Chi ha pagato per il Depuratore targato Pci?
Per favore, lasciate stare Teardo.
I responsabili del disastro (impunito) sono altri
Vorrei fare alcune considerazione in merito all'...
Il neo presidente
Nanni
Ferro
annuncia che occorreranno
30 milioni di euro per rifare la rete
fognaria che è un colabrodo.
A tale proposito voglio ricordare, in breve
sintesi, alcuni fatti sulla vicenda del
Consorzio Depurazione.
Sono 15 anni che continuo a ricordare (vedi
n.185 di Trucioli del 25 gennaio 2009) che la
costruzione del depuratore è sorta in
assenza di
licenza edilizia in quanto il
progetto
non
aveva ottenuto il parere della
USL per le gravi manchevolezze insite
nel progetto stesso.
L’impianto, ciò nonostante, fu costruito in
aperta
violazione delle norme di legge.
Alla cerimonia di commemorazione della morte
direttore del Consorzio, l’ing. Antonino
Ruello, tenutasi alcuni anni orsono
presso una sala
dell’Università a Legino, ebbi modo
di dichiarare tutto il mio apprezzamento per
aver egli affrontato con grandissima capacità e
con tanto lavoro (ma anche
con tanto denaro pubblico) i danni
causati dalla pessima messa in opera delle
tubature e degli
impianti del depuratore, oltretutto
realizzati in base ad un progetto, ripeto,
nato fuori dalla legge.
Danni che ancora oggi continuano ad incidere sul
bilancio del Consorzio, e che quindi continuano
a pesare sulla comunità savonese.
All’autore dell’articolo
Dario Freccero voglio fargli
presente che invece di tirare in ballo
il nome di
Alberto
Teardo, avrebbe dovuto ricordare
meglio la vicenda sotto l’aspetto giudiziario.
Infatti come ha ricordato e documentato
recentemente il giornalista
Luciano
Corrado
su
Trucioli Savonesi:
<< Il
“processo depuratore” è stato tra i
più dibattuti, tormentati, pubblicizzati
(coinvolgendo alcuni Big nazionali
dell’industria all’epoca di Mani Pulite) della
storia giudiziaria savonese degli ultimi
decenni. Si concluse con una raffica di
assoluzioni <<
Il 15 gennaio 1994 arresti domiciliari per noti personaggi della
politica savonese, per la maggior parte
dirigenti del PCI..
Nel mese di febbraio altri avvisi
di reato...
L’11 febbraio revoca delle ordinanze
degli arresti domiciliari e il 5 marzo richiesta
(accolta) di archiviazione del procedimento
penale per alcuni di essi. >>
<<… Tra i nomi segnalati nel
capitolo “Le indagini patrimoniali”
emerse, nei primi anni ’80, un’imponente
movimentazione bancaria (miliardi) i cui
intestatari erano dirigenti del PCI… che
direttamente od indirettamente avevano avuto a
che fare con la gestione del depuratore…
>>
Alla luce dei fatti,
probabilmente, le perizie prodotte dall’accusa e
contestate dalla difesa, forse non erano del
tutto errate nell’affermare che la costruzione
delle condotte e delle stazioni di sollevamento
erano inadeguate e perfino difformi dal
progetto.
La spesa di realizzazione fu di
90 miliardi contro i 60 del progetto
approvato con storie di appalti, subappalti e
ri-subappalti. Quindi 30 miliardi in più, poi
tutti i denari pubblici spesi sino ad ora in
risanamento degli impianti ed ora si prevedono
altri 60 miliardi di vecchie lire !
Concludo dicendo che
non ci troviamo in presenza di
errori, come ci informa l’ing.
Ferro, ma della conseguenza
delle
gravissime irregolarità compiute nella
progettazione ed esecuzione dei lavori di cui
nessuno è stato chiamato a risponderne né in sede penale, né in sede
civile
e neanche in sede politica per i gravi
danni subiti dalla cittadinanza per un fatto
così scandaloso !
Savona, 3 settembre 2009.
Luciano Locci
Nota di Trucioli Savonesi: proseguendo nella ormai inusuale regola di
documentare e non far morire la memoria (il
metodo di ogni erba un fascio, ignorando
la storia, è attualissimo), pubblichiamo a fondo
pagina, per la prima volta, il documento
ufficiale
del
Consorzio Depurazione delle Acque che
illustrava le “condotte
di adduzione”. Dopo la conferma
dell’ennesima vergogna (taciuta dai più!) di
spreco di denaro pubblico.
Nell’atto pubblico si parlava espressamente di “tubazioni
protette contro i fenomeni di corrosione, sia
con l’applicazione di rivestimento bituminoso,
sia con l’installazione di centraline di
protezione catodica”.
Comunque c’è un testimone eccellente, a sua
volta memoria storica, che può (volendo)
parlare, chiarire. Ci riferiamo a
Giovanni Battista Busso, tre volte
sindaco di Varazze ed allora esponente di primo
piano della Federazione comunista di Savona. Ma
soprattutto faceva parte dell’organo esecutivo
del Consorzio, con la carica di vice presidente,
con presidente
Pietro Morea (vedi
composizione ufficiale del Consorzio del
6 febbraio 1988 e un articolo del Secolo XIX del
24 gennaio 1988, sotto riprodotto, come pure
foto e descrizione delle due tipologie di
condotte, cemento armato e acciaio).
Busso dal gennaio scorso è stato “richiamato” alla vice
presidenza (vedi Trucioli n.184).
Mentre sul
numero 191 di Trucioli, del 9 marzo 2009, avevamo illustrato uno tra
i capitoli meno noti e inediti dell’inchiesta
giudiziaria che ne era scaturita, ovvero una
relazione allegata
agli atti, dal titolo “Le indagini patrimoniali”.
Il presidente Morea disse al Secolo XIX: <Siamo
di fronte ad una infrastruttura (Depuratore
appunto ndr) dell'ultima generazione, fra le più
avanzate dal punto di vista tecnologico>. E'
proprio quello che è avvenuto, come documentano
i fatti che si sono succediti. Eppure c'è chi
continua a non ricordare, soffrendo di croniche
amnesie. Sindrome patologica sempre più
diffusa. |