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“Questione morale & ambientale”, stop a domande scomode ai leader savonesi

Il cronista rompiscatole

che non si rassegna

La “Padania” di Bossi, nel 1998,  poneva undici quesiti: “Berlusconi mafioso”?

 di Luciano Corrado


Angelo Vaccarezza

Savona - In attesa del ballottaggio, con il favorito Angelo Vaccarezza che al primo turno si è aggiudicato un vantaggio di 18 mila voti; definito dal “Decimonono” il sindaco più devoto della Liguria per la sua presenza a 22 delle 23 processioni di Loano. L’avversario Michele Boffa non può neppure contare sul “miracolo di San Gennaro” per non aver realizzato nella città valbormidese di cui è stato sindaco 40 mila seconde case. E un “abisso” tra le campagne elettorali dei due candidati! L’elefante contro il moscerino. Lo showman che organizza con strepitoso successo il primo “festival dei sindaci di barzellette” contro un austero “monsù Travet”.

L’attesa e salutare alternanza vissuta dal vecchio cronista che qualche scenario pure conosce, ricorda. Dall’osservatorio vede i “prediletti” del capo al futuro governo della Provincia. Non rappresentano senza dubbio il rinnovamento, pochi esclusi. Non escono dal cilindro sotto i migliori auspici. E se il buon giorno si vede dal mattino, la “cura Vaccarezza” e soci sarà un ulteriore tonfo. Ci sono le premesse, i (non) contenuti. Non si tratta di essere di destra, di sinistra, ma guardare in faccia le realtà di cui non si parla. Gli struzzi si moltiplicano e un motivo ci sarà.

 <La stampa locale ha dato moltissimo spazio ai candidati Vaccarezza e Boffa come se tutti gli altri non esistessero>  ha lamentato Carlo Vasconi, candidato dei Verdi, con il 2,15%, in leggero calo rispetto alle provinciali del 2004. Può essere tra le cause che hanno spinto 72 mila elettori savonesi a disertare le urne ed altri 12 mila a consegnare schede bianche o nulle? Un totale di 84 mila voti “bruciati” rispetto agli 80 mila della coalizione del centro destra e 61 mila del centro sinistra.

L’analisi di Ermanno Branca su La Stampa che ha titolato “Il non voto e la caduta dei miti”, ha offerto un primo interessante spaccato del “volto della politica locale.

Veniamo ad uno dei nodi: perché è stata taciuta, tra i temi elettorali, la “questione morale”, non necessariamente giudiziaria, proprio in provincia di Savona? Il libro “Il partito del cemento” che nonostante il successo editoriale ha solamente sfiorato lo spaventoso bubbone, messo subito in soffitta. Anzi, ha reso ancora più saldi i legami. Semmai isolato i “talebani” che hanno osato.

Gli stessi giornali, i media locali sono rimasti alla larga dal “fattore morale”. Non ne hanno parlato. Non esiste? In alternativa non si è neppure dibattuto sulle priorità-emergenze della comunità locale: quali infrastrutture pubbliche, industria, artigianato, turismo, agricoltura, territorio ad iniziare dall’ormai dimenticato terremoto e conseguenze possibili nella cementificazione savonese, ristrutturazione  e moltiplicazione insediativa dei centri storici (L’Aquila docet!). Fino al cemento “depotenziato”. In questa provincia non è stato utilizzato? Bisogna aspettare la malaugurata catastrofe, come succede da anni per alluvioni e frane? 

E che dire dell’occupazione e posti di lavoro non precari in costante calo? Delle prospettive di giovani laureati e diplomati?

Quali strumenti urgenti attuare, per ridare futuro, speranza (non illusioni) ai giovani delle tre scuole alberghiere, arrestando con interventi incisivi (e non palliativi) lo  smantellamento dell’albergo tradizionale? Oppure dare una svolta nell’improcrastinabile sorte dei rifiuti solidi urbani (scadenze sulla raccolta differenziata, discariche sicure o termovalorizzatori) di cui sono certi soltanto i costi crescenti per famiglie ed attività imprenditoriali, commerciali?

O ancora, il rischio reale e sempre più evidente, del depauperamento delle spiagge, ultima risorsa di ciò che resta del turismo balneare.

Per non parlare di un’agricoltura nella piana albenganese, in evidente difficoltà, assediata da cemento e speculazione, abbandono;  da longeve carenze strutturali, a cui si sono aggiunte le insidie meno note del “cuneo salino” e dei binari a monte (zona di Bastia e dintorni).

Fino all’incertezza delle tappe dell’Aurelia-bis, dell’Albenga-Millesimo-Predosa. Dell’urgenza di uno “sfogo” alla Savona- Ventimiglia che registra puntuali paralisi ogni fine settimana.  Cosa ne sarà della Piaggio da Finale a Villanova. Dei nuovi porticcioli turistici (quanti?).

Diciamo che i media  hanno scelto di non “scavare”, non “approfondire”. Raccontano soprattutto le prodezze esteriori del palazzo, persino la cronaca rosa e famigliare degli attori più in vista, degli ultimi professionisti della politica (peraltro invisi nelle dichiarazioni pubbliche del “leader maximo”  Berlusconi che riserva il mestiere agli eredi comunisti).

Il “parliamo d’altro” è l’esempio di plateale oscurantismo nella trasparenza della vita pubblica? A nessun candidato alla presidenza della Provincia  è stato chiesto di rendere pubblico il budget elettorale, con allegate denunce dei redditi degli ultimi anni; l’eventuale apporto del tesoriere del partito o di “amici”.

Siamo proprio sicuri che ai cittadini non interessa sapere? Che non riveste alcuna importanza la provenienza del denaro? Mettiamo tutti i candidati sullo stesso carro? Chi ha speso una fortuna, centinaia di milioni (vecchie lire) e chi è stato necessariamente parsimonioso. Chi ha fatto a gara ad offrire pranzi, cene, spot, manifesti, blog, mezze pagine di giornale e chi ha dignitosamente rispettato l’etica della moderazione. O non possedeva introiti extra.

Questione morale”,  tutt’uno con “questione ambientale” - senza dover essere etichettati a forza “ambientalisti” o “moralisti”- grande assente dal dibattito  pre e post elettorale. Non è questione di schieramenti. E’ conoscere la storia del passato, cosa ci riserverà il futuro prossimo.


Il sindaco di Vado Caviglia e Franca Guelfi (foto il Ponente)

Soltanto a Vado Ligure il tema ambientale ha scosso le coscienze, ha lasciato il segno, ma in nessun altro centro della provincia c’è una “mente” che risponde al nome di Franca Guelfi, ex insegnante in pensione, lontana anni luce dai mestieranti della politica. Una “macchina pensante” capace di parlare alla gente, stando tra la gente. La sua “stanza di compensazione” e di “mediazione” risponde soltanto agli interessi della maggioranza della popolazione. La piattaforma Maersk non può essere il baratto dei posti di lavoro, semmai la qualità della vita delle generazioni di domani.

Un’isola, “Vado”, in un grande vuoto.

“Il partito del cemento”, l’arretramento del turismo alberghiero, dell’agricoltura, la scelta di far morire gran parte del tessuto industriale non sono consumati per causa di forza maggiore.

Miopia, incapacità, logica del massimo profitto in spregio alle regole di una sana democrazia e di una sana economia, hanno finito per regalarci anche una classe politica e dirigente sempre più dequalificata. Grigia nel grigiore imperante. Le figure meritocratiche sono in estinzione. Non sono più di moda.

Per buona parte della campagna elettorale ha tenuto banco il tema del “complotto sventato”. Parola di parlamentari del Pdl. O se volete la conferma, per voce di un ministro della Repubblica, Claudio Scajola: “Ci hanno provato (i giudici ndr) ma non ci sono riusciti”.

Sta di fatto che il 90 per cento dei savonesi rimane all’oscuro di alcuni temi scottanti, come questione morale e questione ambientale. Non si pone interrogativi (in attesa di risposta) sulla provenienza del denaro di chi ha organizzato “campagne elettorali” da record di spese. Magari di quel tesoriere di partito che ha portato a casa brillanti operazioni immobiliari proprio nel paese del candidato presidente, beneficiando della più “assillante” questione immorale della provincia: stravolgere i piani regolatori, già poco lungimiranti (vedi pensiero di Renzo Piano), con varianti su varianti. Spesso “ad personam” o a “gruppo imprenditoriale”. Nel rispetto della legge.

Scajola,Vaccarezza e Biasotti al Teatreo Chiabrera Anche nell’analisi del dopo voto sono scomparse le risposte dei maggiori pretendenti. Cosa farà il vincitore Angelo Vaccarezza (pronostico della vigilia, il 30 maggio, dello stesso ministro Scajola, con un “vinceremo noi”) a proposito dell’inceneritore-termovalorizzatore. Sceglierà la Valbormida?  Si affiderà ai privati (discarica di Vado, Varazze) seguendo il “solare esempio” della Provincia di Imperia?
Provincia “commissariata dalla Regione” (succede anche nel Sud Italia) per “non aver saputo decidere” la “sede” dei rifiuti

Quali impegni precisi assumerà il gettonato presidente Vaccarezza, a livello interprovinciale, per la Centrale idrolettrica a Nava, dopo le promesse del parlamentare del Pdl Giorgio Bornacin, in tandem con l’alassino di An (ex) Roberto Socco? Sarà tra le priorità?

E il “Vaccareza for president”  (Trucioli Savonesi non ha mai avuto dubbi sull’investitura e sui benefici dell’alternanza dopo 15 anni di centro sinistra, semmai sulle capacità e sulla “cultura ambientale” dimostrate sul campo) perché tace in merito al progetto (diga) che consentirebbe di irrigare le colture della piana albenganese e produrre energia elettrica?

Quella piana che a parole tutti difendono, compromessa non solo dalla cementificazione, ma soprattutto dall’insidioso cuneo salino.

L’”operazione Tanarello” o “Tanaro” vale almeno 230 milioni di euro. Indiscussi i benefici per l’albenganese. Ma Ormea e la Provincia di Cuneo (governata dal Pdl, con Raffaele Costa) sono contrari, ufficialmente tipiedi. Hanno messo le mani avanti come ha descritto Paolo Crecchi, il 2 aprile scorso, su Il Secolo XIX: <L’acqua è preziosa per tutti e noi rispettiamo gli interessi della Liguria, però non possiamo accettare che i vantaggi di una simile operazione ricadano quasi tutti sul versante ligure>.

Salvare la pianura ingauna, la sua agricoltura dalla lenta estinzione (ha già perso il 40 per cento delle terre coltivate), è una priorità del futuro governo provinciale di Vaccarezza, del Pdl-Lega Nord?

Altro tema scottante, ambientale e di emergenza economica. Il turismo savonese beneficia per il 95 per cento dell’attrazione spiaggia. La Stampa del 10 giugno (pagina nazionale) dopo l’ultimo “disastro” e il clamore per il “caso Alassio” finito sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, sulle “copertine” di telegiornali e radio, ha pubblicato il parere dello studioso di litorali Sergio Tucci dell’Università di Genova.

Una conferma, ancora più precisa, di precedenti e note opinioni di altri esperti: <Secondo i nostri studi – ha dichiarato Tucci a Ferruccio Sansa – il 60-70 per cento delle spiagge liguri è destinato ad arretrare. Una tendenza quasi inarrestabile…in buona parte dovuta agli interventi dell’uomo…iniziati già all’inizio del novecento…si sono tagliate le dune di sabbia che fornivano una grande riserva alla spiaggia…poi sono arrivate le cementificazioni lungo la riva del mare ed il corso dei fiumi…modificando gli equilibri ed il risultato si vede oggi, e andrà sempre peggio…>.

Soluzioni? Sergio Tucci parla di una grande novità per noi profani: “Puntare sulle spiagge fossili”, recuperando giacimenti di sabbia che si è depositata in fondo al mare ed è stata ricoperta dal fango. <Si tratta di ricerche complesse…- prosegue Tucci - e poi intervenire anno dopo anno sulle spiagge che si riducono…pur sempre soluzioni temporanee….  Finora le uniche località del ponente ligure dove non registriamo depauperamento di arenile sono Arma di Taggia, Finale Ligure e un tratto di Albisola>. E forse, aggiungiamo, il litorale di Bergeggi. Mentre, a Loano, a levante del porto, verso Pietra Ligure, altra novità inedita; un innalzamento dei fondali. Positivo, ma il preludio che il nuovo mega-porto di patron Ligresti dovrà far fronte a frequenti dragaggi. 

Angelo Vaccarezza che può essere iscritto non da oggi  all’albo dei fautori di “cemento e progresso” e  silenzioso ambientale”, quali impegni pensa di assumere? Potrà fare l’incontrastato “padrone del vapore” (governo di Loano-bis) grazie all’assenza di “uomini di spessore” nelle file di An e della Lega Nord?

I leghisti savonesi hanno abdicato (se si esclude la bandiera dell’immigrazione) alle battaglie su “legalità ambientale e mattone” di alcuni esponenti storici della prima ora. L’unico che poteva dare fastidio, l’ex senatore, ex sindaco di Alassio, Roberto Avogadro, è stato pubblicamente sbeffeggiato.

La provincia di Savona ha dimezzato il patrimonio alberghiero. Ha perso smalto e presenze straniere (in particolare sul fronte della qualità e della capacità di spesa pro capite del turista), come pensa di rilanciare la sopravvivenza degli alberghi il governo Pdl-Lega Nord: continuando a bussare alla stanza dei finanziamenti regionali? A mettere in croce l’assessore di turno?

Luciano Corrado