versione stampabile

 

E' uscito un po' di sole (da questo cielo nero)

 Così cantava il compianto Ivan Graziani.

Non è il caso di essere euforici dopo queste elezioni, ma  neanche disperati.

 

di Milena Debenedetti

 

 E' inevitabile che riprenda il filo da domenica scorsa, quando rimuginavo vari pensieri incrociando le dita. Il peggio che temevo non si è verificato, e quei gruppi sparsi cui accennavo hanno fatto ben più del loro dovere. I segnali ci sono: segnali di risveglio della  coscienza civile  e prove di forza del mondo della rete, ignorato dai media.

Il bipartitismo (anzi, monopartitismo nelle intenzioni di un certo personaggio), ha subito una battuta d'arresto. Il PES ha vinto alla grande come previsto, ma sono fiduciosa che gli elettori smarriti e nauseati si possano piano piano, almeno in parte, recuperare.

 Naturalmente le analisi del voto che leggiamo qua e là sono quasi tutte falsate. Si parla sempre e solo di percentuali, ignorando astensionismo e voti nulli. Ma sappiamo che è un vecchio vizio.

E allora non facciamo neppure lo sforzo di abbassare le percentuali in funzione del voto, ponendo come 100 quel 60 e passa che ha votato. Da cui si vedrebbe certo che il gradimento dei partiti, specie maggiori,  è ancora più basso di quanto non appaia.  Facciamo un ragionamento persino più corretto, come mi insegna un sito (la rete è sempre ricca di spunti preziosi).

Dal momento che è sempre un mistero chi sia più danneggiato dall'assenteismo, cosa pensino, e se pensino, i non votanti, che nessuno può dire esattamente, se non procedendo per analisi approfondite, se siano tendenzialmente di centro, destra, sinistra o  niente del tutto, analizziamo il dato bruto, ma esatto: il numero dei voti.

 

Non vado nel dettaglio per non annoiare con cifre, chiunque potrà da solo fare il confronto con le precedenti elezioni. Ma qualche sorpresina c'è. Il Pd avrà perso i suoi bravi 4 milioni di voti, bazzecole,  non consola certo il “poteva andare anche peggio, non è stato un crollo”.

A  me non meraviglia  questo calo deciso, ma non per  gli stessi motivi espressi da tanti. Non è solo scontentezza degli elettori, è che per me, parte di quel bottino delle politiche non erano affatto voti acquisiti del PD, non lo sono mai stati, non corrispondevano al potenziale effettivo del partito in quel momento. Ma solo a un pieno di voti ottenuto con sondaggi scorretti (l'illusione di farcela, quando nella realtà si sapeva che il PD era lontanissimo dal pareggio), con la menata del voto utile, con terrorismo psicologico, cannibalizzando le sinistre e spingendo al voto anche chi era nauseato di un partito troppo poco laico, (o comunque poco cattolico solidale, anziché teodem),  troppo poco incisivo sui grandi temi di lavoro e ambiente e diritti,  troppo compromesso e debole con l'avversario e con i grandi interessi economici .

 

Gli ultimi fuochi dell'antiberlusconismo disperato. Ora le persone sono veramente stufe di turarsi il naso. Se non è stato crollo vero e proprio, è stato solo per qualche mossa più decisa di Franceschini, per qualche debole scrupolo o speranza, per chi spera di poter cambiare e rinnovare quell'oggetto misterioso e indefinibile a nome PD.

 

I 2.8  milioni di voti in meno e le preferenze perse dal premier suonano di sconfitta molto più di quanto non sembri, considerata la formidabile potenza di fuoco mediatico messa in campo.

Al di là dei troppo chiacchierati scandali (esclusa la condanna Mills, che non è pettegolezzo, ma fatto gravissimo) si percepisce un'atmosfera diversa, un fermento soprattutto internazionale, che solo un seguace acritico può ancora credere complotto delle sinistre. A me sembra più un inizio di prese di distanza del mondo occidentale, che nessuna diplomazia può sanare. Il pericolo è solo che questa tendenza ci faccia risucchiare nell'orbita dei paesi ex-comunisti e di qualche semidittatore.

Un discorso a parte meriterebbe il voto al Sud, specie in Sicilia. Sono segnali anche quelli, direi avvertimenti, ma difficilmente interpretabili da chi ne è completamente fuori. 

La Lega – sorpresa! - sarà pur cresciuta in percentuale, ma come numero di voti è salita pochissimo, solo 1000000 in più. L'UDC che festeggia alla grande invece, pur premiata dalle percentuali, di voti ne ha persi più di 50000. Altro che ago della bilancia, altro che terza forza.

Solo l'ostinazione (stordita? In malafede?) di alcuni leader del Pd continua a invocare l'alleanza centrista a scapito di tutte le altre.

Innegabilmente chi è veramente cresciuto, e parecchio,  in numero di voti è Di Pietro. Più di 800000.  Anche la sinistra radicale, a dispetto di tutti i funerali celebrati, è in netto recupero.

Ma tanto si dividerà ulteriormente, non c'è verso.

Il quadro così è un po' diverso, no? E veniamo alle esaltanti novità: risultato eccezionale di preferenze per la Serracchiani del Pd che batte  Berlusconi nel confronto diretto!

 

Straordinari anche De Magistris e Sonia Alfano dell'IDV: il primo secondo assoluto, dopo il premier-prezzemolo (anzi, cicuta) con quasi 500000 preferenze; la seconda prima delle donne con più di 120000, senza alcun passaggio televisivo.

 

Ora, a parte che questi ultimi due erano indipendenti, e voto consigliato di Beppe Grillo, per motivi ben precisi di contrasto di mafia e corruzione a Strasburgo, il dato eclatante è sempre quello: la rete!

 

Internet  inizia a farsi sentire. Pensate solo se in Italia non se ne fosse criminalmente rallentato lo sviluppo. Siamo infatti l'unico paese o quasi a essere regredito nella sua diffusione.

 

E tutto questo è anche dimostrazione di quanto sia stato scellerato proibire ai cittadini di dire la loro, togliendo le preferenze. Forse certi dinosauri sederebbero comunque in Parlamento, causa tristi fenomeni di voto clientelare o mafioso; ma non vi starebbero, probabilmente, né Rutelli né la Binetti né Gasparri né  altre dannose presenze, tanto per dire, se avessimo deciso noi elettori e non le segreterie di partito.

 

E le amministrative? Sì, va be', potrebbe sembrare il trionfo del PDL. Ma mai vittoria potrebbe essere più di Pirro di questa, più demeriti del Pd che meriti degli avversari. Consideriamo i fermenti di scontento, di informazione corretta, di alternative possibili che stanno lievitando pian piano, e che di fronte a scelte scellerate (prevedibili per i nostri eroi) potrebbero esplodere in un movimento di contrasto civile organizzato e compatto.

 

E qui torniamo a quei gruppi sparsi che sono andati oltre le più rosee aspettative. Segnali positivi arrivano da Varazze, dove la lista Gente Comune certificata da Beppe Grillo ha ottenuto un ottimo terzo posto e un agguerrito consigliere, da Celle, con la sua lista di giovani dell'ultimo minuto, ma soprattutto dal meraviglioso, esaltante, incredibile spettacolo di democrazia diretta andato in scena a Vado ligure.

 

E' il momento di essere uniti, di appoggiare questi gruppi e non lasciarli soli, soprattutto se manterranno le ottime intenzioni di vigilanza civile e proposta attiva, soprattutto con quelli di Vado costretti a subire il fuoco incrociato e livoroso di attoniti oppositori, gruppi e organi di stampa, increduli per questa lesa maestà di voler far decidere ai cittadini cosa li riguarda, anzi, pende sul loro capo.

Ma intanto, una discreta lezione alla presunzione, alla sicumera e all'arroganza di pochi  è stata data. Facciamo che sia solo la prima di una lunga serie.

Facciamo decidere alle persone il loro futuro. Dopo averle correttamente informate, è ovvio, altrimenti la stessa democrazia è monca, è pura recita e finzione.

 

Ci vuole energia e coraggio. Molte partite sono ancora aperte. Molto cemento attende. Molti progetti disastrosi per il nostro futuro sono dietro l'angolo. Prendiamo esempio da chi ha saputo vincere la sua battaglia, con e per la gente. Diffondiamo il contagio.

 

Milena Debenedetti 

 

Il mio nuovo romanzo  I Maghi degli Elementi  presentazione venerdì 26 giugno  libreria Ubik