Enti locali
& finanza creativa Danni
ingenti e la Corte dei Conti L'articolo
41 della legge 448/2002 ha permesso agli Enti
Locali di accedere agli investimenti di capitale
riguardanti i cosiddetti “derivati”: prodotti
finanziari, frutto di quella “finanza creativa”
all'epoca molto di moda importata dagli USA ed
adottata anche da noi su impulso del Ministero
dell'Economia allora come oggi in mano al
centrodestra (Ministero poi convertitosi
rapidamente all'interventismo statale, al “colbertismo”,
al controllo centralizzato sull'operato delle
banche).
I “derivati” sono quelle categorie di
strumenti finanziari il cui valore economico
risulta legato ad una particolare attività
sottostante come il valore di una valuta, di un
tasso di cambio, di indici di borsa: uno
strumento ad alto rischio, successivamente
identificato come uno dei fattori più importanti
della crisi finanziaria esplosa in USA e,
successivamente, allargatasi al resto del mondo
fino a diventare quella crisi economica globale,
all'interno della quale stiamo ancora
dibattendoci.
All'epoca dei fatti poche voci si levarono
chiedendo di prestare attenzione: una
raccomandazione pressoché inascoltata rivolta in
particolare agli Enti Locali, una parte dei
quali invece (circa 737, più o meno il 10% del
numero, ma rappresentanti circa venti milioni di
cittadini: quindi i più importanti e popolati)
decisero di correre l'alea, pur non disponendo,
come oggi individua la Corte dei Conti della
struttura e delle competenze necessarie a
“monitorare costantemente i loro derivati,
restando di fatto costantemente soggetti ai loro
consulenti bancari).
Oggi 387 di quei comuni, che avevano
stipulato con le banche contratti di finanza
creativa, si trovano a fare i conti con perdite
rilevanti: Genova ad esempio si trova di
fronte alla prospettiva di un “buco” ammontante
a 24 milioni di Euro, ed il Sindaco sta
minacciando di chiedere i danni a chi le ha
fatto trovare nel bilancio comunale questa
drammatica situazione.
La Guardia di Finanza ha aperto, soltanto
in questo 2009, 24 indagini sui
complessivi 9,1 miliardi di euro di derivati
sottoscritti dagli Enti Locali: ed è stato
calcolato che, in questo momento, su ciascheduno
dei 20 milioni di cittadini amministrati dagli
Enti Locali sottoscrittori, grava un debito
personale di 1.429 euro.
Oltre ai 737 comuni, infatti, hanno
sottoscritto quelli che ben possiamo definire
come “titoli tossici” anche 40 province e 13
regioni.
Due mesi fa il Presidente della Corte
dei Conti ha spiegato che, con
l'introduzione dei derivati nella finanza
locale, si è registrato, su di una massa di
debito di 5 miliardi un maggior costo di 126
milioni.
Alla fine del Luglio 2009, inoltre, si è
conclusa l'inchiesta della magistratura sui
derivati stipulati dal Comune di Milano (
quattro le banche interessate: Deutsche Bank,
Ubs, Jp Morgan, Depfa) per una ipotesi di
perdita che si aggira attorno ai 100 milioni di
euro.
Per la Regione Lombardia, invece, il colpo
subito appare aggirarsi sugli 80 milioni.
Da rilevare, inoltre, l'altalena micidiale
nel gioco dei tassi: nel giro di un e mezzo ,
fra il 2000 ed il 2002 la Regione Liguria
trasformò un mutuo a tasso variabile in
tasso fisso (con derivato Merril Lynch) e poi di
nuovo a tasso variabile (con derivato Nomura),
una operazione giudicata, sempre dalla relazione
della Corte dei Conti, “di rischio
significativo”.
Nella sostanza il numero dei Comuni che
rischiano perdite rilevanti risultano essere :
al Nord 151, al Centro 104, al Sud 114, nelle
Isole 48.
Quali le origini di questa situazione così
complicata? Per la risposta ci affidiamo al
giudizio espresso da Sergio Rizzo, nelle
conclusioni della sua inchiesta sull'argomento
condotta per conto del “Corriere della
Sera”:incompetenza e superficialità.
Nel rapporto, già segnalato, redatto dalla
Corte dei Conti si legge un elenco
sorprendente:ad esempio, in alcuni casi si è
riscontrato che il rapporto contrattuale era
regolato da una giurisdizione diversa da quella
italiana (nel caso quella inglese).
Ripetiamo; incompetenza e superficialità.
Elementi su cui riflettere da parte dei
cittadini elettori.
Savona, li 10 Settembre 2009
Franco Astengo
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