La grande “famiglia” di imprenditori, giornalisti, professionisti, meglio se
ricchi
Per chi tifa a Sanremo
la lobby massonica
E Vittorio Coletti scrisse: <…Eliminare
la cupola affaristica>. Resterà
deluso!
![]() Vittorio Coletti |
Sanremo –
Non ricordare il passato. Guai chi dovesse riviverlo anche soltanto con
le testimonianze delle pagine di cronaca, del
Secolo XIX, de La Stampa,
o del più casalingo “l’Eco della
Riviera”. Dal 1967 in poi. Noi di Trucioli Savonesi abbiamo ricostruito alcune pagine significative della storia e dei personaggi della massoneria imperiese, sanremese, di Ventimiglia. Abbiamo ricostruito a tappe la storia di quel presidente della Regione Liguria, socialista, Alberto Teardo, che nell’imperiese trovava molti punti di forza, soprattutto tra Taggia e Ventimiglia. |
Cliccando nella voce “archivio” è possibile
trovare i nomi di tutti i protagonisti di
allora.
Sanremo va alle urne “cancellando” molti di quei ricordi. Eppure ritroviamo, ad
esempio, sul fronte massoneria ancora
giornalisti in attività. All’epoca dei fatti più
“consigliori” di fratellanze massoniche, che liberi informatori
dell’opinione pubblica.
Da
allora sono cambiati, o meglio hanno modificato
strategie, alleanze, trovato ospitalità in nuove
logge? Alcuni sono coraggiosi, va riconosciuto,
e anche coerenti, perché continuano a metterci
la faccia e la firma. Più alleati dei potenti
che degli umili. Ma non è un peccato!
La
civile “guerra elettorale” di
Sanremo,
assicurano i cugini savonesi del
Popolo
della Libertà, è scontata. Vincono i più
forti. La stagione della “morale pubblica”, pur tra errori e molti ricatti, del galantuomo ed
onesto
Borea, non poteva durare. E poi perché
nell’amata
Sicilia
stravince il centro destra e nell’amatissima,
civilissima
Sanremo dovrebbe prevalere il centro sinistra?
In
Sicilia
la mafiosità si incontra in ogni angolo, come
l’omertà che incute paura e tiene le bocche
cucite. A
Sanremo dicono che
non c’è neppure odore di mafiosità, semmai conta il “dio
denaro”, il potere trasversale esercitato
nell’imprenditoria edile, nelle aree
edificabili, nel commercio che conta,
nell’informazione televisiva, della carta
stampata, via internet.
Qui il denaro ha sempre
fatto la differenza, ma non la pecunia di
San Tommaso.
Vittorio
Coletti
ha scritto su Repubblica (vedi…), il 9 novembre
2008, un editoriale da incorniciare. I primi che
potrebbero commentarlo, senza dubbio in modo
impeccabile e sereno, sono i “fratelli massoni”
imperiesi. Trovandosi in molti gangli vitali
della vita economica, professionale, finanziaria
e politica, tutto vedono e tutto sanno. Non è giusto demonizzare tutti i massoni, questo blog ha in assoluto il primato delle interviste a “fratelli massoni”. Il nocciolo è che in Germania, o in Inghilterra, essere massone è un privilegio conquistato prima di tutto con la rettitudine, l’onestà vissuta e non solo predicata. Non è un pass-partout per accedere ai palazzi. |
![]() Sanremo |
Nell’imperiese le cronache hanno dimostrato, quando hanno avuto la possibilità di sapere, che si trattava di un formidabile centro d’affari e stanza di compensazione, che arruolava tutto il possibile, purchè muniti del potere, anche quello di fare informazione. Nell’imperiese le cronache hanno dimostrato, quando hanno avuto la possibilità di sapere, che si trattava di un formidabile centro d’affari e stanza di compensazione, che arruolava tutto il possibile, purchè muniti del potere, anche quello di fare informazione.
E’ stata
l’unica provincia ligure ponentina dove sei
giornalisti (tra professionisti e pubblicisti)
erano massoni, contro i due di Savona, i cinque
di Genova, i tre di La Spezia. Almeno è quanto
emerso dagli elenchi sequestrati o acquisiti nel
corso di diverse inchieste in Liguria. Oggi non
sono più di moda. |
Il prof
Coletti ha scritto, tra
l’altro, che a Sanremo nel
centro sinistra <esistono
gruppetti e personalismi, non da ora, con livelli ignobili, di puro
ricatto e vendita a caro prezzo del singolo voto, con vette sublimi di
indecorosità…>.
E ancora: <Sanremo
uno dei comuni più ricchi d’Italia, preda di gruppi di potere e di
pressione aggressivi e miopi, di persone che hanno puntato più ad
impadronirsi della città che a governarla…una città blasonata che non è
ancora riuscita a pedonalizzare il centro storico, con un danno enorme
di vivibilità ed immagine…con Borea è arrivato al governo un uomo
estraneo ai partiti…non dovrebbero mancarne altri come lui in tutti i
settori della vita cittadina…tutti vedono – ha rimarcato
Coletti –
che il Casinò è stato la rovina culturale, morale
e politica della città. …castello di una
nobiltà meschina e corrotta, lontano dalla città vera…come
dimostra la politica culturale provincialissima, fatta di polverosi
incontri per pensionati …>. E concludeva
Coletti: <si riuscirà a dare a Sanremo
un’amministrazione semplice e senza padrini, che si sbarazza della
“cupola” dei soliti noti…>. Il professor
Coletti dovrebbe
intanto chiedere il permesso e
l’aiuto al Vaticano, a quei
cardinali, a quei vescovi che tifano per ministri già noti alla cronache
del casinò. La chiesa, molte delle gerarchie e dei preti, imperiesi
compresi, non sottoscriveranno mai l’appello per
Sanremo pulita,
liberata dalla “cupola”. Il potere e
la legalità a Sanremo, la trasversalità, restano in eterno conflitto. E
chi predica giustizia vera, rispetto della democrazia in terre di
corruzione morale, non ha
scampo. E’ destinato a perdere, soccombere, anche con la presenza di
liste e squadre tutte al femminile. Dal volto “pulito”. Per molti
rappresentano, tuttavia, una speranza di rinnovamento. Con quale
fortuna? Quanti sono
nell’imperiese i Coletti?
Quanti sono gli Scajola?
Quanti sono i massoni che contano? I seguaci
dell’Opus Dei, alla
Marcincus, di
Comunione e Liberazione che
praticano il “non vangelo”?
Quanti sono i talebani estremisti di destra e di sinistra, leghisti, che
favoriscono che i pochi Borea
restino perdenti a vita? Oltre a
Berlusconi, presidente e alle
sue bellissime veline che tutti ammiriamo, ci sono i
Vittorio Coletti, ma con assai meno ammiratori. Non è la qualità che
vota!
I
“proclami” di
Coletti , il suo linguaggio, può andare bene nei paesi del Centro e
Nord Europa, negli Stati Uniti, non nella opulenta “Sicilia” del Nord.
I montanari
imperiesi, come tutti sanno, sono da tempo in estinzione obbligata e
forzata, ma sono diventati tutti ricchi, possidenti, influenti e
potenti, intelligenti, perché hanno imparato come si conduce il
“gregge”. E così quando gli “imperiesi poveri di spirito” vogliono
ritrovare la pace con se stessi, onorano di visite e di omaggi la loro
affascinante montagna. Ma prima a
Sanremo deve vincere il centro destra. Il sindaco acqua e sapone.
Anche noi tifiamo per lui, per scherzo, ovviamente. O per ironia della
sorte.
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Riceviamo dall’imperiese e-mail oscure,
consigliano di telefonare al Secolo XIX
per avere maggiori informazioni sugli arrestati
Ai navigatori di Trucioli Savonesi e Uomini Liberi. Abbiamo scritto il
servizio da Sanremo di elezioni & costume prima di leggere la notizia sugli
arresti come si legge sul blog dello stesso Decimonono di oggi 30 aprile.
Non riusciamo a decifrare il significato di una serie di mail, a noi
indirizzate, sibilline; parlano degli arresti, di cognati, nipoti, mogli, vice
presidenti di Confcommercio.
Qualcuno ci chiede di telefonare ad un “capo” (pare ex) del Secolo XIX,
neo candidato del Pdl (Popolo della Libertà), in un piccolo centro
dell’entroterra imperiese.
Ci dispiace, ma non ci prestiamo a fare da “postini”; non riusciamo a
capire riferimenti e collegamenti, mondo del giornalismo.
Fino a prova contraria non è stato arrestato nessun giornalista. Non è
proprio il caso di sfruttare subdolamente le disgrazie. E’ ignobile!
Rispediamo al mittente gli inviti oscuri a Trucioli Savonesi ad
approfondire la notizia degli arresti. Le parentele nei giornali
imperiesi di Secolo e Stampa.
Non siamo interessati, cari navigatori, a questo tipo di informazione
per messaggi.
Scriveteci nomi e cognomi. E perché volete coinvolgere a tutti i costi
giornalisti e parenti. Va bene che siamo a Sanremo, ma a tutto c’è un limite.
Pur prendendo atto, ancora una volta, che forse il professore Coletti ha
una ragione in più per farci riflettere sul degrado della città. Sui padrini
politici che contano. Sul partito degli ex detenuti (sempre innocenti) che
utilizza gli incensurati.