Remigio
Vercellino
la passione per il giornalismo c’è l’ha nel
sangue. Aveva iniziato nel 1947. Sempre come
corrispondente dalla Valbormida. Dal Corriere
del Pomeriggio alla Gazzetta del Lunedì, dal
Secolo XIX a La Stampa, corrispondente per il
Gazzettino ligure di radio Rai (ha ricevuto un
elogio solenne dall’allora direttore
Rossi),
dal Nuovo Cittadino al Corriere della Sera, alla
Gazzetta del Popolo. Ma anche impegnato
nell’informazione locale: L’Eco di Ceva,
L’Ancora di Acqui Terme. Da cronista di strada e
tra la gente ha vissuto 40 anni di storia
valbormidese, all’insegna dell’amore per la sua
terra, i suoi cittadini.
Il 10 giugno 2008
Il Secolo
XIX ha pubblicato anche la foto (vedi…)
delle sue nozze di diamante con la moglie
Nella Porro.
Di
Remigio
Verzellino non si può dimenticare la lezione
di giornalismo: raccontare i fatti senza
reticenze. E lui che viveva nella
Valbormida alle prese con tanti drammi di
inquinamento, contraddizioni, conflitti sociali,
è stato testimone, tra resistenze, indifferenza,
passioni, vizi e virtù, di un territorio a cui
si sente sempre legatissimo.
Ecco la sua ultima lettera
pubblicata sabato, 13 gennaio, su
La Stampa.
Un appello, da leggere. E rileggere.
Luci ed ombre
in Val Bormida
Ferrania di Cairo Montenotte, Cengio, sono zone
che sono state a vocazione industriale, in Valle
Bormida, in merito alle nuove ventilate
iniziative industriali, è raccomandabile che le
nuove fabbriche siano compatibili con l’ambiente
locale,non inquinando né l’atmosfera né le acque
e i terreni. Il mantenimento o l’incremento
occupazionale passa da un ambiente non
degradato, altrimenti si innescano lotte per il
risanamento anbientale che deprimono popolazioni
locali e le iniziative industriali portatrici di
benefici economici. Parafrasando il libro della
scrittrice di Dego, Wanda Granata, «Luci ed
ombre sul Bormida» giustamente le luci sono in
riferimento all’attuale processo di risanamento
ambientale con progressi economici per piccole
industrie con risanamento ambientale; le ombre
sono forse dettate da alcuni nebulosi progetti
di reindustrializzazione. Il laminatoio, forse è
stato scartato dal programma, la decisione
positiva apre nuove possibilità in prospettiva
in Valle Bormida. Una prospettiva indicata è il
fotovoltaico. Come funzionerà? Sarà una
iniziativa di lavoro stabile per l’avvenire? Il
ventilato utilizzo di materie plastiche di
recupero per produrre energia elettrica, forse a
mio modesto avviso sarebbe meglio utilizzare le
biomasse, più compatibili con l’ambiente. I
responsabili del territorio proprietari, Enti
vari, lavoratori, potrebbero trovare nuove
possibilità di lavoro proficuo nelle seguente
possibili occasioni anche se oggi non facili da
intraprendere per la contingente situazione
economica. Esempi: a Ferrania non è possibile
una sede attrezzata del retroporto Savona Vado
in sussidio anche ad Imperia e Genova? A due
passi dal mare, autostrada, strade, Ferrovia con
raccondo, spazi senza fine; un centro
tecnologico avanzato in campo sanitario; un
centro di alta meccanica-tecnologia a sollievo
delle città (esempio Genova); trovare una
localizzazione adatta per un centro sociale
multiplo con gruppo di recupero anche
carcerario; a Ferrania o Cairo Montenotte
laboratori in campo dolciario-alimentare con
depositi di caffè e torrefazione (il caffè che
arriva a Vado). A Cengio potrebbero trovare
sistemazione in linea di massima le medesime
iniziative industriali suggerite per Ferrania e
Cairo Montenotte (vedi Piana di Rocchetta).
Tutte le iniziative industriali in Valle Bormida
dovrebbero tenere conto del rispetto
dell’impatto ambientale (inquinamenti vari)
rispettando una zona dove risiede una
popolazione che è stata sottoposta a grave
inquinamento chimico per oltre 100 anni.
REMIGIO VERCELLINO
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