Ci hanno spiegato con malcelata vena di fastidio, che
ci sono alcuni vincoli da rispettare, tra cui un rompipalle di SIC, che
però forse riusciranno a scavicchiare giusto un pelo per dare una
pendenza decente alla zona. Se l'Europa s'intestardirà, la pendenza non
ci sarà!
Ci hanno fatto vedere un albergo degno di Hammamet,
con tanto di arcate.
Hanno pronunciato dieci volte la parola
"talassoterapia", zero volte la parola "seconde case".
Allegri, Finalesi arriva la talasso! Come dice un mio
amico: mai più senza!
Ad un certo punto hanno parlato dell'edificato, per
dire che un 10% sarà di edilizia convenzionata, della serie: godi,
popolo le briciole della nostra tovaglia!
Se 10% sono improbabili prime case, 90% sono
certissime seconde. Quante?
Trecento? Che in aggiunta alle 700 di Piaggio fanno
1000.
Ne avevamo bisogno? A giudicare dallo studio svolto
da Touring Club sullo sviluppo turistico di Finale, ne abbiamo già
troppe al presente!
Quindi? Quindi si va verso il regresso turistico,
evidente!
O si dice che il touring club non c'acchiappa e
allora non si vede perché gli avremmo pagato uno studio!
E non parliamo di sottoservizi, rifiuti, numero di
auto circolanti, viabilità, indotto economico, flussi demografici.
Sulla viabilità poi si è arrivati allo stile
pubblicitario più spinto:
avremmo potuto non farlo ma abbiamo investito in uno
studio attento e anche costoso (poveri!) perché siamo dei venditori seri
che non badano a spese! Mica tutti lo fanno, tsé.
Il peggio è stato raggiunto quando ci hanno mostrato
le foto di Portofino e Camogli, dicendo che la "cosa" verrà così!
Allegri, Finalesi, vi portiamo Portofino in casa e lo
lasciamo giusto dopo la galleria di Ponente: fa bello e non impegna.
Ma ci prendono per cretini? O forse pensano che,
presi come siamo dall'urgenza di sbarcare il lunario, non riusciamo a
distinguere tra un blocco di case nate tute assieme e la lenta, casuale,
differenziata sedimentazione del tempo che rende irripetibili certe
palazzate in certi irripetibili contesti. Andatela a proporre a Camogli
la scatola dei lego!
Ma lasciamo stare i progettisti, che fanno il loro
mestiere e sperano legittimamente in un lauto incasso.
I politici?
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Quello che sconcerta è la premessa
politica della vicenda: un'impresa di escavazione che
aveva ben precisi oneri di rinaturalizzazione della zona
sfruttata per decenni, da realizzare al momento della
cessazione della coltivazione. Aggiungo per inciso che i
lavoratori sono stati licenziati senza grossi sussulti
sindacali.
Gli oneri erano
contenuti in una convenzione che ho dovuto io stessa
andare a "cavare" dagli archivi della Regione, perché in Comune
non c'erano, e al "volumetto" mancavano due pagine. Mistero!
L'ho segnalato subito ma la cosa non ha suscitato nessun
ALTOLA'. Cosa saranno due pagine di fronte alla vastità dei
mondi?
|
Insomma: il nostro credito si è trasformato in un
debito. O meglio, lo avevamo lasciato che era un credito, et le voilà,
lo abbiamo ritrovato che è un debito, senza aver chiara la
trasformazione e i suoi attori.
C'era stato un fallimento che non permetteva di
pagare ma poi il socio di
maggioranza, come in una bella favola, arrivando sul suo cavallo bianco
ha ricomprato last minute le azioni il giorno prima (o il giorno
stesso) dell'asta fallimentare.
E dunque? Qualcuno mi dica perché Ghigliazza SPA deve
ricavare dall'area martirizzata quanto deve a noi, guadagnandoci
lautamente.
E poi ci stupiamo se gli architetti ci parlano come
se fossimo allocchi a cui vendere la patacca.
Lo chiedi ufficialmente e ti rispondono che il
progetto è stato ereditato.
Lo chiedi fuori microfono e ti rispondono cose come:
lo so lo so lo so...però però però...vabbé vabbé vabbé. Tradotto: O ce
la facciamo andar bene o ce la dobbiamo tenere così!
Perché, se ci sono prescrizioni precise fino
all'ultima foglia di fitocella?
Non sono cose da giustificare con un vabbé vabbé
vabbé; si tratta del territorio, dell'ambiente, del futuro delle
prossime generazioni!
Dobbiamo sempre prostituire la politica alla semplice
riduzione del danno che non abbiamo saputo evitare!!!
Siamo sempre messi all'angolo dai furbi e ci
affanniamo a piazzare qualche cerottino qui e là. Intanto la salute è
persa.
Avevamo chiesto un referendum dove proponevamo
alberghi e prime case.
Ci è stato risposto di NO perché non si possono fare
referendum su questioni non di esclusivo interesse locale.
Ma Ghigliazza è sul territorio di Finale! Sì, ma
occorrono approvazione regionali!
Capite, Finalesi? Non possiamo decidere sul
territorio.
Abbiamo fatto ricorso e controricorso per rivendicare
un diritto che altre comunità esercitano. I giudici ci hanno detto no e
ora ci è stato detto che dobbiamo pagare le spese dei prestigiosi
avvocati incaricati dal comune, contro il diritto dei cittadini a essere
consultati sul territorio! Pare 7000 euro per una causa che è stata
combattuta a nome della città. Forse si vuole che i cittadini subiscano
e zitti. Certo, noi un'altra causa per il bene collettivo non la faremmo
più, se deve costarci così cara.
Ma nessun
giudice è andato a punire le amministrazioni che hanno consentito
referendum su inceneritori, porticcioli ecc.!!!
La volontà è e resta politica.
O forse i finalesi sono figli di una democrazia"
minore?
Gloria Bardi |