al prodotto
finito e alla sua trasformazione in rifiuto, dei
contenitori in vetro anziché in plastica, o in
metallo, o in accoppiati; e successivamente
modulare l’Iva premiando i materiali più
riciclabili e gli imballaggi più sobri a parità
di prodotto utile. Passando alle apparecchiature
elettriche, la scala di valori dovrebbe partire
da quelle alimentate direttamente dalla rete,
per scendere alle pile ricaricabili e, ultime, a
quelle a perdere. Se poi prendiamo in esame i
rifiuti tossici, dovrebbero essere gravati già
alla fonte da tasse di massima dissuasione,
anziché dover poi rincorrerli in varie plaghe
del territorio nazionale dove le bande criminali
se ne disfano, su incarico delle industrie che
li hanno prodotti, che ritengono così di essersi
lavate la coscienza (anzi, la fedina penale). Stesso principio vale per le
scorie nucleari, rappresentanti il massimo della
tossicità. Nonostante questo, il governo in
carica ha rispolverato vecchi programmi
nucleari, con ciò ignorando che: |
d)
smantellare a fine vita una centrale nucleare
significa dover neutralizzare migliaia di
tonnellate di un impianto divenuto esso stesso
l’ultima scoria radioattiva. La cosa è tanto più grave in
quanto non si tratta di teorie, bensì di fatti
avallati dalle scoperte che rivelano come sinora
ci si liberi spesso in maniera criminale delle
“scomode” scorie. Ultime, in ordine di tempo, le
rivelazioni di un pentito circa gli affondamenti
di “navi dei veleni” nel Mediterraneo o tramite
il più “artigianale” infossamento di scorie
radioattive nei letti in secca di fiumi e
torrenti, disseminando inquinanti assassini su
vastissime aree marine o terrestri (specie nel
Sud, dove la criminalità organizzata ha azzerato
l’etica di comportamento dei vecchi capibastone,
che mai avrebbero contaminato in modo
irreversibile la propria terra natìa, quindi le
loro stesse famiglie).
La natura delle scorie
affondate o interrate dimostra che non sono
coinvolti in questi “smaltimenti” soltanto
mafia, camorra & affini, bensì istituzioni
pubbliche e/o grandi società “blasonate”
gestenti gli impianti, che si liberano di ogni
responsabilità diretta affidando a terzi il
lavoro sporco, di cui sono comunque mandanti. Il
fatto aggiuntivo che sempre più vengano a galla
relazioni occulte anche tra uomini delle
istituzioni (il suddetto pentito ha fatto i nomi
di Craxi e De Michelis, quest’ultimo appena
nominato dal ministro Brunetta suo collaboratore
a Venezia, compenso annuo € 40.000: alla faccia
dei “fannulloni”), servizi segreti*
e delinquenti comuni, alla mera ricerca del
profitto monetario, induce a gravare di un forte
sospetto la decisione del nostro governo di
rilanciare il nucleare: a quali interessi è
asservita la parte politica che prende simili
decisioni?
Ma quando si tratterà di
decidere dove erigere le centrali, non ci sarà
una sola Regione, o Provincia, o Comune,
disposta ad ospitarli (peccato non si possa
costruirle in Somalia, in cambio di armi!). E
allora il potere mostrerà il suo volto ormai
familiare, con scontri tra *
A proposito: a cosa
servono i servizi segreti, se non a commettere
atti illegali, incompatibili con uno Stato di
diritto, che pure li copre? Può uno Stato che si
avvale di servizi segreti definirsi democratico? Marco Giacinto Pellifroni 27
settembre 2009 |