<La mia testimonianza sulle sagre...
addio agli alimenti caserecci>
di Alessandro Panizza
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Complimenti a Trucioli Savonesi, ha colpito nel
segno ancora una volta.
Il discorso sulle sagre (vedi...
n.206 del 21 giugno) meriterebbe
pagine e pagine di giornale per essere
affrontato seriamente.
Nella mia piccola esperienza (conclusasi ormai
da diversi anni) di responsabile agli acquisti
per la sagra "Cinque
giorni a
Balestrino, mi sono sempre
adoperato per acquistare prodotti di assoluta
qualità, risparmiando semmai sul trasporto
(fatto in proprio o da associati) e sui passaggi
intermedi.
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La verità è che non è più possibile con le
attuali normative produrre alimenti caserecci e
quindi alla fine si va tutti più o meno dagli
stessi fornitori di prodotti confezionati.
A ciò aggiungerei almeno altre due cause che
hanno portato alla massificazione (nel senso
peggiore del termine) delle sagre paesane:
1) la carenza di persone che abbiano ancora
voglia di prestare servizi gratuiti per la
collettività;
2) la sempre maggiore incompetenza in campo
alimentare dei nostri turisti, abituati alle
mense aziendali, che non sanno più distinguere
tra una frittata alle erbe selvatiche e una di
bietole con aromi artificiali.
Capite bene che in queste condizioni non avviene
neppure quella selezione naturale tipica del
libero mercato che potrebbe sopperire alle
mancanze del signor
Scrivano.
L'unica selezione ancora possibile è quella dei
prezzi, ma forse i nostri turisti abituati ai
climi rigidi e alle nebbie pagano volentieri
qualche euro in più per mangiare all'aria aperta
le stesse cose che potrebbero mangiare
comodamente seduti al ristorante.
Cordialmente
Alessandro Panizza |