Gruppo Consiliare del Comune di Savona aderente a
Democrazia e Socialismo
E ora dell’Acts ecco la mia
“verità”
Quei due milioni di euro del
Metrobus...
Dal polverone dei giornali, ai
proclami. Le discriminazioni della Regione a favore della Sar. Sparita la
società Arca srl. Le colpe del passato. E oggi?
di Roberto De Cia*
Le vicende delle aziende
partecipate dai Comuni e dalla Provincia, dopo
un prima fase di assestamento alla nuova
normativa, entrano ora nel vivo delle scelte che
dovranno essere fatte da qui ai prossimi anni.
Tra accorpamenti, fusioni,
privatizzazioni di rami d'azienda, il tema su
quale strategia deve fondare l'azione del
pubblico, si fa sempre più stringente, così come
la trasparenza verso i cittadini che sono i
proprietari/utenti dei servizi erogati, in ogni
atto che occorre fare.
Per questo motivo ho
deciso di dedicarmi con la maggiore attenzione
possibile a queste aziende e conto di farlo con
umiltà, ma decisione, vista la posta in gioco. |
Iniziamo a porci alcune domande e fare qualche riflessione
su
ACTS, da
qualche settimana sul proscenio dell'attenzione pubblica per le agitazioni e gli
scioperi del personale.
Intorno a questa azienda e alla sua passata dirigenza, si
è creato un polverone giornalistico
e politico, che ha impedito a molti di capire i veri problemi di quella realtà
d'impresa. La stessa attuale dirigenza, nel tentativo di costruirsi un immagine
“nuova e diversa” ha consegnato alla riflessione dell'opinione pubblica una
serie di proclami e di slogan che scaricavano, a dire il vero con stile poco
anglosassone, responsabilità e colpe sui predecessori.
Eppure, vale la pena ricordare che sino alla famigerata
gara di affidamento del servizio voluto dall'Amministrazione provinciale allora
in carica, l'ACTS
raggiungeva, esattamente come ora, il formale pareggio di bilancio.
Va ricordato che in quel periodo il totale dei ricavi
pubblici (ovvero la somma dei trasferimenti, leggi contributi, degli Enti locali
e della Regione), assommava a circa il
51% del totale dei costi dell'ACTS.
Oggi questi contributi coprono il
60% dei
costi dell'azienda ( a detta dell'attuale Presidente). Sono circa
un milione e mezzo di euro, che indubbiamente aiutano una
situazione difficile, ma che forse fanno capire meglio i problemi strutturali e
non “personali” dell'azienda.
Sino a 2 anni e mezzo fa, gli obiettivi principali che i
soci ( gli enti locali) hanno dato all'allora dirigenza, riguardavano la
necessaria integrazione e fusione con la
SAR e la metropolitana leggera.
Sul primo punto non si hanno più notizie della società (ARCA
srl) messa in piedi proprio tra
ACTS e SAR.
Società che avrebbe già dovuto mettere in campo iniziative di risparmio e di
integrazione tra le due aziende pubbliche.
Della metropolitana, sappiamo che proprio ad una settimana
dall'aggiudicazione della gara, la Giunta provinciale di
Bertolotto cambia idea e manda a
monte tutto, nonostante i finanziamenti assegnati dal
CIPE,
provocando tra l'altro uno sbilancio dell'azienda di quasi 2 milioni di
euro, denari che,
ACTS aveva
speso in quanto delegata ad agire per conto della
Provincia
che era infatti il soggetto proponente dell’opera pubblica “Metrobus”- come da Accordo di Programma approvato dall’Amministrazione Provinciale e dai Comuni di Savona, Vado Ligure,
Albissola Marina e Albisola Superiore.
Soldi pubblici, che piacerebbe capire come e dove sono
stati contabilizzati.
Sappiamo che le difficoltà dell'azienda sono strutturali,
perchè ad esempio il contributo regionale
chilometrico ad
ACTS è di
circa
1euro40cent, mentre, per esempio
quello di SAR
è di circa
1euro88cent. Questo nonostante che
ACTS faccia
6 milioni
di km all’anno, mentre
SAR circa
2milioni
e mezzo.
E' quindi necessario capire meglio, che questa azienda ha
avuto, ha ed avrà problemi strutturali e di difficile soluzione, al di là dei
proclami e degli annunci, se la situazione continuerà a lungo in questo modo.
Occorre capire, che le responsabilità di errori strategici
e valutativi, appartengono ad una platea molto più ampia del
Consiglio di
Amministrazione precedente. Occorre essere consapevoli che il nucleo
di ogni piano industriale di un
azienda pubblica di trasporti, oltre al pareggio di bilancio, dovrebbe contenere
le linee strategiche per incrementare l'utilizzo dei mezzi pubblici ed il
soddisfacimento dell'utenza e questo determina scelte da parte dei soci (leggi
Comuni e Provincia) coerenti con questa impostazione.
Bisogna evitare che i rapporti con i lavoratori
dell'azienda si sfaldino, a causa di un organizzazione del lavoro, che
privilegia i tagli finanziari alla qualità del lavoro.
Tutti questi punti sono strategici se si vuole difendere
ed incrementare un servizio pubblico così essenziale. Almeno sino a che, con
scelte trasparenti, non si decida di privatizzarlo.
Roberto De Cia