L’attesa e salutare
alternanza vissuta dal vecchio cronista che
qualche scenario pure conosce, ricorda.
Dall’osservatorio vede i “prediletti” del capo
al futuro governo della Provincia. Non
rappresentano senza dubbio il rinnovamento,
pochi esclusi. Non escono dal cilindro sotto i
migliori auspici. E se il buon giorno si vede
dal mattino, la
“cura
Vaccarezza” e soci sarà un ulteriore
tonfo. Ci sono le premesse, i (non) contenuti.
Non si tratta di essere di destra, di sinistra,
ma guardare in faccia le realtà di cui non si
parla. Gli struzzi si moltiplicano e un motivo
ci sarà.
<La
stampa locale ha dato moltissimo spazio ai
candidati
Vaccarezza e
Boffa
come se tutti gli altri non esistessero>
ha lamentato
Carlo
Vasconi, candidato dei
Verdi,
con il 2,15%, in leggero calo rispetto alle provinciali del 2004. Può
essere tra le cause che hanno spinto
72
mila elettori savonesi a disertare le urne ed
altri 12 mila a consegnare schede bianche o nulle? Un totale di
84
mila voti “bruciati” rispetto agli
80
mila della coalizione del centro destra e
61
mila del centro sinistra.
L’analisi di
Ermanno
Branca su
La Stampa
che ha titolato “Il
non voto e la caduta dei miti”, ha offerto
un primo interessante spaccato del
“volto della politica locale”.
Veniamo ad uno dei nodi:
perché è stata taciuta, tra i temi elettorali,
la
“questione morale”, non necessariamente giudiziaria, proprio in
provincia di Savona? Il libro “Il
partito del cemento” che nonostante il
successo editoriale ha solamente sfiorato lo
spaventoso bubbone, messo subito in soffitta.
Anzi, ha reso ancora più saldi i legami. Semmai
isolato i “talebani” che hanno osato.
Gli stessi giornali, i media
locali sono rimasti alla larga dal “fattore
morale”. Non ne hanno parlato. Non esiste? In
alternativa
non
si è neppure dibattuto sulle priorità-emergenze
della comunità locale: quali infrastrutture
pubbliche, industria, artigianato, turismo,
agricoltura, territorio ad iniziare dall’ormai
dimenticato terremoto e conseguenze possibili
nella cementificazione savonese,
ristrutturazione
e moltiplicazione insediativa dei centri
storici (L’Aquila
docet!). Fino al cemento “depotenziato”. In
questa provincia non è stato utilizzato? Bisogna
aspettare la malaugurata catastrofe, come
succede da anni per alluvioni e frane?
|
E che dire
dell’occupazione
e posti di
lavoro non
precari in
costante calo?
Delle
prospettive di
giovani laureati
e diplomati?
Quali strumenti
urgenti
attuare, per
ridare futuro,
speranza (non
illusioni) ai
giovani delle
tre scuole
alberghiere,
arrestando con
interventi
incisivi (e non
palliativi) lo
smantellamento
dell’albergo
tradizionale?
Oppure dare una
svolta
nell’improcrastinabile
sorte dei
rifiuti solidi
urbani (scadenze
sulla raccolta
differenziata,
discariche
sicure o
termovalorizzatori)
di cui sono
certi soltanto i
costi crescenti
per famiglie ed
attività
imprenditoriali,
commerciali?
O ancora, il
rischio reale e
sempre più
evidente, del
depauperamento
delle spiagge,
ultima risorsa
di ciò che resta
del turismo
balneare.
Per non parlare
di
un’agricoltura
nella piana
albenganese, in
evidente
difficoltà,
assediata da
cemento e
speculazione,
abbandono;
da
longeve carenze
strutturali, a
cui si sono
aggiunte le
insidie meno
note del “cuneo
salino” e dei
binari a monte
(zona di
Bastia e
dintorni).
|
Fino
all’incertezza
delle tappe
dell’Aurelia-bis, dell’Albenga-Millesimo-Predosa.
Dell’urgenza di
uno “sfogo” alla
Savona-
Ventimiglia
che registra
puntuali
paralisi ogni
fine settimana.
Cosa ne
sarà della
Piaggio da
Finale a
Villanova.
Dei nuovi
porticcioli
turistici
(quanti?).
Diciamo che i
media
hanno
scelto di non
“scavare”, non
“approfondire”.
Raccontano
soprattutto le
prodezze
esteriori del
palazzo, persino
la cronaca rosa
e famigliare
degli attori più
in vista, degli
ultimi
professionisti
della politica
(peraltro invisi
nelle
dichiarazioni
pubbliche del
“leader maximo”
Berlusconi
che riserva il
mestiere agli
eredi
comunisti).
Il “parliamo
d’altro”
è l’esempio di
plateale
oscurantismo
nella
trasparenza
della vita
pubblica? A
nessun candidato
alla presidenza
della Provincia
è stato
chiesto di
rendere pubblico
il budget
elettorale, con
allegate denunce
dei redditi
degli ultimi
anni;
l’eventuale
apporto del
tesoriere del
partito o di
“amici”.
Siamo proprio
sicuri che ai
cittadini non
interessa
sapere? Che non
riveste alcuna
importanza la
provenienza del
denaro? Mettiamo
tutti i
candidati sullo
stesso carro?
Chi ha speso una
fortuna,
centinaia di
milioni (vecchie
lire) e chi è
stato
necessariamente
parsimonioso.
Chi ha fatto a
gara ad offrire
pranzi, cene,
spot, manifesti,
blog, mezze
pagine di
giornale e chi
ha
dignitosamente
rispettato
l’etica della
moderazione. O
non possedeva
introiti extra.
“Questione morale”,
tutt’uno
con “questione
ambientale”
- senza dover
essere
etichettati a
forza
“ambientalisti”
o “moralisti”-
grande assente
dal dibattito
pre e
post elettorale.
Non è questione
di schieramenti.
E’ conoscere la
storia del
passato, cosa ci
riserverà il
futuro prossimo.
|
Il sindaco di Vado Caviglia e Franca Guelfi (foto il Ponente) |
Soltanto a
Vado Ligure
il tema
ambientale ha
scosso le
coscienze, ha
lasciato il
segno, ma in
nessun altro
centro della
provincia c’è
una “mente” che
risponde al nome
di
Franca Guelfi,
ex insegnante in
pensione,
lontana anni
luce dai
mestieranti
della politica.
Una “macchina
pensante” capace
di parlare alla
gente, stando
tra la gente. La
sua “stanza di
compensazione” e
di “mediazione”
risponde
soltanto agli
interessi della
maggioranza
della
popolazione. La
piattaforma
Maersk non può essere il baratto dei posti di lavoro, semmai la
qualità della
vita delle
generazioni di
domani.
Un’isola, “Vado”,
in un grande
vuoto.
|
“Il partito del cemento”,
l’arretramento
del turismo
alberghiero,
dell’agricoltura,
la scelta di far
morire gran
parte del
tessuto
industriale non
sono consumati
per causa di
forza maggiore.
Miopia,
incapacità,
logica del
massimo profitto
in spregio alle
regole di una
sana democrazia
e di una sana
economia, hanno
finito per
regalarci anche
una classe
politica e
dirigente sempre
più
dequalificata.
Grigia nel
grigiore
imperante. Le
figure
meritocratiche
sono in
estinzione. Non
sono più di
moda.
Per buona parte
della campagna
elettorale ha
tenuto banco il
tema del “complotto sventato”. Parola di parlamentari del
Pdl. O se
volete la
conferma, per
voce di un
ministro della
Repubblica,
Claudio Scajola:
“Ci
hanno provato
(i giudici ndr)
ma non ci sono
riusciti”.
Sta di fatto che
il 90 per cento
dei savonesi
rimane
all’oscuro di
alcuni temi
scottanti, come
questione morale
e questione
ambientale. Non
si pone
interrogativi
(in attesa di
risposta) sulla
provenienza del
denaro di chi ha
organizzato
“campagne
elettorali” da
record di spese.
Magari di quel
tesoriere di
partito che ha
portato a casa
brillanti
operazioni
immobiliari
proprio nel
paese del
candidato
presidente,
beneficiando
della più
“assillante”
questione
immorale della
provincia:
stravolgere i
piani
regolatori, già
poco
lungimiranti
(vedi pensiero
di
Renzo Piano), con varianti su varianti. Spesso “ad personam” o a
“gruppo
imprenditoriale”.
Nel rispetto
della legge.
Scajola,Vaccarezza
e Biasotti al Teatreo Chiabrera |
Anche
nell’analisi del
dopo voto sono
scomparse le
risposte dei
maggiori
pretendenti.
Cosa farà il
vincitore
Angelo Vaccarezza (pronostico della vigilia, il 30 maggio, dello
stesso ministro
Scajola, con
un “vinceremo
noi”) a
proposito dell’inceneritore-termovalorizzatore.
Sceglierà la
Valbormida? Si affiderà
ai privati
(discarica di
Vado, Varazze)
seguendo il “solare
esempio”
della
Provincia di
Imperia?
Provincia
“commissariata
dalla Regione” (succede anche nel Sud Italia) per “non aver saputo decidere” la “sede” dei rifiuti |
Quali impegni
precisi assumerà
il gettonato
presidente
Vaccarezza,
a livello
interprovinciale,
per la
Centrale
idrolettrica a
Nava, dopo
le promesse del
parlamentare del
Pdl
Giorgio Bornacin,
in tandem con
l’alassino di An
(ex)
Roberto Socco? Sarà tra le priorità?
E il “Vaccareza
for president”
(Trucioli
Savonesi non ha
mai avuto dubbi
sull’investitura
e sui benefici
dell’alternanza
dopo 15 anni di
centro sinistra,
semmai sulle
capacità e sulla
“cultura
ambientale”
dimostrate sul
campo) perché
tace in merito
al progetto
(diga) che
consentirebbe di
irrigare le
colture della
piana
albenganese e
produrre energia
elettrica?
Quella piana che
a parole tutti
difendono,
compromessa non
solo dalla
cementificazione,
ma soprattutto
dall’insidioso
cuneo salino.
L’”operazione
Tanarello” o
“Tanaro”
vale almeno 230
milioni di euro.
Indiscussi i
benefici per
l’albenganese.
Ma
Ormea e la
Provincia di Cuneo (governata dal Pdl, con Raffaele Costa)
sono contrari,
ufficialmente
tipiedi. Hanno
messo le mani
avanti come ha
descritto
Paolo Crecchi,
il 2 aprile
scorso, su
Il Secolo XIX:
<L’acqua
è preziosa per
tutti e noi
rispettiamo gli
interessi della
Liguria, però
non possiamo
accettare che i
vantaggi di una
simile
operazione
ricadano quasi
tutti sul
versante
ligure>.
Salvare la
pianura ingauna,
la sua
agricoltura
dalla lenta
estinzione (ha
già perso il 40
per cento delle
terre
coltivate), è
una priorità del
futuro governo
provinciale di
Vaccarezza, del
Pdl-Lega Nord?
Altro tema
scottante,
ambientale e di
emergenza
economica. Il
turismo savonese
beneficia per il
95 per cento
dell’attrazione
spiaggia.
La Stampa
del 10 giugno
(pagina
nazionale) dopo
l’ultimo
“disastro” e il
clamore per il “caso Alassio” finito sulle prime pagine dei quotidiani nazionali,
sulle
“copertine” di
telegiornali e
radio, ha
pubblicato il
parere dello
studioso di
litorali
Sergio Tucci
dell’Università
di Genova.
Una conferma,
ancora più
precisa, di
precedenti e
note opinioni di
altri esperti:
<Secondo i
nostri studi –
ha
dichiarato
Tucci a
Ferruccio Sansa
– il 60-70 per
cento delle
spiagge liguri è
destinato ad
arretrare. Una
tendenza quasi
inarrestabile…in
buona parte
dovuta agli
interventi dell’uomo…iniziati
già all’inizio
del novecento…si
sono tagliate le
dune di sabbia
che fornivano
una grande
riserva alla
spiaggia…poi
sono arrivate le
cementificazioni
lungo la riva
del mare ed il
corso dei
fiumi…modificando
gli equilibri ed
il risultato si
vede oggi, e
andrà sempre
peggio…>.
Soluzioni?
Sergio Tucci
parla di una
grande novità
per noi profani:
“Puntare sulle spiagge fossili”, recuperando giacimenti di sabbia che
si è depositata
in fondo al mare
ed è stata
ricoperta dal
fango. <Si
tratta di
ricerche
complesse…-
prosegue
Tucci - e poi intervenire anno dopo anno sulle spiagge che si riducono…pur
sempre soluzioni
temporanee….
Finora le
uniche località
del ponente
ligure dove non
registriamo
depauperamento
di arenile sono
Arma di Taggia,
Finale Ligure
e un tratto di
Albisola>.
E forse,
aggiungiamo, il
litorale di
Bergeggi.
Mentre, a
Loano, a
levante del
porto, verso
Pietra Ligure,
altra novità
inedita; un
innalzamento dei
fondali.
Positivo, ma il
preludio che il
nuovo mega-porto
di patron
Ligresti
dovrà far fronte
a frequenti
dragaggi.
Angelo
Vaccarezza
che può essere
iscritto non da
oggi
all’albo
dei fautori di “cemento e progresso” e
“silenzioso
ambientale”,
quali impegni
pensa di
assumere? Potrà
fare
l’incontrastato
“padrone del
vapore” (governo
di
Loano-bis)
grazie
all’assenza di
“uomini di
spessore” nelle
file di
An e della Lega Nord?
I leghisti
savonesi hanno
abdicato (se si
esclude la
bandiera
dell’immigrazione)
alle battaglie
su
“legalità ambientale e mattone”
di alcuni
esponenti
storici della
prima ora.
L’unico che
poteva dare
fastidio, l’ex
senatore, ex
sindaco di
Alassio,
Roberto Avogadro,
è stato
pubblicamente
sbeffeggiato.
La provincia di
Savona ha
dimezzato il
patrimonio
alberghiero. Ha
perso smalto e
presenze
straniere (in
particolare sul
fronte della
qualità e della
capacità di
spesa pro capite
del turista),
come pensa di
rilanciare la
sopravvivenza
degli alberghi
il governo
Pdl-Lega Nord:
continuando a
bussare alla
stanza dei
finanziamenti
regionali? A
mettere in croce
l’assessore di
turno?
Luciano Corrado
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