LEGGI L'ARTICOLO E GUARDA LE FOTO IN PDF
La Provincia di Imperia ha disertato. La Francia presente con
sindaci, deputati, senatori. Ecco 18 immagini inedite di domenica 2 agosto con
tanti volti noti
Quella festa della “fraternità montanara”
Chi c’era e chi non c’era al Saccarello
La Regione con Cassini, Berruti
e Saldo presenzialista ammirevole che non dimentica le sue origini
Monesi – Sono trascorsi quasi due
mesi. In agosto Trucioli aveva sospeso le pubblicazioni, riprese il 6
settembre. Premessa per spiegare il ritardo della pubblicazione delle foto
amatoriali, scatti senza pretese peraltro, di domenica 2 agosto 2009 sul
Monte Saccarello. Durante la celebrazione della Messa, officiante il vescovo
diocesano Alberto Maria Careggio. Poi, a seguire, l’inaugurazione della
“Stele della fraternità montanara”.
Una mattinata sulle Alpi Marittime, con oltre un
migliaio di persone. Volti noti e gente comune. Imperiesi, savonesi, genovesi,
cuneesi, francesi. Una festa-ricorrenza che arricchisce la gloriosa storia di
queste valli.
Altri blog e giornali online
hanno subito dato notizia, senza dilungarsi. Il minimo indispensabile. Unica
eccezione la “sempre presente”, sul territorio, Imperia Tv. Avarissimi di
spazio i due quotidiani più diffusi (uno l’ha addirittura ignorata), ma anche
Rai 3 Regione.
Assai più interessati i “media” dei cugini francesi.
Con più canali televisivi, giornali, notiziari vari. E soprattutto le
istituzioni locali presenti in forza.
Una giorno importante non solo per queste montagne, per
quanti le amano e le rispettano, le frequentano, hanno legami alle origini, da
iscrivere negli annali.
Duplice era l’appuntamento. L’abituale raduno, giunto
al 109° anno, in ricordo di uno dei simboli più amati di questa terra: la
Festa del Redentore. L’imponente statua con il messaggio che “emana”.
Lo stesso giorno è stato scelto, non casualmente, per
inaugurare la “Stele della fraternità” . Iniziativa promossa dal “Club
Alpino Italiano”, sezioni liguri e piemontesi, come recita la scritta:
Bordighera, Imperia, Sanremo, Ventimiglia, Ceva, Garessio, Ormea.
Nell’ambito della “convenzione delle Alpi”.
Coinvolti direttamente i Comuni confinanti su cui sorge
il “pilone”, Briga Alta (Cuneo), Triora (Imperia), La Brigue
(Dipartimento di Nizza, Francia).
Con i tre sindaci, in fascia tricolore, raggianti, a
tratti commossi, come si addice alle ricorrenze importanti, solenni:
Mario Zintilini (neo primo cittadino di Briga che ha pronunciato
esemplari parole di ricordo del compianto predecessore, Guido Lanteri),
Marcello Lanza (Triora) e Bernard Gastaus, “mair” di La Brigue.
Hanno ricordato il valore ideale della stele:
promozione della fratellanza tra i popoli, convivenza, rispetto, amore verso il
prossimo. Ogni comunità col proprio bagaglio, ma con la simbiosi comune della
matrice cristiana, della bandiera europea e nazionale. Cittadini di un’Europa
Unita che persegue il progresso, la pace, il rispetto di tradizioni e culture,
il progresso sociale, il bene comune.
Ad iniziare dalle piccole entità locali, fino alle
massime istituzioni. Senza egoismi nazionali, senza isterismi nelle autonomie,
senza steccati di confine e razzismo. La storia dei nostri emigrati, delle
generazioni che ci hanno preceduto.
Su questa falsariga i brevi interventi di un deputato e
di una senatore francesi che hanno portato il saluto alle comunità presenti.
L’abbraccio ideale delle istituzioni d’oltre confine.
In precedenza la Santa Messa ed una magistrale omelia
del Vescovo celebrante, monsignor Alberto Maria Careggio, applaudito più
volte. Fedeli provenienti dalla Liguria, dal Basso Piemonte, dalla vicina
Francia; dalle città rivierasche ai piccoli centri dell’entroterra. Parte del
suo “messaggio”, il vescovo l’ha ripetuto in francese. Parole e concetti chiari,
senza enfasi, apprezzati e condivisi dai cittadini accorsi alla Festa del
Redentore, all’inaugurazione della stele.
Un presule, monsignor Careggio, molto alla buona
nel suo rapporto umano, nella modestia, nel saper essere umile pastore tra la
gente. Ha meritato la calorosa accoglienza che gli è stata riservata, il
rispetto sincero dei fedeli presenti. Il senso comune di ammirazione e stima. La
sua è stata una partecipazione attiva (munito di macchina fotografica non ha
perso uno scatto), attenta a tutte le fasi della cerimonia civile.
Il vescovo aveva raggiunto il
Monte Saccarello, dopo una marcia di tre ore a piedi, con partenza da
Verdeggia.
Una festa riuscitissima grazie anche allo sforzo e alla
collaborazione di tanti volontari e del Corpo Forestale dello Stato di Imperia,
della Protezione civile.
Ad iniziare dal Cai, col suo presidente
generale, professor Salsa, al Coro del Mongioie, alla comunità di
Mendatica, col sindaco Piero Pelassa, con i volontari della Pro
Loco che hanno preparato il pranzo da campo, a base di specialità della
cucina bianca.
Italiani e francesi che si sono prodigati per la buona
riuscita dell’incontro. Persino la presenza di un ottimo gruppo sinfonico, tra
gli applausi.
Numerosi i sindaci delle vallate, gli ex sindaci, tra
essi il prof. Lorenzo Lanteri di Triora, Guglierame di Pornassio,
Riccardo Cordeglio di Montegrosso. I presidenti di Comunità Montane,
consiglieri ed ex consiglieri comunali. Impossibile ricordarli, citarli tutti.
Ci scuseranno.
Unica nota stonata, da dimenticare, della giornata.
L’assenza in toto di rappresentanti della Provincia di Imperia. Né
presidente, né assessori. Presenti, invece, i vertici del Corpo Forestale
dello Stato della provincia, come emerge anche dalle foto che sotto
pubblichiamo. E ancora, assenza di parlamentari imperiesi e liguri. Tutti
invitati, ovviamente. Tutti in vacanza.
Che dire se messa a confronto con la sensibilità
dimostrata da deputati e senatori francesi. Dall’impegno profuso e messo in
campo da promotori ed organizzatori, dalla collaborazione ricevuta di enti,
associazioni.
La Regione Liguria ha ben figurato con gli
assessori Cassini (imperiese), Berruti. E da un volto popolare,
soprattutto nella sua provincia, Gabriele Saldo, capogruppo in Regione
del Popolo della Libertà. Già segretario provinciale di Forza Italia.
Uno politico che, evidentemente, sa ascoltare, stare vicino alla gente anche
quando irrompono le vacanze di agosto. Un personaggio pubblico presente alle
feste patronali in città e nei piccoli paesi, a quelle ricorrenze che fanno dire
ai cittadini: <Vedi, non si ricorda di noi soltanto in campagna
elettorale>.
A volte, al di là dei risultati e dei traguardi, un
gesto di presenza, di vicinanza, di senbilità infonde coraggio, speranza
nell’avvenire e fa sentire queste popolazioni meno sole. Un “bravo
Gabriele Saldo” è meritato. Come cittadino imperiese prima di tutto.
L.C.