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Remigio Vercellino (84 anni), decano dei giornalisti savonesi, scrive a “La Stampa”

Testimone e memoria storica della Valbormida:

<Posti di lavoro sì, mai più inquinamento>

Un prezioso contributo propositivo di un cronista ricco di esperienze e di virtù


Cairo – Una lettera-appello scritta con la mente e col cuore. Non è spinto da interessi di nessun genere. Remigio Vercellino, 84 anni compiuti, è il decano dei giornalisti savonesi. Lo precedeva l’impareggiabile Fausto Buffarello (originario di Novi Ligure, classe 1923 che ci ha già lasciato). Il terzo posto,  tra i decani, spetta ad un altro giornalista assai noto, Nicolò Siri, 81 anni, giornalista professionista, a lungo corrispondete del mitico “Gazzettino Rai Liguria” e soprattutto de La Stampa, del Letimbro.

Remigio Vercellino è senz’altro un personaggio di spicco tra i valbormidesi, seppure tra le generazioni meno giovani. E’ iscritto all’albo professionale dal 2 maggio 1959. Ha abitato dapprima a Dego dove si è sposato, poi a Cairo per 20 anni. Lavorava nelle ferrovie a San Giuseppe, e per via dell’inquinamento (al mattino due centimetri di caligine sulla finestra) si è trasferito a Savona. Il figlio, già arbitro di calcio di successo, è ora presidente degli arbitri interregionali di pallone elastico, con all’attivo i campionati mondiali in Spagna.

 

Remigio Vercellino la passione per il giornalismo c’è l’ha nel sangue. Aveva iniziato nel 1947. Sempre come corrispondente dalla Valbormida. Dal Corriere del Pomeriggio alla Gazzetta del Lunedì, dal Secolo XIX a La Stampa, corrispondente per il Gazzettino ligure di radio Rai (ha ricevuto un elogio solenne dall’allora direttore Rossi), dal Nuovo Cittadino al Corriere della Sera, alla Gazzetta del Popolo. Ma anche impegnato nell’informazione locale: L’Eco di Ceva, L’Ancora di Acqui Terme. Da cronista di strada e tra la gente ha vissuto 40 anni di storia valbormidese, all’insegna dell’amore per la sua terra, i suoi cittadini.

Il 10 giugno 2008 Il Secolo XIX ha pubblicato anche la foto (vedi…) delle sue nozze di diamante con la moglie Nella Porro.

Di Remigio Verzellino non si può dimenticare la lezione di giornalismo: raccontare i fatti senza reticenze. E lui che viveva nella Valbormida alle prese con tanti drammi di inquinamento, contraddizioni, conflitti sociali, è stato testimone, tra resistenze, indifferenza, passioni, vizi e virtù, di un territorio a cui si sente sempre legatissimo.

Ecco la sua ultima lettera pubblicata sabato, 13 gennaio, su La Stampa. Un appello, da leggere. E rileggere.

 

Luci ed ombre in Val Bormida
Ferrania di Cairo Montenotte, Cengio, sono zone che sono state a vocazione industriale, in Valle Bormida, in merito alle nuove ventilate iniziative industriali, è raccomandabile che le nuove fabbriche siano compatibili con l’ambiente locale,non inquinando né l’atmosfera né le acque e i terreni. Il mantenimento o l’incremento occupazionale passa da un ambiente non degradato, altrimenti si innescano lotte per il risanamento anbientale che deprimono popolazioni locali e le iniziative industriali portatrici di benefici economici. Parafrasando il libro della scrittrice di Dego, Wanda Granata, «Luci ed ombre sul Bormida» giustamente le luci sono in riferimento all’attuale processo di risanamento ambientale con progressi economici per piccole industrie con risanamento ambientale; le ombre sono forse dettate da alcuni nebulosi progetti di reindustrializzazione. Il laminatoio, forse è stato scartato dal programma, la decisione positiva apre nuove possibilità in prospettiva in Valle Bormida. Una prospettiva indicata è il fotovoltaico. Come funzionerà? Sarà una iniziativa di lavoro stabile per l’avvenire? Il ventilato utilizzo di materie plastiche di recupero per produrre energia elettrica, forse a mio modesto avviso sarebbe meglio utilizzare le biomasse, più compatibili con l’ambiente. I responsabili del territorio proprietari, Enti vari, lavoratori, potrebbero trovare nuove possibilità di lavoro proficuo nelle seguente possibili occasioni anche se oggi non facili da intraprendere per la contingente situazione economica. Esempi: a Ferrania non è possibile una sede attrezzata del retroporto Savona Vado in sussidio anche ad Imperia e Genova? A due passi dal mare, autostrada, strade, Ferrovia con raccondo, spazi senza fine; un centro tecnologico avanzato in campo sanitario; un centro di alta meccanica-tecnologia a sollievo delle città (esempio Genova); trovare una localizzazione adatta per un centro sociale multiplo con gruppo di recupero anche carcerario; a Ferrania o Cairo Montenotte laboratori in campo dolciario-alimentare con depositi di caffè e torrefazione (il caffè che arriva a Vado). A Cengio potrebbero trovare sistemazione in linea di massima le medesime iniziative industriali suggerite per Ferrania e Cairo Montenotte (vedi Piana di Rocchetta). Tutte le iniziative industriali in Valle Bormida dovrebbero tenere conto del rispetto dell’impatto ambientale (inquinamenti vari) rispettando una zona dove risiede una popolazione che è stata sottoposta a grave inquinamento chimico per oltre 100 anni.
REMIGIO VERCELLINO