IL LABIRINTO DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA 

Dopo anni che se ne parlava il comune ha deciso di  recintare con un cancello il palazzo di Giustizia per evitare che  indesiderati, barboni e tossicodipendenti,  bivacchino  sotto l'androne.

A parte la  dubbia  utilita' di queste cancellate ( forse era meglio assumere  un guardiano o mettere  in funzione la video sorveglianza  installata da anni  e mai utilizzata sembra per la mancanza di fondi per acquistare le cassette)  i lavori stanno creando parecchi disagi. Infatti  l'androne è inaccessibile e la protesta  non ha tardato a farsi sentire: dagli avvocati , dagli  impiegati e soprattutto da parte  del libraio che vende libri di diritto proprio  sotto l'androne e paga un affitto salato al comune; oltre alla libreria ci sono anche alcuni uffici irraggiungibili.

Ma le proteste  non sono servite a nulla , il Comune ha detto di rivolgersi  al Presidente del tribunale , il Presidente del tribunale al Prefetto e qualcuno, piu' informato, ha consigliato di utilizzare  l'ingresso dai garages;  i piu' pazienti   lo hanno fatto,  ma sconsolati, si sono accorti che, essendo le porte richiudibili automaticamente, una volta dentro  e' impossibile uscire .

 La rabbia sta salendo e  gli incolpevoli operai sono stati costretti , per evitare gli insulti delle persone che devono passare,  ad improvvisare  un passaggio , raffazzonato con  delle tavole, da via XX Settembre.

 La rabbia e' giustificata anche dal fatto  che , una volta terminati i lavori nessuno sa ancora a chi  verranno date le chiavi per accedere alla libreria e ai suddetti uffici , i quali , al contrario del tribunale, sono  aperti anche al pomeriggio. Possibile che la Giunta comunale non si sia accorta  dei disagi che avrebbe arrecato e soprattutto non  poteva almeno convocare il libraio per   conoscere i suoi problemi?

Diego De La Vega