versione stampabile

         CENTRALI A CARBONE E MENZOGNE INDUSTRIALI

  Antonia Briuglia

LE ULTIME NOTIZIE DA VADO.

 

Le ultime vicende intorno alla centrale a carbone di Vado e in particolare la protesta di Greenpeace durante la riunione dei G8 dell’Aquila, hanno indotto il Direttore generale della Tirreno Power, Gosio a tornare alla carica e, attraverso le pagine dei  quotidiani locali, ha nuovamente respinto i motivi della contestazione in tema di CO2 e soprattutto in tema di emissioni nocive in atmosfera dell’impianto.

Per Gosio  è tutto falso e questa protesta non fa altro che indebolire la dignità e serietà di una azienda che lavora rispettando i termini di legge e registra e comunica i parametri delle emissioni, che non risultano poi così dannose, tanto è vero che le indagini ARPAL e IST  rassicurano sui dati di mortalità tumorale in Provincia, rendendo troppo allarmiste le  denuncie di segno  contrario.

Considerando poi l’investimento per la  campagna pubblicitaria destinata alle strade delle nostre città è comprensibile il disappunto per una operazione di protesta che in un giorno solo ha ricollocato la centrale tra le principali preoccupazioni dei savonesi.

Le denuncie contro la centrale e il suo progettato ampliamento a cui Gosio si riferisce non sono, però, quelle degli “eco guerriglieri” di Greenpeace o quelle di fanatici ambientalisti locali, ma sono frutto di analisi medico-scientifiche a firma soprattutto di Medici dell’Ordine Savonese che, da tempo, denunciano una situazione alquanto allarmante in tema di salute degli abitanti del territorio interessato dall’impianto.

Il dott. Franceschi, pneumologo e studioso degli effetti oncologici delle sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera, non tace e risponde con dati alla mano, come è solito fare, all’ing. Gosio, ribadendo quello che sostiene da lungo tempo e cioè la scarsa attendibilità dei risultati ARPAL, visto la parziale e tardiva registrazione dei dati relativi alle polveri sottili, e dei dati IST sulla mortalità tumorale dei savonesi.

Non sono “numeri da circo” questi, né bugie, come sono stati etichettati, dagli operai ENEL di altre megacentrali quelli di Greenpeace relativi alle emissioni di CO2 : questi sono i dati realmente oggettivi, perché come spesso in Italia si usa fare i controllori non sono tutti e sempre così estranei ai controllati e l’ oggettività del controllo risulta quasi sempre viziata.

Un’abitudine tutta italiana che spesso induce alla  diffidenza il cittadino, davanti alle rassicurazioni di Multinazionali che, si sa, di “potere di ….. persuasione” ne possiedono tanto!!!  

LA “TECNOBALLA”  DEL CARBONE PULITO

 

La reazione più ferma alla protesta di Greenpeace l’anno avuta gli operai della centrale di Marghera Fusina che hanno definito bugiardi gli ambientalisti che non dicono che la centrale sarà “a carbone pulito” e quindi non ci sarà che un notevole miglioramento nelle emissioni atmosferiche.

Si dà il caso che il “carbone pulito” costituisce una definizione impropria e fuorviante, poiché i dati di emissione di questi impianti  presentano performance enormemente peggiori rispetto a quelle, ad esempio, di un ciclo combinato a gas.

La tecnologia a “carbone pulito” è così definita perché dotata di desolforatori e di denitrificatori; ma si tratta in realtà di sistemi che permettono di abbattere solo una parte delle sostanze inquinanti  come gli ossidi di zolfo e di azoto che comunque continuano ad essere sempre nettamente superiori rispetto a quelle di una centrale di pari potenza a ciclo combinato a gas.

I valori relativi alle emissioni riportati nella sottostante tabella parlano chiaramente

SO2 NOX PM CO2

EMISSIONI SPECIFICHE mg/kWh mg/kWh mg/kWh g/kWh

Centrale a carbone USC 280 420 71 770

Centrale a ciclo combinato a gas (CC) 2 95 1 368

 

In sostanza confrontando la migliore tecnologia a carbone (impropriamente detto “pulito”) riscontriamo che, malgrado la presenza dei desolforatori, i livelli di anidride solforosa risultano ben 140 volte quelli emessi da un ciclo combinato a gas. Analogamente la presenza di denitrifica tori permette di ridurre le emissioni di ossidi di azoto, ma queste restano comunque circa 4,5 volte superiori rispetto a quelle del gas.

Per quanto riguarda le emissioni di polveri fini (PM), anche con l’introduzione di filtri a manica, queste risultano ben 71 volte superiori rispetto a quelle del gas. Occorre però anche dire che la

capacità di trattenere il particolato da parte dei filtri a manica si limita al PM10; i filtri sono assai meno efficaci sul PM2.5 e praticamente inutili per trattenere le polveri ultra fini (PM 0.1, f< 0,1

mm), che, proprio per le loro dimensioni ridotte sono in grado di penetrare negli alveoli polmonari.

La combustione del carbone costituisce poi una delle principali cause di inquinamento da mercurio che, penetrando nella catena alimentare dell’uomo, soprattutto attraverso i pesci, può causare ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo nello sviluppo neurologico e vari deficit.  

Il processo di combustione del carbone rilascia anche svariate decine di sostanze tossiche inquinanti, tra cui Arsenico, Cromo e Cadmio che sono causa di gravi patologie.

Venendo poi alle emissioni di carbonio, possiamo vedere come queste siano praticamente doppie rispetto a quelle di una centrale a gas.

Il punto è che, a prescindere dalla tecnologia impiantistica

adottata, le emissioni di CO2 sono strettamente legate al tipo di combustibile fossile (petrolio,carbone, gas) impiegato, ovvero al suo contenuto di carbonio. Oggi ancora non sono disponibili

meccanismi di cattura adeguati e sicuri del CO2 che permettano di limitarne l’ impatto ambientale.

DIMENTICARE  KYOTO ?

 

Il fatto che una centrale a carbone emetta un quantitativo di CO2 doppio rispetto ad un impianto di pari potenza alimentato a metano, rende il carbone la peggiore scelta per il conseguimento degli

obiettivi di Kyoto, volti a contenere le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici.

Il cosiddetto “carbone pulito” (ad esempio quello usato nell’impianto di Civitavecchia), determinerà l’emissione di circa 810 g di CO2 per kWh prodotto.

Questo significa che la centrale in un anno

immetterà in atmosfera circa 11.066.220 di tonnellate di CO2 (1.980 MW, 6.900 ore di funzionamento). Praticamente 6.038.604 di tonnellate in più rispetto ad un ciclo combinato a gas di

pari potenza.

Le tecniche di cattura del carbonio (CCS) sono ancora a un livello sperimentale e ci vorranno decine di anni per vederle realizzate, ma essendo urgente la soluzione del problema, resta evidente l’errore

di  puntare su un combustibile come il carbone.

 

QUALE CONVENIENZA NEL CARBONE?

 

L’altra accusa mossa alle proteste ambientaliste è quella della economicità del carbone che lo rende competitivo rispetto agli altri combustibili, ma  proprio sul piano economico occorre rammentare che la presunta economicità del carbone è solo apparente

e momentanea: nel rispetto degli impegni di Kyoto e successivi, la normativa ETS stabilisce un costo per le emissioni di CO2, questo svantaggerà sempre più la generazione di elettricità da

carbone.

 In sostanza il meccanismo dell’emission trading è disegnato in modo da annullare la convenienza economica del carbone. Dal momento che il costo della quota di ET sarà uguale al

costo di abbattimento delle emissioni e dal momento che una quota considerevole di tale abbattimento avviene nel settore termoelettrico, il costo della quota sarà uguale al costo di

sostituzione di un kWh a carbone con un kWh a gas.

 Dal momento che il prezzo finale dell’energia

ingloba il valore della quota, il carbone è conveniente solo per

i produttori ma non per i consumatori.

 

I PARCHI …..CARBONE.

 

Nel valutare l’impatto ambientale delle centrali a carbone (anche quello “pulito”) si deve tenere conto di molti altri aspetti, a iniziare dalla dispersione delle polveri durante le operazioni di

approvvigionamento delle materia prime e della movimentazione dei materiali da smaltire (carbone,calcare, gesso e ceneri).

Occorre quindi considerare che una centrale della potenza di circa 2.000 MW , brucia circa 5.000.000 di tonnellate all’anno di carbone e produce oltre 550.000 tonnellate di ceneri da smaltire.

Inoltre consuma oltre 180.000 tonnellate anno di calcare per i filtri desolforatori e 13.000 tonnellate di urea per i denitrificatori.

La centrale consuma, poi, oltre 1 milione di metri cubi di acqua all’anno per gli impianti di raffreddamento e quasi 2,5 milioni per desolforatori.

Produce ogni anno quasi 1 milione di metri cubi di acque inquinate e 6.000 tonnellate di fanghi derivanti dal trattamento delle acque

che dovranno essere smaltite in discariche per rifiuti speciali.

Proprio un bel guadagno!!!!

 

                                         ANTONIA BRIUGLIA