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“ SIAMO TUTTI UN PO’ ABBELINATI!”

di Antonia Briuglia

 

Mi piace citare questa considerazione, tutta ligure, che Libereso Guglielmi  fa a proposito del rapporto tra l’uomo e la natura, perché si adatta molto bene al rapporto che ha avuto e ha il ligure col suo ambiente e il suo territorio.

La responsabilità di ha gestito e amministrato è stata determinante, ma i cittadini, se non rare eccezioni spesso calunniate e criticate, vivono anestetizzati e arresi in un territorio inutilmente cementificato, inquinato e congestionato dal traffico.

Chi gestisce e amministra, di qualunque colore politico,  propaganda ancora un tipo di “sviluppo” del territorio che di tutto sa  meno che di vero progresso.

 Così in un contesto internazionale, dove si parla di green economy con sempre più determinazione, dove Paesi Europei da tempo hanno intrapreso con decisione la strada dello sviluppo ecocompatibile, l’Italia e la Liguria, sembrano andare inesorabilmente in tutt’altra direzione.

Le ambiguità e la mancanza di un nuovo e chiaro progetto, ne fanno una delle Regioni più emblematiche della distruzione ambientale.

Sarebbe interessante sapere quale progetto di sviluppo sta alla base delle scelte che si stanno compiendo in questa Regione che continua ad avere un destino ambientale inesorabilmente compromesso.


Libereso Guglielmi

L’ITALIA, LA LIGURIA E SAVONA.

 

In Italia il cemento distrugge 250.000 ettari di territorio l’anno, la Liguria e la Provincia di Savona continuano, senza sosta, a dare il loro contributo.

A Savona, mentre sta terminando la cementificazione nella darsena del Crescent con impatto visivo devastante, è terminato l’edificio di Via Pia ,ex Astor, che ha deturpato irrimediabilmente  una prospettiva visiva e un angolo della città tra i più preziosi.

Continua, inesorabile, la cementificazione del fronte mare con gli altri progetti tra cui gli ex-cantieri Solimano.

Sul fronte della viabilità, le strade di Savona e quelle di collegamento con i Paesi circostanti, soprattutto a levante, continuano a essere costantemente preda del traffico, di auto, camion, e pullman granturismo, senza limitazioni. Il centro cittadino di Savona è invivibile con strade da incubo che non hanno mai conosciuto piste ciclabili, se non sulla carta e pedoni costretti a fare slalom tra auto in coda o in doppia fila.

L’inquinamento dell’aria è spesso insopportabile, ma quello dovuto alle emissioni della Centrale a carbone (tra le quattro più inquinanti d’Italia) mette la Provincia di Savona ai primi posti, tra le Regioni del Nord Italia, per malattie oncologiche, cardiologiche e respiratorie.

Il litorale e il mare savonese non conoscono soste nella cementificazione. Dopo il progetto della piattaforma Maersk, nella vicina Vado che, oltre a stravolgere l’assetto del territorio e quello marino, porterà un significativo aumento del traffico di merci su gomma in una viabilità già compromessa, continua il braccio di ferro sulla costruzione del porticciolo Margonara  ad Albissola, con cementificazione e grattacielo annesso.

(Proprio di questi giorni un’inspiegabile chiusura dell’area e una manomissione del terreno con l’obbiettivo di renderlo inaccessibile al pubblico.)


L'accesso alla spiaggia della Margonara chiuso

NESSUNA RICCHEZZA

 

Questo scempio che si sta inesorabilmente perpetrando non sta portando ricchezza. Eppure c’è chi pensa ancora che si debba svendere quello che è rimasto del patrimonio pubblico ed esauribile, il suolo, per finanziare chissà quali servizi ai cittadini.

Questo scempio non sta portando neanche vantaggi economici per i cittadini che continuano ad avere un territorio di vani sfitti e non avere, paradossalmente, reale accesso all’acquisto di abitazioni.

Inoltre, sul fronte dell’ecologia, la cementificazione in Liguria e ancor più in provincia di Savona, continua a basarsi su criteri di progettualità superata e impattante, lontanissima ancora dalle indicazioni dell’architettura bioclimatica già consolidata altrove.

Oltre a riscaldare il clima, a richiedere più consumo energetico e produrre sprechi, pone problemi alle infrastrutture presenti sul territorio e a quelle ad esempio di inadeguati impianti fognari.

A questo aggiungiamo la corsa, che sembra cominciata, alla costruzione di opere come impianti di pretrattamento rifiuti che anticipano quelle di inevitabili inceneritori.

Tutto ciò a suggellare il fallimento e la mancanza di volontà a promuovere una raccolta differenziata che in altre realtà  è, da tempo, consuetudine.

SUBITO, UN CAMBIO DI ROTTA.

 

Cambiare rotta nella politica di un ambiente così devastato non è facile, lo possiamo immaginare, soprattutto se non si ha un’ unità d’intenti nella visione di coloro che amministrano.

Mi viene comunque da pensare che ” siamo stati e siamo tutti un pò abbelinati”, perché spesso disattenti e troppo spesso tolleranti, davanti ad una classe dirigente inetta che non ha saputo capire quali fossero le vere emergenze del nostro territorio, che ha sempre violentemente respinto chi chiedeva un cambio di direzione.

Siamo stati troppo tolleranti verso una classe politica debole di fronte ad potere economico interessato solo a spinte speculative.

 

 “Siamo tutti un po’ abbelinati” se non esigiamo un immediato ed  efficace cambio di rotta:

- subito un fermo al consumo del territorio e alla cementificazione a  Savona e nei Comuni limitrofi;

- subito un No deciso alla costruzione di porto e grattacielo a Margonara;

- subito un NO deciso all’ampliamento della centrale a carbone e   promuovere concretamete un suo depotenziamento;

- subito una raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti, in tutta la   Provincia;

- subito un piano del traffico nelle nostre città, la pedonalizzazione del centro cittadino savonese e la   razionalizzazione del traffico delle arterie che collegano Savona ai  centri vicini:

 

SUBITO ! Non aspettiamo che tutto questo  diventi, ancora una volta, merce di  ricatto  per il prossimo, vicino, appuntamento elettorale. 

                                       

 ANTONIA BRIUGLIA