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JUVENILIA

Le giovani (e non) spose e la ipervitalità sessuofila dei settantenni…

Quel direttore della Gazzetta di Loano che scrive…Ferrovia a monte, il porto, alberghi…, la grande Democrazia Cristiana: quelli erano tempi!

 di Bellamigo 

 Abbiamo, pochi giorni or sono, incontrato un giovane  professionista di recente convolato ad allegre  nozze eterosessuali, accompagnato dalla  sposa.  Egli si è fermato a salutarci mentre la moglie si allontanava rapidamente verso il caruggio, come obbedendo ad un breve cenno del marito.

         “Come sta ? sempre sulla breccia ecc.”

“Benissimo, abbiamo risposto, ma non ci ha presentato la gentile signora”.

“Che sbadato, mi scusi …

   Incrociando poi  un altro conoscente con il quale intratteniamo cordiali rapporti, con moglie già piuttosto attempata, la scena si è ripetuta: una specie di fuga conseguente ad una rapida occhiata del coniuge.

         Dopo alcuni episodi consimili, ci siamo chiesti: che accade ?

Poi abbiamo compreso:  appartenere alla generazione dei settantenni , ecco quello che ci rende temibili per la categoria, piuttosto noiosa, dei mariti.

         Il  presunto pericolo cade dall’alto; le giovani o meno giovani spose possono essere accompagnate da amici ventenni, trentenni, quarantenni, mai da settantenni che sono ritenuti affetti da una ipervitalità sessuofila incontenibile e non solo, come Lui insegna.

         Oggi Leopardi, nel suo “Il sabato del villaggio”, non scriverebbe più “Garzoncello scherzoso” ma:

        

         Settantenne scherzoso,

         cotesta età fiorita

         è come un giorno d’allegrezza pieno,

         giorno chiaro, sereno,

         che precorre alla festa di tua vita.

         Godi, vegliardo mio; stato soave,

         stagion lieta è cotesta.

         Altro dirti non vo’; ma la tua festa

         Ch’anco tardi a venir  non ti sia grave.

 

Altro che, caro Giacomo, la festa è pienamente in atto e, se continua così, gli stilisti  dovranno inventare velette tipo burka per le mogli di tutti coloro che hanno rapporti con la quarta età dei maschi italici.

         Questi fatti e questi pensieri ci sono tornati alla mente leggendo ieri nella “Gazzetta di Loano” del 15 settembre 2009, a pagina 5, sotto la rubrica “Cronaca comunale”, il pezzo “Per le Vignasse si progettano opere pubbliche”. Quivi, esaltate le magnifiche sorti e progressive  di tutta la località a destinazione alberghiera, a ridosso dell’immaginifico porto in espansione, sta scritto in seconda colonna:  “…Con il non lontano trasferimento a monte della ferrovia la zona ‘T 1’ verrebbe a trovarsi a diretto contatto con il porto”.

          Il  pezzo non è firmato, lo dobbiamo quindi attribuire al Direttore e nostro ammirato amico Pierfranco Rembado.

         Poiché anch’egli, come noi, appartiene alla generazione degli ultras di cui sopra, voi capite come tale affermazione rientri nello spirito leopardiano del  Canto  cui ci siamo permessi di imprimere piccoli ritocchi. E’ chiaro che il nostro Direttore vede “non lontano” il trasferimento a monte della ferrovia che (pensate!) se avesse inizio domani mattina si protrarrebbe per almeno sette anni o più , con la perforazione delle nostre colline e montagne e quant’altro conseguente: problemi  già di per sé terrificanti. Si potrebbe dire: che cosa sono sette anni? sono già tantissimi ma, in ogni caso, i lavori non avranno inizio domani mattina e, se mai avranno inizio, solo l’approntamento delle pratiche di appalto, le opposizioni di Enti e privati e (ancorché superate) l’apertura dei cantieri li  allontaneranno nel tempo in modo tale da non consentire una previsione in cui possa trovare spazio la locuzione “non lontano trasferimento”.

         La verità è che il Direttore non vede lontani neppure vent’anni e siamo noi in difetto , con la miopia che ci perseguita dall’adolescenza .

         Egli può quindi, nel giovanile spirito che lo anima (in prospettive ove, peraltro,  non v’è nulla da spartire con le ossessioni sessuofile di cui si è detto), affermare il prossimo spostamento a monte della ferrovia di cui  sentimmo parlare, come imminente, negli anni sessanta del secolo scorso, dalla voce sicura e determinata dell’allora Ministro Gaspari.

         La grande Democrazia Cristiana! promesse non mantenute? Siamo noi che  abbiamo la vista corta: quelli erano tempi !                                                                                     BELLAMIGO