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Fare rete

Due parole due, questa volta, ma spero utili

 

di Milena Debenedetti

 

Torno a ripetere quanto ho già scritto altre volte. Non mi stanco di reiterare, anche perché nel frattempo, intorno a noi, la situazione generale è peggiorata, sotto tutti i punti di vista, direi quasi che sta precipitando.
Dal punto di vista economico. La crisi, che secondo parole degli economisti sarebbe risolta o in via di risoluzione, in realtà ha trovato forse nuovi assetti finanziari di stabilità, ma in pratica deve ancora cominciare,  lasciando  sul terreno un’onda lunga di disagi economici, fabbriche che chiudono, gente che perde il lavoro. Dagli operai in cassa o in mobilità, al disastro dei colletti bianchi quaranta-cinquantenni lasciati nel guado, ai tanti precari messi definitivamente a spasso.

Tanto più che, con notevole lungimiranza, si tartassa il settore pubblico, non nelle nicchie parassitarie benvolute dalla politica e nelle alte sfere dalle lucrose prebende, ma nel cuore stesso, nel futuro, nella cultura, scuola, tecnologia, distruggendo la spina dorsale del paese che dovrebbe traghettarci nel futuro e amplificando gli effetti a lungo termine.

Figuratevi, come esempio del dramma,  una famiglia con figli e mutui che abbia  un padre operaio in mobilità, una madre precaria licenziata dalla scuola. Non dico altro. Prima o poi anziché in drammi privati, spesso finiti nel sangue, queste situazioni sfoceranno in disordini sociali, o la frustrazione si convoglierà in caccia alle streghe e agli untori, (gli zingari, gli  immigrati, i gay…) i comodi bersagli, gli inermi capri espiatori,  e bisognerebbe far di tutto per evitarlo.

Paradossalmente, se nel savonese si risente meno di tutto questo è perché noi eravamo già a bagno, con le industrie chiuse e l’economia in ginocchio. Questo potrebbe darci una spinta in più per ricominciare. Vediamola in positivo.

Sugli altri aspetti della china discendente di una società che si sgretola, senso civico, corruzione, politica ormai inguardabile, miserie morali e materiali mi trattengo, dandoli purtroppo per scontati.

Ma su quello che ci sta accadendo intorno, qui,  l’allarme è grande, con i problemi sospesi sulla nostra testa che si fanno sempre più immanenti,  la politica che si disfa o difende il peggio, le persone sempre più sole e impotenti.

Eppure, qualche piccolo e isolato segnale di speranza, qualche debole tentativo di resipiscenza della società si può registrare, dai siti come questo ai risultati di qualche lista civica, dai nuovi movimenti e consapevolezze alle proteste e alle denunce,  a livello locale come nazionale.

 Partiamo da qui. L’ho già detto, lo ripeto, a costo di diventare stucchevole. Forse saranno pie illusioni, retorica, idealismo ingenuo. Forse sarò destinata a scontrarmi con la cruda concretezza di scetticismi, diffidenze, pregiudizi ideologici e non, personalismi, particolarismi, miopie.

Eppure lo dico: bisogna fare rete, fra i tanti che condividono allarmi, preoccupazioni, proposte attive simili. Il momento è più che mai urgente, il pericolo è grande.

Occorre cercare al più presto un denominatore comune, anche minimo, una base da cui partire, appoggiarsi su ciò che unisce e non mettere sempre l’accento su ciò che divide.

 L’ho detto tempo fa, in occasione di un incontro pubblico dove si assisteva ai soliti battibecchi e distinguo: se i bene intenzionati litigano fra loro, i malintenzionati fanno quel cavolo che vogliono.

 Per fortuna quella volta ho ricevuto applausi, segno che a pensarla come me, per fortuna, sarebbero in tanti, magari meno attivi e protagonisti sulla scena, ma disposti a seguire un’idea, una lotta, una proposta.

La loro forza, dei malintenzionati, è che loro sono uniti dalla compattezza dell’interesse economico, spesso di complicità reciproche. Inoltre, lavorano a tempo pieno, instancabili e con dovizia di mezzi.

La debolezza de benintenzionati, almeno dei comitati, è che sono costretti a fare le loro battaglie con mezzi molto limitati e nel tempo libero.

Ma la forza è, può essere, crederci e ritrovarcisi in tanti, contro l’interesse di pochi.

Ora è il momento: liste civiche con obiettivi comuni, comitati, associazioni, singoli…troviamo dei punti di incontro, per favore. Sviluppiamo piattaforme comuni e concrete, su ciò che vorremmo e ciò che invece ci stanno imponendo, e ci terrorizza.

Andiamo oltre la fase dell’informazione, della consapevolezza, della protesta.

I punti di minima su cui concentrarsi sono, o dovrebbero essere, tre, a mio avviso (e non solo mio): energia, rifiuti, cemento.

Tre punti che da soli comprendono anche le istanze ambientali, tecnologiche, lavorative, il progetto del nostro futuro, la riduzione dell’inquinamento, la qualità della vita urbana e dei servizi, e last but not least, assolutamente non meno importante, la ricerca di una maggiore giustizia, legalità nella cosa pubblica e nella rappresentatività del cittadino.

Sbarazzandosi di etichette destra e sinistra che ormai si rivelano inadeguate a contenere e definire tutto questo, ma vengono solo usate abilmente come recinti, come accuse pretestuose, come coperchio per evitare e nascondere gli argomenti scomodi.

Il che non vuol dire, attenzione, che chi ha idee profonde di un certo tipo debba rinunciarvi o rinnegarle, ma solo andare oltre nella pratica dei fatti, con buona volontà. E collaborazione.

 I risultati concreti, se ottenuti, saranno il premio per tutto questo.

Un’ultima raccomandazione, per tutti, un caldo invito: domenica prossima nascerà presumibilmente, a Milano, il Movimento di Liberazione Nazionale voluto da Beppe Grillo.

Chiedo anche a chi ha diffidenze e pregiudizi nei confronti del personaggio di non estenderle ai tanti che, con slancio e buona volontà, stanno cercando di partire da lui e dalle sue proposte per agire concretamente, nel bene del proprio territorio.

Ci sono persone meravigliose che hanno saputo agire con disinteresse e passione. Li conosco, perché sto in mezzo a loro e cerco di dare il mio piccolo contributo. Ma tanti altri, nel savonese, hanno avuto modo di conoscerli e apprezzarli, in occasione dei V day e delle iniziative che, sia pure in pochi e con pochissimi mezzi, abbiamo cercato di organizzare.

L’importante, per tutti, è ripartire su basi nuove e con slancio. Perché, e di questo sono sicura, un impegno concreto, nuovo  e “pulito” di tanti cittadini è il miglior modo, forse l’unico, di spazzar via queste nubi morali e materiali che ci soffocano.

 

 Milena Debenedetti 

Il mio nuovo romanzo  I Maghi degli Elementi