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DIALOGO COL MIO "ALTER EGO"
(chiamato semplicemente "ALTER")
VENTIQUATTRESIMA PARTE
di Aldo Pastore
Aldo Pastore

ALTER: Caro Aldo, intendo rispettare gli impegni presi la scorsa settimana; sono pronto, quindi, a discutere sulla situazione attualmente esistente nel settore produttivo agricolo e sulle possibilità occupazionali giovanili ad esso connesse.

 

ALDO: Un momento, Alter! Dobbiamo metterci d’accordo, preventivamente, sui limiti dell’argomento che, oggi, vogliamo trattare; non dobbiamo dimenticare, in proposito, che l’agricoltura rappresenta la funzione più antica e più importante delle attività umane, non soltanto nella sua accezione economica, ma anche nella sua valenza sociale e culturale: interi popoli continuano a sopravvivere, nel Mondo, affidandosi unicamente alle pratiche agricole!

Non dimenticarti, poi, che alle modalità di praticare, in concreto, la coltivazione dei beni agricoli, sono associati altri problemi di estrema complessità, quali, ad esempio, le Disponibilità Idriche; voglio semplicemente ricordarti che l’acqua  è fondamentale per l’agricoltura, la quale, per di più, rappresenta il settore a più alta incidenza nel consumo di risorse idriche; desidero evidenziarti, di conseguenza, che il rapporto fra un’indispensabile crescita della produzione agricola (per sfamare la popolazione mondiale in progressivo aumento) e la ridotta disponibilità di risorse idriche rappresenta, attualmente, il più importante dei problemi strategici da affrontare, addirittura in ambito internazionale.

Voglio, infine, accennarti ad alcuni problemi (ripetutamente da me affrontati in passato) che vanno dalle Deforestazioni per ottenere sempre più spazi dedicati alle coltivazioni, alle Monoculture ossessive, unicamente finalizzate ad ottenere il maggiore profitto economico possibile, alle modalità di Concimazioni delle Terre, al massiccio  e disordinato ricorso ai Disinfettanti ed Antiparassitari Chimici, sino a giungere al ricorso agli OGM ed alle più sofisticate tecniche di Ingegneria Genetica.

Caro Alter, dobbiamo, oggi, discutere su tutto questo? Ti faccio notare che per affrontare seriamente tutti questi problemi occorrono almeno venti giorni e non soltanto le due ore che abbiamo a disposizione!

 

ALTER: Ma no, Aldo! Io mi riferivo soltanto ai problemi occupazionali delle nuove generazioni nella nostra Liguria! Non a caso, abbiamo affrontato, nei nostri precedenti incontri, le possibilità future di impiego dei nostri giovani nel settore  Industriale ed in quello Turistico!

Il tema che noi, oggi, dobbiamo affrontare è il seguente: la Liguria offre disponibilità occupazionali anche nel Settore Agricolo? Oppure no?

Bene, Aldo! Io non sottovaluto affatto i complessi temi, da te ora semplicemente accennati; sono gli argomenti che, a mio modo di vedere, dovrebbero essere alla base delle discussioni del Prossimo G8 ed i risultati di questo fondamentale confronto internazionale non sono affatto scontati!

Ma rivolgiamoci al concreto, Aldo: noi due non abbiamo nessun potere per cambiare le sorti di questo nostro piccolo mondo, ormai seriamente ammalato!

Parliamo, quindi, soltanto della nostra realtà locale!


Giuseppe Politi

ALDO:  Benissimo, Alter! Ma, da dove partiamo? Domandiamoci, allora quali sono le attività agricole tradizionali della nostra Regione ed esaminiamo le loro potenzialità future!

 

ALTER: Per natura e tradizione, l’attività agricola, nella nostra Regione, è stata rivolta fondamentalmente, oltre alla FLORICOLTURA, ad altri TRE SETTORI:

- L’OLIVICOLTURA

- L’ATTIVITA’ ORTO-FRUTTICOLA

- LA VITICOLTURA

Si tratta di Settori di Nicchia, alquanto ristretti, ma di eccezionale importanza, sotto molteplici aspetti.

La rimanente produzione (dai cereali alle patate, agli agrumi) è limitata a pochi e volenterosi coltivatori, ma risulta essere scarsa, soprattutto sotto il profilo quantitativo.

Ragionando, tuttavia, in termini più complessivi, debbo dirti, Aldo, che mi sento molto preoccupato, perché vedo e tocco con mano che l’attività agricola tende ad essere abbandonata nei nostri piccoli paesi (soprattutto: collinari e montani), perché, tradizionalmente, poco remunerativa.

Constato, Aldo, che se è pur vero che i generi alimentari tendono, quasi quotidianamente, a salire di prezzo, è altrettanto vero che l’entità di quest’ultimo viene ad essere determinata e decisa dalla lunga ed articolata filiera commerciale, che sovraintende al settore; dal dettagliato esame di questa filiera emerge che gli autentici beneficiari dell’alto prezzo al dettaglio sono i grossisti dei mercati  ed i commercianti e non già i contadini produttori.

 

ALDO: Non dici nulla di nuovo al riguardo, Alter!

Le osservazioni, da Te ora formulate, coincidono esattamente con i rilievi fatti, nel Maggio ultimo scorso, da GIUSEPPE POLITI, Presidente della CIA (la Confederazione Italiana Agricoltori) che conta, in campo nazionale, circa Settecentomila Associati, tra cui i Duecentottantamila Titolari di Impresa.

Riporto le sue parole:

“E’ noto da tempo: ABBIAMO UNA CADUTA DEI PREZZI ALL’ORIGINE, LA QUALE NON SI RIPERCUOTE SUL PREZZO AL CONSUMATORE, CHE NON CALA.

Il rapporto è di 1 a 3, oppure di 1 a 4: insomma, il prezzo finale è tre, quattro volte superiore rispetto a quello pagato al coltivatore.

Dove ha condotto questa aberrante situazione? E’ presto detto: NEL 2008, HANNO CHIUSO 20.000 AZIENDE E, NEL 2009, 50.000 RISCHIANO DI ANDARE FUORI MERCATO; insomma: UNA CRISI NELLA CRISI.”     

 

ALTER: So benissimo, Aldo, che questo è un problema antico e globale: da che mondo è mondo, il lavoro del contadino o dell’agricoltore è stato retribuito in misura misera, in ogni angolo della Terra! Purtroppo, questo accade anche nella nostra, piccola Italia!

Quindi: la prima riforma da attuare nel nostro Paese dovrebbe essere quella di sostenere l’attività agricola ed, in questo contesto, il valore economico e sociale del contadino!   

Ma tu, caro Aldo, cerca di andare a spiegare questo elementare concetto ai nostri Economisti o, peggio ancora, ai Detentori del Grande Capitale!

Ma…non divaghiamo, Aldo; torniamo al concreto ed ai settori produttivi della Liguria, che poc’anzi ti ho segnalato.

E’ possibile aumentare la produzione e, contemporaneamente, pervenire ad una migliore qualità del prodotto?

Immagine: ossidazione.jpg

ALDO: Certamente, Alter! Ma, per giungere a  questo duplice risultato è necessario, a monte, risolvere il PROBLEMA DELL’ACQUA e del SUO UTILIZZO.

Dobbiamo partire dalla Premessa (addirittura ovvia) che per giungere ad un incremento quantitativo e qualitativo della produzione, soprattutto nel settore ortofrutticolo, è necessario un idoneo apporto idrico, ma che, paradossalmente, nella nostra Regione, esiste un carenza quantitativa di acqua.

Qualche amministratore, ancora oggi, continua ad insistere per sottrarre acqua alle Regioni a noi vicine, utilizzando, ad esempio, le acque del Tanaro: è un segno ben evidente e tangibile  di un’arretratezza politica e culturale, addirittura fuori del comune; personalmente continuo ad insistere su un mio antico concetto, caro Alter: è necessario RIUTILIZZARE LE ACQUE REFLUE DEGLI ATTUALI (pochi) E FUTURI IMPIANTI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE DI SCARICO URBANO

Riporto, in tal senso, quanto già da me scritto in passato (vedi : pubblicazione – SCIENZA E UTOPIA – pagina 73):

“Il riutilizzo delle acque reflue, derivate dagli impianti di depurazione, è di fondamentale importanza per il nostro avvenire; infatti, sul piano quantitativo, attraverso il riutilizzo delle acque depurate, è possibile ridurre al venti per Cento del valore attuale la richiesta di acqua potabile.

Ma, il riciclaggio di queste acque è fondamentale per gli usi agricoli, anche per un altro motivo; infatti, il loro utilizzo può ridurre i trattamenti terziari in agricoltura, perché le acque reflue possono contenere concentrazioni elevate di nutrienti,  che rendono evitabile il ricorso a fertilizzanti di sintesi; quindi, attraverso il loro impiego, è possibile offrire un notevole contributo al riequilibrio dei cicli idrogeochimici ed è possibile, altresì, pervenire a significativi risparmi energetici ed economici.”  

Desidero aggiungere che, verso un obiettivo analogo, si sta rivolgendo, con positivi risultati, una parte dell’ OLIVICOLTURA LIGURE; cito, in proposito, quanto riportato, in data 6 Novembre 2008, da MILENA ARNALDI sul quotidiano “IL SECOLOXIX” :

DA ELEMENTO INQUINANTE A RISORSA

Diventa realtà e si concretizza, con una visione di tipo industriale, il prototipo di un impianto per riutilizzare l’ACQUA REFLUA DEI FRANTOI. Da liquido di scarto ad acqua benedetta per le aride campagne liguri; acqua pura, portatrice, tra l’altro, di residui non più tossici, ma benefici per la salute della pianta”

Entrando nel dettaglio, è necessario precisare che si tratta di un PROGETTO, inserito nel contesto di una Ricerca condotta dal Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Genova, che si propone di affrontare, approfondire e, possibilmente, risolvere il PROBLEMA IDRICO all’interno dell’ Industria Olearia Italiana, negli articolati aspetti del suo intero ciclo, dall’approvvigionamento all’utilizzo, dalla depurazione al riutilizzo del Bene-Acqua.


Carlo Petrini

ALTER: Tutto questo  può andare bene, caro Aldo, ma non è sufficiente a risolvere  il problema dell’agricoltura ligure e delle sue conseguenti possibilità occupazionali.

Personalmente ritengo, in armonia con il pensiero di CARLO PETRINI (ideatore di SLOW FOOD), che sia necessaria una sostanziale riconsiderazione del rapporto dell’uomo con la TERRA, che lo nutre; occorre, a mio modo di vedere, una NUOVA “RIVOLUZIONE VERDE”, imperniata sulla dimensione umana della sostenibilità anche intergenerazionale e non, come nella precedente versione degli anni ’60, sulla dimensione quantitativa del prodotto.

Bisogna gradualmente adottare nuovi principi di produzione, che poggino sulle antiche tradizioni contadine, purtroppo dimenticate; in altri termini, occorre coltivare i nostri terreni, secondo i canoni dell’AGRICOLTURA BIOLOGICA.

Caro Aldo, sono rimasto favorevolmente impressionato, in tal senso, da un’acuta osservazione di ALESSSANDRO LETO, che ti ripropongo:

“Quanto succede in molte metropoli, anche italiane, con il recupero della sana abitudine dell’orto (a volte anche condominiale) è un chiaro segno di come la gente comune abbia percepito il pericolo incombente e cerchi di fronteggiarlo riccorendo a radicate dosi di buon senso, riscoprendo quell’antico legame ancestrale che lega l’Italiano alla terra.”

Aggiungo, Aldo, che sono confortato e rafforzato in questa mia visione del problema da due fatti, di consistente rilievo:

- la proliferazione, anche il Liguria, di Aziende Agricole “Bio”, che pianificano la loro produzione in funzione della domanda di Gruppi d’Acquisto, che si consorziano per comperare frutta, verdura, carne e latte a prezzi convenuti, eliminando le costose tappe intermedie;

- le innovative iniziative, conosciute come “KM. ZERO”, che si impegnano nella vendita di quanto prodotto nella propria zona, eliminando, di conseguenza, il costoso trasferimento nei mercati.

 

ALDO: Concordo con la tua visione, Alter, ma…soltanto in parte.

 A mio modo di vedere, è necessario, anche nella nostra Liguria, UN PERCORSO PARALLELO TRA CULTURA CONTADINA TRADIZIONALE ED INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA, SOTTRAENDO L’ESCLUSIVITA’ DELLE NUOVE SCOPERTE AI MONOPOLI IMPERANTI.

In altri termini, io credo che non sia corretto continuare ad avere preconcetti e pregiudizi nei confronti della Scienza e delle Tecnologie ad essa conseguenti; mi permetto di farti rilevare, in proposito, che, tra non molto tempo, sarà possibile giungere al superamento della sterile e disarmante disputa relativa agli OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Sta avanzando, infatti, la CISGENESI, che fa uso della stessa tecnica della TRANSGENESI e permette, così, di ottenere piante geneticamente modificate, le quali, però, sono del tutto simili a quelle ottenute per via riproduttiva naturale; infatti, il gene o i geni inseriti sono”familiari” alla pianta donatrice dello stesso genere e biologicamente compatibile.

In conclusione, Alter! Soltanto attraverso il percorso lungo queste due strade  parallele sarà possibile dare  una RISPOSTA POSITIVA al quesito da te precedentemente formulato; sarà quindi possibile, anche nella nostra Liguria, pervenire ad un AUMENTO DELLA PRODUZIONE AGRICOLA e, contemporaneamente, ad una MIGLIORE QUALITA’ DEL PRODOTTO.

Ma occorre avere, a monte, una nuova forza ed una nuova volontà politica per realizzare il tuo sogno!

 

ALTER: Ti ringrazio, Aldo ed accetta, assieme a me, il nobile invito di ERNESTO CHE GUEVARA:

“SOGNA E SARAI LIBERO NELLO SPIRITO,

LOTTA E SARAI LIBERO NELLA VITA”

19 Giugno 2009                                                                      Aldo Pastore