Trucioli 207 del 28
giugno aveva scritto del “caso Sanremo”
Noi cronisti “vu
cumprà”
Condannati a eterna
gavetta!
Anche un commento de
La Stampa del capo redattore Chiaramonti ha stigmatizzato
la scelta della neo
giunta Zoccarato di rimuovere le panchine pubbliche…
![]() Albenga, Dario Franceschini arriva alla stazione, acclamato da simpatizzanti, scortato da un agente "speciale" delle polizia e dietro, con gli occhiali e maniche corte, Giò Barbera. (IL PONENTE) |
Sanremo – Dopo l’articolo sul 207 di Trucioli del 28 giugno, a cura di
“giornalisti liberi”, ci sono giunte
segnalazioni e telefonate, che coinvolgevano a
tutti i costi lo zampino, nel nostro lavoro di
volontariato, del giornalista professionista
Giuseppe (Giò) Barbera. Un collega stimato e per
anni, come dimostra la coraggiosa lettera
inviata (vedi…) nel maggio 2000 e sotto
riprodotta, a “Il barbiere della Sera” (nella
rubrica Mi manda Picone), anche sfortunato. Ha tirato il carro e la cinghia, secondo un vecchio detto. Ha scritto, come collaboratore dalle province di Savona e Imperia, per vari settimanali e quotidiani, televisioni locali, radio,(tra essi Repubblica-Lavoro, La Gazzetta del Lunedì). Fino ad essere assunto, come redattore, al Secolo XIX, redazione di Imperia, con Roberto Berio (caporedattore), Marcello Gattai (caposervizio), i colleghi Natalino Famà e Loredana Grita. |
Nello stesso periodo l’altra redazione provinciale, a Sanremo, aveva in forza Maurizio Pellissone (vice caporedattore), Luca Sirtori (capo servizio), con Claudio Donzella, Agostino Lanteri, Fabion Pin.
Seguirono un avvicendarsi di scossoni, il declino delle vendite e della
pubblicità, la riorganizzazione ultima, con
un’unica plancia di comando (Uomini Liberi
l’aveva anticipata) a Savona, trasferimenti ed
avvicendamenti in serie. Faremo un’”informativa”
ai lettori nel prossimo numero perché ci sono
state (e ci saranno) novità “storiche” anche a
La Stampa di Savona e Imperia (in parte
iniziate).
Torniamo a Giò Barbera che “onoriamo” in foto, in
occasione della visita di Dario
Franceschini (Pd) ad Albenga. Spesso in
primo piano fotografico nelle occasioni
importanti che animano la Riviera.
Giò, classe 1966, assunto alla redazione di Imperia dove ha lavorato con
entusiasmo, passione e successo, era stato
destinato, contro la sua volontà, a Savona e qui
è iniziato un tiro alla fune (tra malattie e
ferie) che alla fine l’ha indotto alle
dimissioni per dedicarsi al giornalismo via
Internet.
Poiché della vita dei giornali e dei suoi artefici non si parla e non si
scrive quasi mai, Trucioli ed il fratello Uomini
Liberi, grazie ad Antonio Signorile, sempre
dietro le quinte e lontano dalle passerelle,
finora restano i soli a dare saltuarie notizie.
Alcune anche in anteprima nazionale. Come l’arrivo del nuovo direttore a
La Stampa, il flop della nomina alla direzione
de Il Secolo XIX, l’arrivo a Savona del capo
redattore centrale Roberto Onofrio
che sovrintende tutto il ponente ligure ed il
basso Piemonte. Un tentativo di rilancio della
gloriosa testata ligure che alcune indiscrezioni
indicano abbia raggiunto il minimo di vendita in
edicola (65 mila copie), rispetto alle 140 mila
degli anni migliori. Sono in molti ad augurarsi
che sia possibile risalire la china, ma finora
le medicine non darebbero i frutti sperati.
Due mesi fa Trucioli ha pubblicato la lettera-testimonianza di un altro
giornalista deluso e sfortunato del ponente
ligure.
Le storie, le vicende umane e professionali da raccontare sono tante.
Nessuno ne ha mai parlato.
Mantenendo gli impegni, lo faremo noi. Con le nostre “povere” forze.
Poco alla volta. Con lo stesso coraggio e la
stessa fermezza, coerenza, con cui Giò
Barbera nel 2000 firmava il “non mi
nascondo”.
Lui non c’entra con gli articoli a “cura di giornalisti liberi” o “vu
cumprà” dall’imperiese.
Non è stato lui a chiedere di chiarire. Non ne ha bisogno. Poiché merita
rispetto anche per il suo “passato” e gli auguri
per il “futuro”, meglio non lasciare ombre,
equivoci, strumentalizzazioni interessate.
R.T.
24 MAGGIO 2000 - GIO’
BARBERA
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