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L’opera del progettista Dotti ritenuta prioritaria. I permessi di Maglietti

Da Alassio c’è posta per noi:

dal muraglione di Solva al “mobbing Gesco”

E il 14 settembre in Tribunale prima udienza per una controversia di lavoro

 


Alassio – Un muraglione di una ventina di metri, lungo la strada per Solva, che costerà soltanto 137 mila euro, oltre al progetto ha ottenuto il nullaosta, obbligatorio, dell'autorità dei lavori pubblici presso il ministero delle infrastrutture? Pare di no e sarebbe grave. Del resto perché stupirsi nella “Baia del Sole” dei paradossi!
Un inerme ed innocente cittadino può morire schiacciato da un albero sradicato dal vento e forse da qualche piccolo “contributo colposo”.
 

Gli inermi contribuenti alassini che, manca a dirlo, beneficiano anche della più alta tassazione comunale della Provincia, possono finanziare come opera prioritaria il muraglione (tra la Scuola materna ed il ristorante La Vigna), che sarà eterno. Pare sia il primo o tra i primi  muraglioni sulle strade comunali savonesi “fortificato” da palificazione ad una profondità di 8-9 metri.

E chi poteva essere il progettista se non l’alassino Giampiero Dotti che aveva già fatto “esperienza” sull’Aurelia (frane lungo i pendii della zona porticciolo). Lo stesso tecnico che doveva e sicuramente l’ha fatto al meglio, controllare i lavori del nuovo Grand Hotel. Certo c’è un’inchiesta, qualche accusa neppure larvata su alcuni protagonisti, ma bisogna credere, dare fiducia a chi non ha dubbi: <Tutto si risolverà al meglio, non si arriverà neppure ai rinvii a giudizio e se dovesse accadere l’assoluzione è certa>. Proprio come da prevedere il leader Berlusconi, quando ci sono inchieste a suoi danni.

Perché si è scelto di dare la precedenza a quel muraglione, a quel tratto di strada e non ad altri? Viene in mente il sottopassaggio ferroviario (utilizzato per metà), lo stato del centralissimo pontile. Pare che altre zone di Alassio siano forse più malconce.

C’è da scommettere che è pura casualità. Non a caso, i cittadini che hanno protestato per i disagi conseguenti alla costruzione del muro-fortezza di Solva hanno ricevuto nei giorni scorsi la visita in loco del sindaco, vice sindaco, della ditta appaltante, sub appaltante, progettista, direttore lavori. Insomma grande attenzione.

Se la “priorità” fa discutere, da qualche parte, pare si dica, bisogna pur iniziare; inoltre ci sono le casse comunali con disperato bisogno di aiuto (chi ricorda le urla contro il povero Prodi ed il suo ministro, accusati nella città del Muretto, di “affamare gli enti locali” e da qui la serie di proclami sui giornali).


ALASSIO (SOLVA)
A Solva e non solo monta la rabbia per il transito di grossi camion, con tanto di permesso rilasciato dallo scrupoloso geometra comunale Marco Maglietti. Già, quei bisonti in eterno conflitto di interessi che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Eppure non si può arrestare il progresso, anche i superassi su gomma hanno diritto di vivere. Magari gli abitanti interessati escano un po’ meno di casa. Abbiano più riguardo. Siamo ad Alassio, non in Sicilia. O in Calabria.

A proposito di notizie-chicca, ovvero curiose e inedite. Dal tribunale di Savona arriva una novità. E’ stata fissata a martedì 15 settembre, davanti al giudice monocratico del Lavoro, la prima udienza di una controversia a dir poco curiosa. Quantomeno per i protagonisti e il contendere. Un giovane laureato in Giurisprudenza, diciamo C.S, ha citato in giudizio, tramite l’avvocato Corradi, per un presunto “mobbing” & dintorni, la Gesco (società pubblica alassina).

Cosa sarebbe successo? Tutto da verificare, sta di fatto che C.S. – non pare sia figlio dell’ultimo cittadino di Alassio – era impiegato Gesco, in forza dal 2003.

Per esigenze di servizio, da impiegato funzionale si è ritrovato sulla strada, a controllare le auto nei parcheggi Gesco, a pagamento.

Il caso ha voluto, ma soltanto il caso, che fossero assunti alla Gesco anche Paolo Zarrillo, figlio del presidente Vincenzo Zarrillo, figura di prestigio non da oggi con una lunga militanza politica, comune a tanti, nella Dc, poi Psi, quindi Forza Italia; Luca Mazzoni, figlio dell’amministratore delegato Gesco, Antonio Mazzoni, esponente di spicco nell’autorevolissimo mondo di Comunione e Liberazione. Altri due figli assunti nell’alone che conta: Edoardo Ruggeri, leghista (già nel consiglio Gesco) e del vice segretario comunale Valdisserra. Gli ultimi due hanno abbandonato successivamente la Gesco.

Sarà un match avvicente, qualora fossero chiamati a testimoniare anche i coprotagonisti. Per C.S. l’onore di provare una “pratica immorale” nell’ambito del luogo di lavoro. Il rischio di finire perdente e soccombente.  

R.T.