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FERMIAMOLI !!!!!!

di Antonia Briuglia

 

Sulla Gazzetta Ufficiale è comparsa l’autorizzazione Ministeriale ad ampliare la centrale a carbone di Vado di altri 460 MW, come richiesto, da anni, da Tirreno Power, come opera d’interesse strategico e di provata urgenza, talmente strategica e urgente da poter fare a meno del parere degli Enti Locali.

Così se anche tutti gli Enti locali, come Comune, Provincia, Regione, dovessero essere contrari a un’opera che, da anni, ammala e uccide i cittadini di un territorio vastissimo; se anche dovessero essere contrari a un ampliamento che, con dati scientifici alla mano, continuerebbe ad avere un pessimo impatto ambientale su un territorio già fortemente compromesso; se anche dovessero essere convinti di un cambio di direzione più moderno, più coraggioso e qualificante: i Ministri Prestigiacomo e Scajola, con la loro autorizzazione unica, potranno superare tutti gli ostacoli e dare l’ avvallo alla Tirreno Power .

 La centrale di Vado è vecchia e obsoleta, ma non per questo, nel corso degli anni, si è chiesto a chi, di volta in volta, la gestiva di operare dei cambiamenti che andassero nella direzione di una maggiore qualificazione e rispetto igienico e ambientale, anzi nel 2007, neanche molti anni fa, si permise alla Tirreno Power di aggiungere un gruppo a gas, anch’esso già tecnologicamente superato.

Con l’ampliamento, richiesto e concesso dal Ministero, si arriverebbe così a produrre 1900 MW, con urgenza e con interesse strategico !!!

La stessa urgenza che imporrebbe, invece, un depotenziamento della stessa centrale, l’unico che vedrebbe  la vera riduzione delle emissioni nocive che giornalmente emette nell’aria .

La situazione è grave e complicata, per il territorio e per le Amministrazioni di Vado e Quiliano che si trovano a fronteggiarla. I mancati ricorsi legali che, sicuramente un tempo, avrebbero perlomeno vanificato il carattere d’urgenza, bloccando l’attuale iter procedurale, oggi pesano come macigni.

La sudditanza delle Amministrazioni locali a Tirreno Power, che lautamente ricompensava l’atteggiamento poco ostile con sovvenzioni e finanziamenti, oggi si rivela essere stata la scelta più stupida.

Le occasioni volutamente perse in passato, oggi segnano un’operazione politica quasi impossibile.

Ma tutti noi, abbiamo il dovere di fermarli, almeno di provarci, di sostenere il Comune di Vado con i suoi coraggiosi Amministratori a portare avanti la loro battaglia.

Qualcuno potrebbe arrendersi in partenza, pensando che invece, ormai tutto è vano ma credo fortemente che non agire sarebbe un segno di resa ancora peggiore.

 

PARLIAMO CON DATI SCIENTIFICI ALLA MANO

Non “beceri ambientalisti” o “ pantofolai” come furono definiti, a Savona, coloro che si opponevano alle cementificazioni dissennate della città ma cittadini che hanno preso coscienza, anche grazie alla presa di posizione dei Medici per l’Ambiente e dell’Ordine dei Medici della Provincia di Savona che frequentemente hanno trovato spazio nella stampa locale e nel Web, per denunciare una situazione sanitaria e ambientale ben diversa da quella conosciuta ufficialmente.

Cito volentieri alcuni concetti espressi dal dott.Franceschi, da sempre capofila dell’opera di sensibilizzazione e conoscenza che sta alla base dell’opposizione all’ampliamento.

 

Quando si progetta un’opera di enorme impatto ambientale come quella prevista a Vado Ligure, è necessario prevedere l’ utilizzo delle migliori tecnologie disponibili attualmente (BAT: best available technologies).  Al contrario, il progetto T. P. prevedeva queste tecnologie solo per il nuovo gruppo a carbone, mentre per i gruppi già esistenti prevedeva soltanto modesti interventi di ambientalizzazione: in definitiva l’ inquinamento dei vecchi gruppi per ogni MW installato era: 3,4 volte superiore per gli ossidi di zolfo, 2,4 volte superiore per gli ossidi di azoto, 2 volte maggiore per le polveri rispetto al nuovo gruppo. Una tale discrepanza non era, per motivi evidenti, tollerabile, e sarebbe stato doveroso dichiararlo con forza nei vari pareri consultivi degli Enti Locali.”

 

Ancora più grave ritengo quanto ci dice Franceschi a proposito dei dati dichiarati da T.P. in fatto di emissioni, visto che sembra che il Ministero delegherà proprio la stessa azienda a fornire i dati di controllo delle emissioni. Della serie il controllore e il controllato sono la stessa persona, all’italiana!!!!

Franceschi ci dice infatti:       

Paolo Franceschi
“T.P. riferisce  dati relativi alle  emissioni di polveri a dir poco ridicoli. E’ universalmente noto, infatti, che oltre alle emissioni di polveri primarie, bisogna calcolare anche le polveri secondarie, che si formano dopo la fuoriuscita dei fumi dalle ciminiere, e che quantitativamente sono assai più importanti delle polveri primarie: in realtà il progetto T.P. dichiara valori di emissioni di particolato  inferiori almeno 30 volte rispetto a quelle reali.”

PROBLEMI POLITICI O SINDACALI?

 

Non possiamo, oggi, neanche dare tutte le responsabilità politiche della vicenda al Governo Berlusconi, perché gli Amministratori di sinistra non ci sono mancati.

In Regione un assessore all’Ambiente di Rifondazione Comunista firma un parere che dichiara:

 “le conclusioni a cui giunge la relazione di incidenza sono sostanzialmente condivisibili” dimenticando le polveri secondarie mai dichiarate da T.P. e ancora più pericolose!

Richiede a IST Genova e ad ARPAL studi per la valutazione dei rapporti fra inquinamento ambientale in provincia di Savona e mortalità generale e per singole cause, senza consultare minimamente l’Ordine dei Medici di Savona, che avrebbero dato un utile contributo sui veri rischi per la salute  con modalità e criteri più attendibili e corretti.

Non possiamo neanche inveire contro gli attuali Ministri perché, quando i risultati di tale indagine venivano presentati, con enfasi, a Savona, la richiesta di autorizzazione dell’ampliamento della centrale giaceva sul tavolo di un Ministro del Governo Prodi che si è guardato bene da prendere decisioni in merito.

Eppure nel 2002, quando la misurazione delle polveri PM 2,5 diventa obbligatoria, la Provincia di Savona è amministrata da un Centro sinistra, che pensa bene di non applicarla.

Vado e Albisola sono amministrate dalla sinistra quando le centraline non  rilevano neanche le PM10.

Nessuna decisione è stata presa quando ancora era possibile.

Nessuna decisione si è voluta prendere, perché, com’è già accaduto in passato per altri esempi eclatanti che hanno fatto storia, il ricatto occupazionale, che qui risulta proprio esiguo, diventa l’arma dell’Azienda e del Sindacato che con abnegazione, continua a svendere la salute in cambio di quello che ostinatamente continua a chiamare “sviluppo”.

La politica del più grande partito della sinistra ha, allora, preso una decisione “macchiavellica”: lasciare la decisione al Governo che sarebbe arrivato dopo Prodi, sapendo che questo sicuramente non avrebbe avuto al suo interno nessuna anima ambientalista a ostacolarla.

Forse non si era messo in conto che a vincere le elezioni, proprio a Vado, sarebbe stato quel gruppetto di ambientalisti che sulla vicenda hanno catalizzato la speranza dei cittadini e che ora pretendono un altro “sviluppo” fatto soprattutto di salute e di riqualificazione territoriale.

 

LA MORTALITA’

Sono i Medici savonesi a dirci chela mortalità totale in Provincia di Savona è aumentata sia nei maschi che nelle femmine rispetto alla media regionale “ e che “ gli incrementi di mortalità sia generale che per malattie tumorali , cardiovascolari e respiratorie, si concentrano prevalente  nelle aree che presentano maggiori livelli di inquinamenti stabiliti in base agli studi di biodiversità lichenica condotti negli ultimi 15 anni in Provincia di Savona da ARPAL, Regione Liguria, Università di Genova.”

Mentre dallo studio ARPAL, IST risultava che:

“La mortalità per tumore non dipenderebbe da fattori ambientali...la mortalità è associata prevalentemente alle patologie del sistema circolatorio, come noto più correlate agli stili di vita che ai fattori ambientali. Allineata con i dati nazionali e regionali (o inferiore) la mortalità per tumore.”

L’Ordine dei Medici savonesi ha sempre definito queste affermazioni false e facilmente confutabili, ma nessuno ha preso in esame tale importante e grave denuncia di una così autorevole realtà professionale del nostro territorio.

E’ tardi per chiederci il perché.

Adesso è il tempo di cambiare interlocutori, chiedere l’aiuto di altre realtà che hanno avuto esperienze di lotta territoriale per avere solidarietà e aiuto concreto.

Non fermiamoci ora, ma uniamo le forze per sostenere l’attuale amministrazione e i cittadini di Vado che stanno portando avanti battaglie che sono le nostre, battiamoci soprattutto perché vi siano indagini epidemiologiche istruite dai  Medici  competenti presenti sul territorio che giornalmente lavorano e studiano le patologie legate all’inquinamento atmosferico.

Non fermiamoci ora, alimentiamo la speranza.

                                                                       ANTONIA BRIUGLIA