Medici, conflitti di interesse, codice deontologico. Anche un oncologo
“tradisce”?
Fabio Fazio, Umberto Veronesi
e gli inceneritori “innocui”
Riservato ai cittadini che vogliono essere informati su salute e prevenzione
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Certo molti ricorderanno le tranquillizzanti
parole del
Prof. Umberto
Veronesi intervistato da
Fabio Fazio
a
“Che tempo che fa” circa l’innocuità
degli inceneritori, quando con assoluta
sicurezza affermò:
“zero
rischio…”
Tuttavia certamente un numero minore di
cittadini ha potuto ascoltare le parole
dell’illustre oncologo quando intervistato su
you tube (http://www.youtube.com/watch?v=B5Zou-1MXQg)
affermava:
“non sono un esperto di inceneritori” e
che, quanto all’assenza di danni, si rimetteva
ai suoi esperti affermando :
“i miei esperti mi hanno
giurato”. |
Spiace davvero dover contraddire il
Prof. Veronesi, ma proprio per la
serietà in passato dimostrata e per la
gratitudine che gli dobbiamo
per gli
indiscutibili miglioramenti
nella chirurgia del carcinoma mammario,
sentiamo il dovere di consigliargli di scegliere
meglio i suoi esperti.
Siamo infatti venuti a conoscenza di lavori che
recano anche la sua firma,
quali ad esempio:
“Il
recupero di energia da rifiuti: la pratica, le
implicazioni ambientali e l’impatto sanitario -
Veronesi U, Giugliano M. Grasso M e Foà
V” in cui, con grande stupore,
abbiamo dovuto constatare
che sono stati letteralmente stravolti
risultati di lavori scientifici ed
epidemiologici in modo da assolvere gli impianti
di incenerimento, con buona pace dell’ onestà
intellettuale e del rigore scientifico.
Qualche esempio chiarirà meglio la questione:
nel capitolo “L’ impatto sanitario” di
Vito Foà, a pag 54-55
vengono presi in esame quattro
studi: quello di
Franchini M. e altri, pubblicato sugli
Annali dell’Istituto Superiore di Sanità nel
2004; quello di
P. Elliot, del 1996, quello di Hu
S.W. e al. e infine lo studio denominato
Enhance Health.
Di tutti viene fatto
un utilizzo inappropriato, in
particolare:
1.
lo studio di
M. Franchini
viene mutilato e ne sono totalmente ignorate le
considerazioni sulla relazione fra inceneritori
e cancro, in particolare che:
“associazioni statisticamente significative sono
riportate da due terzi degli studi che hanno
preso in considerazione il cancro ( mortalità,
incidenza o prevalenza).
2.
lo studio di
P. Elliott viene capovolto nel suo significato, aggiungendo
una negazione alla frase in cui si afferma che
il rischio per diversi tipi di cancro diminuisce
via via che ci si allontana dalla fonte
emissiva.
Vito Foà a proposito di esso scrive infatti:
“La conclusione degli Autori è che non è stata trovata alcuna evidenza
di diversità d’incidenza e mortalità per cancro
nei
3.
dello
studio di
Hu S.W.
si
riporta solo una frase “rassicurante ““Alcuni anni prima, nel 2001, Hu e Shy avevano
condotto una revisione degli studi
epidemiologici pubblicati fino ad allora. Questi
Autori avevano considerato tutti i possibili
effetti che potevano essere o che sono collegati
alla presenza di un inceneritore di rifiuti sia
municipali che industriali, arrivando alla
conclusione che gli studi epidemiologici
esaminati erano stati concordi nel descrivere
più elevati livelli corporei di metalli pesanti,
ma nessun aumento di sintomi respiratori o di
declino della funzione polmonare. Le analisi
effettuate avevano fornito risultati
inconsistenti per rischio di cancro e di
effetti sulla riproduzione” e si
omette viceversa l’affermazione che attesta
l’esistenza di rischio:
“Several studies showed significant associations
between waste incineration and lower
male-to-female ratio, twinning, lung cancer,
laryngeal cancer, ischemic heart disease,
urinary mutagens and promutagens, or blood
levels of certain organic compounds and heavy
metals”
ovvero:
“Diversi
studi hanno evidenziato associazioni
significative tra inceneritori ed alterato
rapporto maschi / femmine alla nascita, cancro
al polmone, cancro alla laringe, malattie
ischemiche cardiache, mutageni e pro-mutageni
nelle urine, o livelli elevati nel sangue di
alcuni composti organici e metalli pesanti”
4.
dello studio di
Coriano Foà scrive:”
“Gli estensori e gli esecutori del progetto
avevano ovviamente condotto una ampia analisi
della letteratura già allora esistente e sono
arrivati anche loro alla conclusione: non
esistono prove concrete di un legame fra
l’esposizione alle emissioni di inceneritori ed
un aumento di tumori. Dove sono stati osservati
effetti apparentemente rilevanti questi effetti
erano spesso legati ad inceneritori siti vicino
ad altre fonti di emissione potenzialmente
pericolose”. Peccato
che ciò che viene riportanto come “conclusione” è viceversa una frase tratta
dall’introduzione allo studio e, nel riportare
i risultati, Foà omette di evidenziare i gravi
danni per la salute femminile ed
il rischio di sarcomi in entrambi i
sessi, messo ampiamente in risalto dagli
estensori nella “discussione” dello studio.
Desta sgomento scoprire
che questi lavori “scientifici” sono
quelli su cui varie Amministrazioni Pubbliche
(Provincia di
Grosseto e Firenze, Regione Sicilia ad es.) fondano le
proprie scelte irriducibilmente “inceneritoriste”,
senza alcuna attenzione verso le tante
alternative immediatamente percorribili per la
gestione dei rifiuti e con una drammatica
sottostima
per le ricadute
sulla salute pubblica.
Ma ancora più sgomento desta constatare che
anche coloro che sono vincolati dal giuramento
di
Ippocrate
e dall’art. 30 del
Codice Deontologico possono, ci
auguriamo solo per distrazione, incorrere in
gravi omissioni, che non fanno onore né a loro
né alla categoria dei Medici
cui tutti noi apparteniamo.
Ad evitare futuri “scivoloni” ricordo a cosa ci
vincola l’art. 30, relativo al conflitto di
interesse:
“Il medico deve evitare ogni condizione nella quale il giudizio
professionale riguardante l’ interesse primario,
quale è la salute dei cittadini, possa essere
indebitamente influenzato da un interesse
secondario. Il conflitto di interesse riguarda
aspetti economici e non, e si può manifestare
nella ricerca scientifica, nella formazione e
nell’aggiornamento professionale, [….]e nei
rapporti individuali e di gruppo con industrie,
enti, organizzazioni e istituzioni, nonché con
Ci sono altri conflitti, non citati nel Codice
Deontologico, che riguardano quelli con la
propria coscienza:
fortunatamente questi, al pari dei
precedenti, non ci appartengono ed almeno questa
consolazione nessuno potrà togliercela: di certo
nessuno potrà mai dirci: “se i medici sapevano, perché hanno taciuto?”
*Dott.ssa Patrizia Gentilini
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici
per l’Ambiente e
BIBLIOGRAFIA
Veronesi U., Giugliano M.,
Grosso M e Foà V. (2007)
“ Il recupero di energia da rifiuti: la pratica, le
implicazioni ambientali e l’ impatto sanitario”
Quaderni di Ingegneria Ambientale, Vol. 45 CIPA
Editore Milano
Franchini M. , Rial M, Buratti E., Bianchi F.,
“Health
effect of exposure to waste incinerator
emissions: a review of epidemiological studies”
Ann. Ist. Sup. Sanità 2004;
40 , 105- 115
Elliot P., Shaddick G, Kleinschmidt I.,
“Cancer
incidence near municipal solid waste
incinerators in
Hu S.W. , Shy C.M.,
“ Health effects of waste incineration: a review of
epidemiological studies”
J. Air and Waste Manag. Assoc. 2001; 51
Enhance Heath Report finale – febbraio
2004-marzo 2007.
sistema di sorveglianza ambientale e sanitaria
in aree urbane in prossimità di impianti di
incenerimento e complessi industriali; n 2 E
0041 programma INTERREG IIIC zona Est Comune di
Forlì
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