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RAZZISMO E MODELLO POLITICO

“ITALIANI BRAVA GENTE

               

              di Franco Astengo



     L'ondata di razzismo che sta attraversando la società italiana, con venature di vera e propria intolleranza (non mi riferisco soltanto al favore dell'opinione pubblica verso i cosiddetti “respingimenti”, ma, ad esempio, al caso della preside di Genova che intendeva dichiarare “clandestini” preventivamente i propri studenti extracomunitari) ha un rapporto diretto, ed una influenza rispetto al modello politico imperante nel nostro Paese.

Cadono le discussioni sugli “italiani brava gente” e sulla durezza della crisi economica che, inevitabilmente, porta alle guerre tra poveri: si tratta di un fenomeno che arriva da più lontano ed interessa appunto l'insieme del “modello politico” composto dalla realtà dei corpi intermedi, dal ruolo delle istituzioni, dalle complesse modalità di cittadinanza attiva.

Da oltre un decennio, infatti, il “modello politico” italiano ha mutato segno, da luogo di forte partecipazione politica e sociale (con l'indicatore della partecipazione al voto come segnale “forte”, ma non certo esaustivo di una evidente vitalità sociale), a terreno di “esclusione”, per larghe fette di popolazione, per una realtà dei soggetti politici cui pare sempre più dare fastidio il dibattito, per una informazione che, più o meno all'unisono regge acriticamente le logiche di un sistema “separato”.

Questi fattori hanno fatto cadere la realtà di una cultura politica” forte” che, in settori sociali non secondari, faceva da barriera a determinati modelli e a determinati meccanismi comportamentali: certo il “ventre molle” è sempre stato presente, ed in dimensioni ragguardevoli.

Una idea “inclusiva” dell'agire e dell'organizzare la politica svolgeva, però, una funzione importante sul piano dell'integrazione.

Il punto di caduta maggiormente negativo, sotto questo aspetto, riguarda la realtà dei partiti che hanno dismesso, complessivamente, una funzione di “alfabetizzazione” (in senso lato, ovviamente) e, da sinistra, la capacità di promuovere la riflessione collettiva sulle modalità di sfruttamento, che non erano semplicemente quelle delle fabbrica, della bottega, dell'ufficio, della filanda, ma quelle più generali della soggezione a regole imposte dall'alto nei campi più diversi: una riflessione collettiva che portava poi all'idea del cambiamento, della ribellione, dell'organizzazione.

L'abbiamo scritto già tante volte ma non abbiamo paura di ripeterci: aver esaurito la funzione dei partiti nella mera “governabilità”, li ha fatti tornare indietro (non abbiamo paura di questa espressione!) quali sede della promozione di un nuovo “notabilato”, dove ormai le pulsioni personalistiche paiono prevalere ad ogni livello, non soltanto al livello del Capo del Governo e delle sue molteplici avventure.

Egualmente appare fattore di “esclusione sociale” il ruolo assunto dalle istituzioni a livello locale, sia sotto l'aspetto della qualità del dibattito che vi si sviluppa (fattori non secondario di questa vera e propria crisi: il ruolo in via di decadimento dei consessi elettivi, la riduzione delle Giunte al servizio del potere monocratico dell'eletto direttamente dai cittadini, con la riduzione nelle funzioni delle minoranze e l'affermarsi di una incauta presunta separatezza tra politica ed amministrazione) e della conseguente, direttamente conseguente, destinazione delle scelte in materia di territorio, di ambiente, di servizi sociali.

All'interno di questo quadro, descritto forse sommariamente ma che abbiamo l'ambizione di credere sufficientemente veritiero, è pressoché scomparso il confronto sul tema dei diritti politici dei nuovi cittadini: ancora un paio d'anni fa resisteva ancora un barlume di riflessione su questo punto che, adesso, sembra sparito.

Le delibere di concessione del voto amministrativo ai nuovi cittadini che pure qualche Ente Locale aveva tentato di portare avanti sono finite nel dimenticatoio: pluralità, allargamento, inclusione sociale sono parole che hanno direttamente a che fare con il “modello politico”.

Adesso appaiono del tutto desuete ed i risultati si vedono.

Savona, 20 Maggio 2009                                                        Franco Astengo