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Alassio, come far fruttare al meglio un investimento su area ex comunale

L’autosilo Il Pino, in attesa del Prg

<Vendesi posti auto allo scoperto>

La sorte di un parcheggio. E cosa accadrà dei garage del mercato ortofrutticolo?



Alassio, lo striscione di "vendesi" nella rampa di accesso del parcheggio "Il Pino"

 

Alassio – Le cronache alassine non sono mai avare di notizie “mielose” quando bisogna far crescere progresso, sviluppo, bene collettivo. Questa volta ci occuperemo di alcune indiscrezioni (da prendere con le molle) che hanno come epicentro la sorte  futura del parcheggio “Il Pino”. O meglio, l’ultimo piano della struttura. Ci sarebbe un progetto per “sviluppare” l’offerta dei box in vendita in una città dove trovare un “posto auto privato” significa creare tesori.

Sicuramente, come documenta lo striscione (vedi foto…) posto all’ingresso della struttura, sono già in vendita posti auto. Poi arriverà forse una copertura, se il Comune darà il benestare. E poi? Solo illazioni, allo stato delle cose.

Ci scusiamo per una precisazione, un indispensabile chiarimento, anche se nessuno l’ha chiesto o sollecitato. Nel numero 207 di Trucioli del 5 luglio scorso abbiamo scritto una “ridicola imprecisione”, a proposito dell’omologazione del casco in dotazione ai vigili urbani di Alassio. Siamo un blog di volontari e a volte il taglio delle spese impone comunicazioni, via cellulare o telefono, stringate. Cosi da pessimi cronisti, in questo caso, abbiamo dato per scontato che l’omologazione dei caschi abbia una scadenza. Una vera stupidaggine di cui vogliamo scusarci, pur non richiesti, con tutti gli interessati. Semmai il problema è di una dotazione di “protezione”, dunque acquisto di nuovi caschi, di ultima generazione. Più sicuri, ma anche più “confortevoli”, per chi deve stare ore sulla strada, al sole e sotto le intemperie. Per un corpo che nella Baia del Sole ha sempre dato prova di efficienza, pur operando in condizioni difficilmente paragonabili con altre realtà rivierasche.

Torniamo al caso Autosilo “Il Pino”. Alle origini l’operazione iniziò con Gianni Badoino, ex consigliere Dc, ex gestore del  Ritz e Moulin Rouge.

La parte bassa dell’immobile (piano strada e interrato) è sempre stata privata. Il cosiddetto plateatico, a cielo aperto, al piano rialzato era del Comune di Alassio che lo gestiva a parcheggio. Una trentina e più di posti, in una zona centrale ed affamata per gli automobilisti.

Il Comune che ha rinunciato a fare “l’imprenditore” (non rientra nei suoi compiti, si dice) ha venduto a privati.

Ora tra i nomi degli interessati all’operazione si parla della Immobil Nord, tirando in ballo anche Vincenzo Zarrillo. Nulla di male, diciamolo subito. Soltanto che ad Alassio si è creato un clima (difficile dire l’origine, anche se si può immaginare) in cui gira che ti rigira circolano quasi sempre gli stessi nomi tra i beneficiati. Tra i fortunati.

 Magari per aver sistemato in enti pubblici i figli, mentre ad altri non è stata concessa tanta fortuna. Magari per altrettanto fortunate progettazioni, con soci di studio che firmano e compaiono ufficialmente. Magari per alcune oculate previsioni da parte di agenzie immobiliari, più “capaci” di altre. Oppure per la gestione di “bagni”.

Nel caso del “Pino”  facendo due conticini delle richieste (per posto auto in vendita e per i prezzi bisogna parlarne di persona, non al telefono) si potrebbe fare un confronto tra quanto incassato dal Comune e quanto frutterà al “bravo” operatore privato la vendita dell’area.

In futuro, dicono all’agenzia, si prevede una copertura. Tutto dipenderà dal nuovo piano regolatore. I tecnici incaricati (con la rigorosa riservatezza verso l’esterno e i responsabili del governo cittadino) decederanno se oltre alla prevista copertura sarà utile alla comunità e allo sviluppo armonico della città, una sopraelevazione vera e propria. Uno o due piani. Non si può fare, del resto, il processo alle intenzioni.

Per ora chi acquista dovrà pagare in base al “prezzo del mercato” (più c’è richiesta, più sale il valore) prevedendo una struttura in legno provvisoria (?) a copertura. In modo da proteggere le quattro ruote da pioggia e sole.

Se Trucioli potesse fare l’imprenditore non avrebbe timori a scommettere sulla buona riuscita del completamento. Ipotizzando persino i due piani. Bisogna procedere a piccoli passi, mai strafare già all’inizio. Un cioccolatino per volta si digerisce meglio e si gusta di più. Passa inosservato.

Un consiglio analogo potrebbe essere dato per chi potrebbe pensare ad un altro investimento utile, in zona strategica. Sfruttare la superficie sotto il mercato ortofrutticolo (davanti alla caserma dei carabinieri). Anche in questo caso speriamo si faccia avanti qualche società, non è il caso di badare neppure alla presenza di prestanome, capace di sviluppare un investimento di utilità sociale.

Infine un piccolo pensiero al recente “ripascimento” in extremis dell’arenile. Si sono lette dichiarazioni di plauso del presidente dei Bagni Marini, Schivo. Tutto bene, ma nell’accennare al “successo” complessivo con poche eccezioni, forse era utile aggiungere che dal Torrione in poi, verso levante l’intervento è praticamente fallito. Come ci ha confermato un bagnino.  

<Per quanto ne so e si vede, in questo tratto, è rimasta una fossa. Il pescaggio e lo “scarico” di sabbia a riva non ha dato risultati. Bisognava intervenire, pur con i tempi stretti ed i limiti, in modo meno approssimativo, tenendo conto delle condizioni del fondale. Anche perché la spesa c’è stata ed i risultati, in questa zona, sono mancati.

Tuttavia non dimentichiamoci che nel 1976 – ’77 ai primi di luglio c’era un litorale, in pieno centro, dove addirittura le cabine erano montate nei vicoli. Forse questa volta si è fatto troppo chiasso attorno al fenomeno. Soffriamo tutti di memoria corta. La natura non si può governare. Ci sono le condizioni del mare, i venti, le correnti. Quest’anno è andata cosi. Certo è un danno, ma il “can can” a volte è controproducente, inutile. E’ come se gridassimo contro qualcuno trovandoci a gestire un’estate ricca di pioggia e povera di sole>.