Quando la “fede
socialista” fa miracoli. Storie reali di personaggi savonesi
Gli intramontabili, quale elisir?
Borgo e Caviglia da 40 anni in “bicicletta”
Il ritorno del sindaco
più “longevo” di Bergeggi, ma anche della lobby dei Bagni Marini. Caviglia,
“detronizzato” all’epoca Teardo, resta vice e “mente” vivace
Paolo Caviglia |
Savona – Per non dimenticare, per riscoprire e valorizzare la memoria. A scuola si studia la storia, nel terzo millennio molti savonesi sanno poco o nulla del loro passato neppure lontano. Trucioli Savonesi resta fedele, pur con tutti i limiti di un blog di volontari e che pagano di tasca propria il volontariato (ma forse nel perenne carnevale sociale a cui ci hanno abituati, non si riesce più a fare distinzioni), ad uno dei suoi obiettivi: libero da condizionamenti, impegno a riproporre pagine di storia-cronaca. |
E quando
finiamo nei giudizi, nelle diagnosi politiche e
sociali, senza indossare etichette o casacche,
sottoponiamo ai lettori i “fatti”, il fatto,
l’accaduto, le fotografie, le fotocopie, le
pezze d’appoggio.
Certo,
due personaggi diversi, ma pur sempre apprezzati
o controversi (in quest’ultimo caso emerge
Paolo
Caviglia, anche per i ruoli pubblici
ricoperti). Due figure che hanno sempre saputo
conquistarsi, soprattutto
Borgo,
il “trono” grazie alla pacatezza, alla
moderazione, al “lavorio” costruttivo,
intelligente, negli ambiti in cui sono
coinvolti.
Sicuramente
Caviglia
ha ricevuto più sferzate e critiche; l’ultima,
tagliente come sa fare un bravo commercialista
di lungo corso, di esperienza e di “bagaglio
storico”, ad opera e per penna del dottor
Luciano
Locci, a sua volta socialista della prima
ora.
I due si
sono “dati battaglia” a suon di lettere pepate,
ma senza livore come nello stile, non molti
giorni fa.
A
Caviglia
si imputa e ci limitiamo alla “sfera politica”
(tralasciando altri aspetti) di aver sempre
evitato, dopo l’infortunio
Teardo,
di sottoporsi all’esame degli elettori,
schierandosi definitivamente con la sinistra.
Vice sindaco, ad esempio per “gentile
cooptazione”? Comunque di lui non si potrà mai
dire di appartenenza agli ex che incassavano “gettoni Coop” o di essere
assessore per “meriti giornalistici”.
L’ex
presidente della
Camera di
Commercio, ex parlamentare di brevissimo
corso, ha chiarito che l’indennità di carica
viene interamente destinata al “partito”. Ha una
buona pensione (ex funzionario pubblico) e basta
per vivere dignitosamente! |
Riccardo Borgo |
Paolo Caviglia
resta pur sempre il “punto di riferimento”, la
pietra miliare di quella classe politica di
lungo corso, che esordisce con gli anni ’70,
sviluppa tutto la sua forza e potere nei primi
anni ’80, trovando sulla strada soltanto
insignificanti resistenze. Non solo, come già
allora,
Paolo Caviglia viene considerato nel fortino
di “Palazzo Sisto” e dintorni, la “mente
raffinata che tesse e ragiona”. Politichese nel
politichese. Astruso nell’astrusità.
Opportunista nell’opportunismo imperante.
Coerente ed incoerente nella babele dell’etica
ad orologeria. Un signore ed intellettuale distinto che rifugge dalle passerelle e, a quanto pare, dalle “veline”. |
Altra
stoffa per il non meno aitante (gli anni fanno
perdere a tutti un po’ di smalto, pare si salvi
solo “re
Berlusconi” e qualche suo ministro)
Riccardo
Borgo. Il suo navigare a vista, ma sempre
ancorato alla realtà, gli consegna il pubblico
apprezzamento, stima ed ammirazione dei
concittadini;
lo scettro della più coesa e forte lobby
economica della provincia.
Da
Turismo
Ligure ( Fonte Istat) nel maggio 1994
risultavano in provincia di Savona
950 “stabilimenti balneari”. Non tutti sono iscritti al “sindacato”
di Borgo;
impossibile non riconoscere a questa categoria
unità, forza, penetrazione. Dopo quella del
palazzinari (investi 5 e guadagni 100), i Bagni
Marini, almeno quelli “comprati e venduti”,
spesso a ripetizione, hanno prodotto “fortune”.
Al punto da attirare, tra gli investitori anche
appartenenti alle “divise”, ad apparati
pubblici, specie alcuni più fortunati, e negli
ultimi anni investitori di altre regioni, di
società finanziarie. Visto i prezzi di acquisto
“non proprio a portata popolare”.
A questo
si aggiunga la “buona stampa amica”, sensibile
alla categoria, ai suoi bisogni. Che magari
dimentica (Fonte Espresso- ministero) che il reddito medio dichiarato dai
titolari di Bagni si aggira sui 14 mila euro
l’anno nel Savonese, 24 mila in Italia, meno di
un dipendente ospedaliero, di un operaio
dell’industria.
Detto
questo, onore alle capacità comunicative e non
solo di
Riccardo Borgo. Magari in passato avesse
accettato la carica di presidente della
Camera di
Commercio, al posto di
Giancarlo
Grasso. Oppure presidente della
Provincia
al posto di
Marco
Bertolotto. O prima ancora!
Se gran
parte del “turismo” e delle competenze della
Provincia
(suolo, viabilità, rifiuti urbani e racconta
differenziata, discariche, ambiente) restano da
“anno
zero”, il buon senso dice che è difficile
dare la colpa al caso, ai cittadini.
Oppure dell’informazione “troppo
timorosa” direbbero
Pansa e
Sartori (vedi i loro libri).
Chi
riveste il ruolo, al suo apice, non può tirarsi
fuori, non assumersi le responsabilità e
chiedere scusa per il “fallimento”, cosa che
succede del resto in molte altre democrazie. I
“falliti” si ritirano a vita privata. Da noi
succede l’esatto contrario.
Concludiamo questo affresco-commento-riflessioni
(esula, dunque, dalla cronaca quotidiana),
riproponendo ai lettori due lettere, sempre
attuali e significative, che
Paolo
Caviglia e
Riccardo Borgo scrissero al
Secolo XIX- Savona. La prima (Borgo)
il 5 settembre 1992. La seconda (Caviglia)
porta la data del 10 novembre 1992.
Ci limitiamo al “caso
Merello”, peraltro
quel nome è tornato sulla cronaca il 4
giugno scorso (Secolo
XIX) per la denuncia della
società-cooperativa che gestisce l’area camper
del
Merello stesso. A seguito di un verbale
notificato dal comandante dei vigili di Spotorno,
Andrea Saroldi. Un modo anche per riproporre quanto scritto al sindaco di Albenga (Trucioli di domenica 31 maggio) a proposito dei “contenziosi” sugli alberghi in provincia di Savona che, a volte nascono in un modo, e finiscono in un altro. Per documentare, insomma e non dimenticare.
L.C.
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