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Quando la “fede socialista” fa miracoli. Storie reali di personaggi savonesi

Gli intramontabili, quale elisir?

Borgo e Caviglia da 40 anni in “bicicletta”

Il ritorno del sindaco più “longevo” di Bergeggi, ma anche della lobby dei Bagni Marini. Caviglia, “detronizzato” all’epoca Teardo, resta vice e “mente” vivace


Paolo Caviglia

Savona – Per non dimenticare, per riscoprire e valorizzare la memoria. A scuola si studia la storia, nel terzo millennio molti savonesi sanno poco o nulla del loro passato neppure lontano. Trucioli Savonesi resta fedele, pur con tutti i limiti di un blog di volontari e che pagano di tasca propria il volontariato (ma forse nel perenne carnevale sociale a cui ci hanno abituati, non si riesce più a fare distinzioni), ad uno dei suoi obiettivi: libero da condizionamenti, impegno a riproporre pagine di storia-cronaca. 

E quando finiamo nei giudizi, nelle diagnosi politiche e sociali, senza indossare etichette o casacche, sottoponiamo ai lettori i “fatti”, il fatto, l’accaduto, le fotografie, le fotocopie, le pezze d’appoggio.

Riserviamo, in questo numero di Trucioli, un piccolo spazio a due personaggi savonesi con un’origine comune, una matrice comune: il socialismo. Dicono che fosse (lo ripeteva scherzando il “savonese” per eccellenza, Sandro Pertini) il “partito di Cristo”, l’insegnamento reale, non teorico, del Vangelo degli apostoli.

Certo, due personaggi diversi, ma pur sempre apprezzati o controversi (in quest’ultimo caso emerge Paolo Caviglia, anche per i ruoli pubblici ricoperti). Due figure che hanno sempre saputo conquistarsi, soprattutto Borgo, il “trono” grazie alla pacatezza, alla moderazione, al “lavorio” costruttivo, intelligente, negli ambiti in cui sono coinvolti.

Sicuramente Caviglia ha ricevuto più sferzate e critiche; l’ultima, tagliente come sa fare un bravo commercialista di lungo corso, di esperienza e di “bagaglio storico”, ad opera e per penna del dottor Luciano Locci, a sua volta socialista della prima ora.

I due si sono “dati battaglia” a suon di lettere pepate, ma senza livore come nello stile, non molti giorni fa.

A Caviglia si imputa e ci limitiamo alla “sfera politica” (tralasciando altri aspetti) di aver sempre evitato, dopo l’infortunio Teardo, di sottoporsi all’esame degli elettori, schierandosi definitivamente con la sinistra. Vice sindaco, ad esempio per “gentile cooptazione”? Comunque di lui non si potrà mai dire di appartenenza agli ex che incassavano “gettoni Coop” o di essere assessore per “meriti giornalistici”.

L’ex presidente della Camera di Commercio, ex parlamentare di brevissimo corso, ha chiarito che l’indennità di carica viene interamente destinata al “partito”. Ha una buona pensione (ex funzionario pubblico) e basta per vivere dignitosamente!

Altri, tra i suoi fedelissimi, forse non possono dire altrettanto. Ad esempio, le vice presidenze Altamura.  Risultato: al Depuratore una vice presidenza (dopo aver rifiutato la presidenza), come all’”energy manager” o all’Acts

Riccardo Borgo
Paolo Caviglia resta pur sempre il “punto di riferimento”, la pietra miliare di quella classe politica di lungo corso, che esordisce con gli anni ’70, sviluppa tutto la sua forza e potere nei primi anni ’80, trovando sulla strada soltanto insignificanti resistenze. Non solo, come già allora, Paolo Caviglia viene considerato nel fortino di “Palazzo Sisto” e dintorni, la “mente raffinata che tesse e ragiona”. Politichese nel politichese. Astruso nell’astrusità. Opportunista nell’opportunismo imperante. Coerente ed incoerente nella babele dell’etica ad orologeria.
Un signore ed intellettuale distinto che rifugge dalle passerelle e, a quanto pare, dalle “veline”.

Altra stoffa per il non meno aitante (gli anni fanno perdere a tutti un po’ di smalto, pare si salvi solo “re Berlusconi” e qualche suo ministro) Riccardo Borgo. Il suo navigare a vista, ma sempre ancorato alla realtà, gli consegna il pubblico apprezzamento, stima ed ammirazione dei concittadini;  lo scettro della più coesa e forte lobby economica della provincia.

Da Turismo Ligure ( Fonte Istat) nel maggio 1994 risultavano in provincia di Savona 950 “stabilimenti balneari”. Non tutti sono iscritti al “sindacato” di Borgo; impossibile non riconoscere a questa categoria unità, forza, penetrazione. Dopo quella del palazzinari (investi 5 e guadagni 100), i Bagni Marini, almeno quelli “comprati e venduti”, spesso a ripetizione, hanno prodotto “fortune”. Al punto da attirare, tra gli investitori anche appartenenti alle “divise”, ad apparati pubblici, specie alcuni più fortunati, e negli ultimi anni investitori di altre regioni, di società finanziarie. Visto i prezzi di acquisto “non proprio a portata popolare”.

A questo si aggiunga la “buona stampa amica”, sensibile alla categoria, ai suoi bisogni. Che magari dimentica (Fonte Espresso- ministero) che il reddito medio dichiarato dai titolari di Bagni si aggira sui 14 mila euro l’anno nel Savonese, 24 mila in Italia, meno di un dipendente ospedaliero, di un operaio dell’industria.

Detto questo, onore alle capacità comunicative e non solo di Riccardo Borgo. Magari in passato avesse accettato la carica di presidente della Camera di Commercio, al posto di Giancarlo Grasso. Oppure presidente della Provincia al posto di Marco Bertolotto. O prima ancora!

Se gran parte del “turismo” e delle competenze della Provincia (suolo, viabilità, rifiuti urbani e racconta differenziata, discariche, ambiente) restano da “anno zero”, il buon senso dice che è difficile dare la colpa al caso, ai cittadini.  Oppure dell’informazione “troppo timorosa” direbbero Pansa e Sartori (vedi i loro libri).

Chi riveste il ruolo, al suo apice, non può tirarsi fuori, non assumersi le responsabilità e chiedere scusa per il “fallimento”, cosa che succede del resto in molte altre democrazie. I “falliti” si ritirano a vita privata. Da noi succede l’esatto contrario.

Concludiamo questo affresco-commento-riflessioni (esula, dunque, dalla cronaca quotidiana), riproponendo ai lettori due lettere, sempre attuali e significative, che Paolo Caviglia e Riccardo Borgo scrissero al Secolo XIX- Savona. La prima (Borgo) il 5 settembre 1992. La seconda (Caviglia) porta la data del 10 novembre 1992.

Ci limitiamo al “caso Merello”, peraltro  quel nome è tornato sulla cronaca il 4 giugno scorso (Secolo XIX) per la denuncia della società-cooperativa che gestisce l’area camper del Merello stesso. A seguito di un verbale notificato dal comandante dei vigili di Spotorno, Andrea Saroldi.

Un modo anche per riproporre quanto scritto al sindaco di Albenga (Trucioli di domenica 31 maggio) a proposito dei “contenziosi” sugli alberghi in provincia di Savona che, a volte nascono in un modo, e finiscono in un altro. Per documentare, insomma e non dimenticare. 

L.C.