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Alassio, la città delle Ordinanze 'patacca' !

Ecco le domande rimaste senza risposta

E' amaro doversi esprimere in questi termini, ma la verità è sotto gli occhi di tutti. Il Prefetto ha dato ordini precisi come apparso in vari articoli tra cui questo apparso su il Secolo XIX di venerdì 24 Luglio 2009, come attivare tutta una serie di provvedimenti ed attività al fine di contrastare in maniera concreta il fenomeno del commercio abusivo, e tra queste attività anche il presidio delle stazioni ferroviarie.

 

Ebbene, cosa c'è di più semplice se non il presidiare una stazione ferroviaria come quella di Alassio, un fazzoletto, con sole due porte di accesso pedonale attraverso le quali transita tutto il traffico di utenti che arrivano e partono con il treno.

 

Ora viene c'è da chiedersi a chi giova, quali sono gli interessi

nascosti, le (fantomatiche?) protezioni. Insomma qui ad Alassio tutte le sante mattine, alle 10,20 arriva il treno e dalla stazione escono, mischiati ai tanti comuni utenti delle ferrovie, parecchi extracomunitari, oltre 15 o 20, con sulle spalle sacchi pieni di merce irregolare, contraffatta, certamente di dubbia provenienza, senza che nessuno si preoccupi, non solo in modo saltuario e da "titolo di giornali", di interrompere questo "spettacolo". Con la catena di illegalità, a monte, che produce. Noi vediamo solitamente solo la parte finale. Comunque sempre e solo "soldi sporchi", sfruttamento sporco di essere umani. Traffici in mano alla malavita organizzata nazionale ed internazionale.

 

I rappresentanti delle due maggiori associazioni che rappresentano i commercianti, sono del tutto assenti, o fanno promesse di interessarsi al problema, senza fare alcunchè di incisivo, spesso troppo attratti e presi dal coltivare i propri interessi (anche  privati?) nello svolgimento delle proprie attività.

 

I Carabinieri ed i più volonterosi dei pochi Vigili Urbani, si danno un gran da fare, ma tante sono le incombenze istituzionali e quindi specialmente i Vigili, ormai ridotti ad uno sparuto manipolo, non possono fare miracoli.

 

Ma ciò su cui vorrei concentrare l' attenzione dei lettori, è il fatto che i venditori abusivi in questione, sono ormai quasi sempre gli stessi, a volte durante l' estate si aggiunge qualche volto nuovo, ma nella buona sostanza gli 'abituè' non cambiano volto.

 

C'è evidentemente un gruppo di costoro che gode di protezioni (chi sono questi benefattori?). Visto che si riparla di servizi segreti deviati nel traffico dei rifiuti tossici ed in alcune stragi di mafia, non ci sarà mica una manina? Ma ad Alassio perchè nessuno ha finora risposto alle domande sopra poste, ovvero perchè il manipolo resiste da 7-8 anni? Come scritto, ribadito, documentato da Trucioli Savonesi nel corso del 2008 e 2009.

E' vero che alcuni si vantano (millantano?) di ricevere soffiate quando partono i controlli? Non fa riflettere tutto questo squallido quadro di spadroneggiamento, di sfida allo Stato, ai suoi rappresentanti istituzionali? Chi ha l'obbligo-dovere di porre fine a questo smaccato e pubblico predominio del malaffare? Pare superfluo ricordare le decine di sequestri e denunce, se poi le cose non cambiano! Non è la carta di identità di una società civile e democratica. Il senso di impotenza e malessere dei molti servitori dello Stato. La crescente sfiducia dei cittadini.

Anche in questi ultimi giorni di fine estate ad Alassio c'è stato il ripetersi alla luce del sole  dell'abusivismo commerciale, un'attività che danneggia profondamente le blasonate firme della Moda Italiana e di tutto l'indotto che trova in questo settore una delle migliori espressioni della creatività dell'imprenditoria nostrana che tutto il mondo ci invidia.

 

Inutile ripetere che l'evasione di tasse e tributi, il cattivo esempio che si infonde nel mondo del lavoro, lo sconforto che prova chiunque lavori  esercitando la propria attività al meglio e nel rispetto della legalità, il vedere che l'ultimo arrivato può trafficare spudoratamente in barba al rispetto delle leggi vigenti, rovinando per contralto attività sino a ieri floride che ricevono danni irreparabili da questa concorrenza sleale, che spesso conducono alla chiusura. Non sono certo l'espressione del concetto di Stato, piuttosto quello che il maramaldeggiare sia alla fine vincente, qui in Italia, la via dei 'Furbi'.

 

Come si può osservare con evidenze ecclatanti, quali le fotografie allegate, ad Alassio si può occupare illegittimamente ed abusivamente il Demanio Marittimo con l'impiego di bancarelle, in barba a qualsiasi Legge, senza che si intervenga in difesa dei leciti diritti dei cittadini, e men che meno dei regolari commercianti. Non si dica che questa è un'invasione barbarica a cui non è possibile far fronte, perchè non è assolutamente vero !  In altre democrazie questo non accade.

 

Così pure esercitare, come accade e documentato per foto, l'attività d'estetista ambulante, sebbene questa sia vietata da apposita Ordinanza. Se le Forze dell'Ordine provvedono oggi, domani è comunque un'altro giorno, poi tutto si ripete come se nulla fosse accaduto.

Con distratti articoli di giornali che danno notizia, con enfasi, di "operazioni" ignorando la realtà quotidiana. A chi giova, visto i risultati finali?

 

Un giorno, un anno fà circa, uno di questi extracomunitari, ambulante abusivo ad Alassio, disse ad un cittadino:..."anche tu non devi vedere come non vedono gli altri..." .

 

 

A fronte di questa realtà conclamata ci pare lecito ricordare all'Autorità competente di non prestarsi ai proclami,  utili soprottutto ai politici esperti in annunci.Non abbiamo bisogno di "ronde" bianche, rosse, nere. Non abbiamo bisogno di partiti che cavalcando la rabbia di cittadini disinformati, predicano di fatto l'odio razziale. Vorremmo semmai quella "pulizia morale ed etica" che in troppi invocano a parole e pochi praticano nella vita quotidiana. Alassio, purtroppo, sta facendo una pessima figura e non saranno certamente le "ronde padane" a ridarci ciò che la Costituzione prevede. La legalità e l'uguaglianza di fronte alla legge.

 

Un lettore di Trucioli che non si rassegna (via e-mail)