LA PATERNITA' DELLA SCONFITTA SAVONESE?

<COLPA DEI MOVIMENTI NEGAZIONISTI>

(Clamorosa rivelazione ai giornali dell’illuminato, saggio e onesto esponente Pd)


di Franco Astengo


I giornali locali usciti oggi, domenica 28 Giugno, ospitano sulle loro colonne un lungo intervento opera di un illustre e navigato dirigente ed amministratore del PD che indaga sulle cause della sconfitta subita dal suo partito nelle recenti elezioni provinciali di Savona e sulla perdita di molte, importanti amministrazioni comunali, da Vado Ligure a Carcare, da Albisola Superiore a Varazze.

Alcune affermazioni contenute nel testo risultano francamente sorprendenti, per faciloneria ed arroganza, ed è allora il caso di intervenire nel merito.

Partiamo da una frase che davvero colpisce: Vado Ligure, a dire di questo illustre amministratore, sarebbe caduta in balia di esponenti di “movimenti negazionisti”.

Premesso che, dal nostro punto di vista, rimane un elemento di riserva circa i movimenti collegati ad una “single issue” (come è stato nel caso di Vado Ligure, la vicenda Maersk) che si trasformano molto rapidamente in partito presentando liste elettorali, rimane la gravità di un assunto “negazionisti e di un termine”in balia”, che fornisce l'impressione del come la Città sarebbe rimasta, suo malgrado, prigioniera di un'orda dalla quale ci si può aspettare soltanto atti distruttivi: si può comprendere come un uomo abituato a vincere, risulti un po' disadattato a commentare sconfitte, ma raramente abbiamo incontrato simili atteggiamenti al riguardo di avversari politici, provvisti nel caso di una storia ben precisa, collegati fortemente al territorio, capaci di reagire ad un sopruso come quello perpetrato a suo tempo con la negazione dell'esito di un referendum, in maniera ordinata, democratica, capace di un coinvolgimento della popolazione rimasta, evidentemente, in buona parte priva dei propri riferimenti storici (riferimenti che si debbono ricordare come fossero “saldissimi” per un lungo periodo di tempo).

Il secondo punto che, invece, è bene sottolineare al riguardo dell'articolo in questione riguarda le ragioni di fondo della sconfitta subita dal PD, individuate essenzialmente in “ragioni di vincolo interno” (scarsa coesione, litigiosità, incapacità a stringersi attorno a pur ottime candidature).

Non è il caso, in questa sede, di replicare ancora con numeri elettorali che pure sono già stati abbondantemente forniti e che, per quel che riguarda l'amministrazione provinciale, individuano nella debolezza del candidato – presidente una delle cause rilevanti del passaggio dal centrosinistra al centrodestra: non è possibile lasciar spacciare per vera la favola della rimonta, tra il primo turno e quello di ballottaggio, in realtà l'avvicinamento tra i due candidati è avvenuto a causa del maggior peso dell'astensionismo sul centrodestra, senza che il candidato del centrosinistra (scelto con primarie “finte” all'interno del partito, per poi proporlo ad alleati deboli, tanto è vero che la maggior parte delle liste che lo hanno appoggiato si sono collocate tra l'1% e lo 0,19%)risultasse in grado di recuperare un solo voto, anzi perdendone circa 10.000, in dimensione omogenea rispetto ai collegi in cui è, elettoralmente, suddivisa la nostra Provincia.

Il dato più importante, però, risiede nel mancato interrogarsi sulle cause, vere , di fondo sui motivi della debacle: quelli riguardanti le politiche concrete che Regione, Provincia di Savona (tra l'altro, da chi era stato scelto il Presidente uscente, risultato alla fine addirittura incapace di concludere la tornata amministrativa?), il distacco crescente dall'opinione pubblica, l'aver snobbato gli alleati in nome di una assoluta presunzione riguardante la cosiddetta “vocazione maggioritaria” e, soprattutto, la politica del territorio, i processi di cementificazione, i progetti di invasione dei tratti di costa come nei casi “Fuksas” e “Maersk”, l'incapacità di difendere e promuovere lo sviluppo, dal caso Ferrania in avanti, il cedimento alle logiche dei “poteri forti” e della politica al “servizio” organico dei progetti di speculazione.

Forse il PD non ha perso per questi motivi?

Forse il PD non si interroga su queste ragioni per motivi di mera logica interna, invece di mutare decisamente rotta e cancellare con un passato che ha portato in questa situazione?

Più probabilmente, però, è il progetto del PD, complessivamente e specificatamente come questo è stato declinato a Savona, a non risultare all'altezza, a non produrre dirigenti provvisti di strumenti culturali che li pongano in grado di comprendere le reali ragioni per le quali i cittadini reclamano una “diversità” e non una semplice omologazione a scelte che, sul piano politico, potrebbero appartenere indifferentemente a ciascuno dei due schieramenti del vacillante bipolarismo italiano ( in Liguria, poi, alla fine sarà “bipolarismo”?).

Non esiste un minimo di capacità di interrogarsi su questi punti?

Siamo rimasti davvero colpiti dalle argomentazioni usate da questo illustre e navigato amministratore e ci siamo limitati ad una confutazione contingente: certo è, per concludere che la sinistra, se vuole esistere, deve prendere tutta un'altra strada con una secca presa di distanza da questi metodi di governo e da questo tipo di analisi. Deve essere proprio dura, per chi si ritiene di sinistra, sedere nelle stesse giunte con chi propugna il tipo di affermazioni che abbiamo letto in questo articolo.

Savona, 28 Giugno 2008                                               Franco Astengo