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mail della settimana/ Fabrizio Fasciolo e il ricordo di una vicenda dolorosissima 

<La famiglia mi diede la forza di resistere

Scagionato dopo un'attesa di nove anni>

Finale Ligure -  Il numero 212 di Trucioli Savonesi di domenica 6 settembre 2009 riportava la notizia del premio, nell'ambito della manifestazione Festivalmare de La Stampa-edizione Liguria, assegnato a Fabrizio Fasciolo, presidente dell'Ascom di Finale Ligure, presidente provinciale  e vice nazionale del Silb (sindacato sale da ballo).

Poche ore dopo, rispettando una proverbiale diligenza e efficienza comunicativa, non comune a chi è chiamato a ricoprire ruoli pubblici, Fasciolo "cliccava" a Trucioli Savonesi la prima, attesa risposta. <Ero stato massacrato all'epoca della notizia da voi ripresa - ricorda il presidente Ascom - ma devo anche informarvi che dopo le opportune verifiche  ed i relativi interrogatori da parte del dottor Greco, il magistrato inquirente che ebbe in "eredità" l'inchiesta promossa dai Tiziana Parenti, fui scagionato. Era il giugno del 1998, nove anni dopo i fatti. Devo riconoscere che ricevetti anche le scuse per le lungaggini, di cui non ero assolutamente responsabile>.

E' un Fabrizio Fasciolo addolorato che parla, racconta, descrive quel dramma difficile da cancellare. Da non augurare al peggior nemico, si suol dire. In effetti erano gli anni in cui le cronache si occupavano spesso di operazioni eclatanti della squadra degli uomini dell'allora capitano Michele Riccio e del sostituto procuratore Tiziana Parenti.

<Non ho nulla da spiegare- osserva Fasciolo - se non che toccò anche a me quell'esperienza terribile che Trucioli ha ricordato, spero in buona fede come emerge dall'intero contesto dell'articolo, riproponendo quanto scritto dal Secolo XIX il 18 aprile 1998. Giorni drammatici, per un'accusa per la quale ero innocente. Falsa testimonianza. Ho comunque trovato un magistrato rigoroso e serissimo come il dottor  Michele Greco che propose il mio proscioglimento e fu accolto...>.

Signor Fasciolo, già allora era una persona conosciuta, come visse  i giorni da "arrestato"? <Un'esperienza allucinante, non posso e non voglio entrare nei particolari. Mi risuona un sogno...mia figlia che urlava "ridatemi mio papà". La famiglia, una gita a Gardaland, la forza interiore...il sapermi innocente, aver magari commesso qualche ingenuità. Ma il carcere, le manette...Posso dire che di fronte all'onestà, alla forza interiore che si sprigiona, alla fine prevale quel detto "il tempo è galantuomo...>.

Facile dirlo, difficile metterlo in pratica, almeno dalle confidenze di tanti protagonisti che si sono trovati a vivere, da incensurati, l'onta del carcere o dell'arresto, delle celle di sicurezza. <Ci sono almeno due aspetti - ricorda Fasciolo - l'immediatezza e l'impatto devastante alla parole "da questo momento è in arresto" ; poi i giorni immediatamente successivi la liberazione e dopo ancora. Non solo per il coinvolgimento personale, ma quello degli affetti, delle persone più care, il dover dare decine e decine di volte una spiegazione.... Quell'ombra del sospetto, il ritrovarsi in un alone beffardo che ti circonda, accompagnata la tua giornata, gli incontri con amici, conoscenti...>.

Oltre alla famiglia, può svelare la persona che gli è rimasta più vicina? Fasciolo risponde senza esitazione: <E' terribile per me ricordarlo. Fu Pino Bruzzo  di Varazze che si è spento proprio oggi, e pur essendo ammalato la chiusura dell'Orizzonte è stata per lui una terribile mazzata. Ebbene Bruzzo, col quale avevo un rapporto di vera amicizia e stima, dimostrò in quei giorni grande umanità, vicinanza, fratellanza. Non si vergognava, non aveva paura a difendermi pubblicamente e non solo. Per questo la sua morte è per me struggente...>.

Da anni lei è impegnato in uno dei settori più difficili e a rischio tra le attività commerciali.  Ripagato peraltro dalla stima e dalla fiducia, dalle sue cariche in Confcommercio a Silb. Apprezzato anche per quella sua schiettezza che non è comune.  L'ultimo caso, trattato anche dai giornali, l'annoso problema dell'occupazione del suolo pubblico da parte di esercenti.  Sul Secolo XIX, a Silvia Andreetto, il 2 settembre, Fasciolo ha dichiarato: <Ad oggi esistono e sono evidenti a tutti, situazioni del tutto eclatanti a Finale Ligure, cosi come in altre località balneari e che hanno portato le attività commerciali addirittura a quintuplicare l'esposizione all'esterno. Una situazione che oltretutto crea evidenti problemi di passaggio e soprattutto per le mamme con le carrozzine ed i diversamente abili, tali da non essere più tollerate....>.

E già come non condividere la schiettezza, la franchezza del presidente Fasciolo. L'invito al buon senso, a non creare situazioni che alla fine si ripercuotono e si ritorcono sulle categorie, sul buon  rapporto col cittadino. Non tutti hanno il merito, la lungimiranza dell'assumersi le proprie responsabilità.

Fabrizio Fasciolo è cresciuto tra Genova e Finale,  si occupava di abbigliamento. Quasi una casualità lo avvicinò al mondo delle discoteche; aveva 26 anni quando iniziò l'avventura dello Sporting Club, la sua creatura.

Avrebbe tante testimonianze da raccontare sul suo mondo, può fare tesoro del bagaglio di esperienze. Con una riflessione a voce alta: <Spesso a sproloquiare c'è chi non ha titoli, e peggio ancora a gestire la nostra principale industria, cioè il turismo, sono burocrati. Da chi non ha esperienza sul campo, non rischia mai sulla sua pelle, mentre in una società liberale il valore primario dovrebbe essere il merito, le capacità, dover sempre e solo rispondere alla logica del mercato>.