QUEI MODELLI CHE NON VOGLIAMO
Antonia Briuglia
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La recente riammissione della lista del PDL alla
consultazione elettorale per le Provinciali a
Savona ci fa riflettere, non tanto perché questa
incrementi una sfida già alterata
di
fatto, ma per il risvolto prevedibile o
addirittura inevitabile che la vicenda ha
assunto, in un Paese che di “normale” non sembra
avere proprio più nulla.
Non rispettare le norme, anche nelle procedure
elettorali, diventa l’ennesimo insegnamento per
il popolo di questo Paese, un’istigazione al
“chi se ne frega della Legge, tanto si trova
sempre il modo di farsi le proprie ragioni “. |
E’ comprensibile in un paese, dove c’è chi non
ha più bisogno che qualcuno gli corrompa i
giudici,( come fu al tempo di Mills), perché si
è confezionata la sua personale impunità.
Stiamo, però, parlando di un Presidente del
Consiglio che, come alta carica dello Stato,
dovrebbe dare l’esempio, essere un “modello”,
mentre i valori che sta imponendo con forza,
sono tutt’altro che quelli dell’esempio.
Noi, cittadini che quei valori non condividiamo,
che abbiamo educato i nostri figli al rispetto
delle regole, alla legalità, all’onestà, ai
doveri e diritti costituzionali, non possiamo
e non dobbiamo più rimanere indifferenti.
Non possiamo rimanere indifferenti
, verso chi confonde il suo elettorato,
soffocato da una crisi economica che
imperverserà, in Italia, per altri due
anni,recitando la parte della vittima, bersaglio
dell’ennesimo complotto. Lo stesso complotto
che, guarda caso, i giudici avrebbero ordito, a
Savona, contro la sua lista, in un delirio di
persecuzione, diventato ormai ritornello
giornaliero.
Dobbiamo dichiarare la nostra intolleranza
contro chi non nasconde la sua intolleranza al
fisco, definendolo soffocante e penalizzante,
giustificando, così, l’uso d’indirizzi
off-shore, luoghi esotici dove le tasse non
esistono, noi che le tasse le paghiamo e che
siamo obbligati, mensilmente, a farlo, riuscendo
a mantenere le nostre famiglie con risorse ben
diverse.
Non dobbiamo permettere che diventino “modelli”:
stelline, veline, attricette e ragazze immagine
dai manager di discutibile moralità, che
partecipano a capodanni e feste di potenti,
deliziandoli con
l’assenso delle loro altrettanto discutibili
famiglie, i cui valori sono ormai diventati: la
mercificazione del corpo in cambio di
interessi,affari o facili carriere. |
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Modelli, in Italia, sembrano ormai gli affari
sporchi
e gli interessi personali nell’accaparrarsi TV e
giornali,
in una
forma latente di dittatura, dove ogni giorno
si assiste ad attacchi continui e sistematici ad
alcune Istituzioni.
Siamo anestetizzati, se non colpevoli di
connivenza e talvolta di compiacimento davanti a
chi si comporta da “furbo” e da prepotente. Chi
si permette di fare una politica, a dir poco,
spregiudicata, tenendo l’informazione e i
giornali soggiogati e assuefatti agli attacchi
del suo potere. Giornali, la maggioranza dei
quali, convenientemente in silenzio, se non
complici con l’impunità di chi lo detiene,
perché dipendenti completamente dai suoi
finanziamenti. |
Non dobbiamo permettere che diventi “ modello”
chi attacca la Magistratura, definendola
”eversiva” e con l’arroganza del potere e dei
suoi privilegi, offende l’autorevolezza di un
Organismo Istituzionale fondamentale per la
nostra democrazia.
Sarà perché la democrazia è un nostro valore
fondamentale cui non siamo proprio disposti a
rinunciare.
Il passo è breve, chiedere un minor numero di
Parlamentari con giustificazioni populiste e più
poteri al Premier ci può far tornare
tranquillamente a una situazione di cui ci
liberammo, faticosamente decenni fa, con la
Resistenza.
La storia si ripete, nella quasi completa
indifferenza o nella rassegnazione di gran parte
della gente.
Noi che, invece, rifiutiamo questi “modelli”,
vogliamo essere liberi di dichiararlo a gran
voce.
Noi, che non tolleriamo
questa involuzione democratica, che non vogliamo
che i nostri figli assistano al ribaltamento dei
valori , da parte del potente di turno, cui li
abbiamo educati, non vogliamo che venga meno,
anche solo un briciolo di libertà, per cui tutta
la vita abbiamo lottato e creduto e per cui
hanno lottato i nostri padri.
Siamo consapevoli che dobbiamo conquistarcela
ogni giorno e oggi dobbiamo essere disposti a
farlo.
Questo fenomeno, strisciante ormai da anni, ha
però molti responsabili, tra cui tutti coloro
che hanno permesso che, ad esempio in TV, ci
propinassero come modelli: squallidi personaggi
chiusi tra quattro muri ripresi nelle loro
volgarità 24 ore al giorno, seminude veline dal
calendario facile, talk show
con aggressivi contendenti che discutono
del nulla. Una regressione culturale che potrà
far comodo a chi ne è già il modello.
Non possiamo permetterci di essere indifferenti,
omertosi o complici di questo sistema o modello
di sviluppo, i cui valori restano: il denaro,
l’interesse personale, l’impunità nei confronti
della legge, la mancanza di cultura e di
rispetto per l’ambiente, la volgarità delle
idee.
Non per bigottismo, ma per quei valori in cui
abbiamo sempre creduto, dobbiamo riaccendere la
brace di un nuovo Illuminismo; dobbiamo lavorare
per combattere quel modello di sviluppo che
porta al consumo dei beni che un territorio
offre, solo per arricchire chi cerca, in quello
sviluppo, l’utile personale.
Il rischio che stiamo correndo è troppo grande e
il primo passo, per agire, a breve termine, è
il
voto.
Tentata, io per prima, all’astensionismo, non
certo per qualunquismo, ma per mancate
condivisioni con le scelte che una politica di
sinistra, ormai deludente e priva di proposte
non è riuscita a dare, sono oggi qui a sostenere
la partecipazione al voto.
Ritengo autolesionista, in questo preciso
momento, l’astensione al voto soprattutto della
sinistra, che porterebbe i partiti del PDL e
della Lega a essere ulteriormente premiati e
garantiti per consolidare il loro regime.
Io non me la sento di doverne rispondere in
futuro.
Ci sono molte liste e molti candidati, scegliamo
chi riteniamo risponda ai nostri modelli e possa
difendere i nostri valori.
Cominciamo subito a dare un primo segnale.
ANTONIA
BRIUGLIA
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