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C’è un ricorso del WWF, un duro braccio di ferro, eppure è silenzio tombale

Ad Albenga non fate sapere che…

Chi si rivede in una discarica “speciale”!

Una vasta area a Campochiesa, la Samoter dei Fazzari e tanti nomi utili…



Albenga

Albenga – Il disastro lasciato in eredità dalle Amministrazioni provinciali che si sono succedute è di proporzioni spaventose. Costerà alle tasche dei cittadini-contribuenti (aziende comprese) una montagna di soldi. Anno zero, va solo peggio nella “azzurrissima provincia di Imperia”. Stanno peggio che nel savonese.

Certo, c’è bisogno come il pane di discariche, non inquinanti. Non speculative. Con la raccolta differenziata siamo ancora al “terzo mondo”, rispetto ad altri paesi del centro e nord Europa, ma anche di Spagna, Portogallo, Francia.

Nulla da obiettare, dunque, quando le pratiche per aprire nuove discariche avvengono alla luce del sole. Ognuno mette le carte in tavola. Soprattutto se si parla  di discariche “non pericolose”, dei cosiddetti inerti.

Non conosciamo tutte le carte che compongono il “dossier” discarica di “Regione Morteo” a Campochiesa d’Albenga. Non scomodiamo e non vogliamo mettere a rischio nessuno.

Diciamo soltanto che a Trucioli Savonesi è arrivata una segnalazione. O meglio due. Cittadini che hanno chiesto alle redazioni dei giornali locali se era possibile pubblicare una notizia di cronaca, contenete alcuni significativi passi della pratica  della prevista discarica di Campochiesa. Da essa emerge che il WWF è stato finora tra i più tenaci avversari, non esistendo precise garanzie, allo stato degli atti.

Emerge che  la società interessata a gestirla è la “Samoter srl” della famiglia Fazzari (nome non sconosciuto alle cronache) di Borghetto Santo Spirito, con sede in via Michelangelo 44; inoltre lo studio di Robert Borra e del geometra Renato Savigliano, di corso Europa 11, sempre a Borghetto.

E ancora il Laboratorio Geotecnico Ligure snc di Filippi-Ferrero-Mirenghi, e ancora il geologo dottor Cesare Ferrero.

I proprietari dell’area su cui dovrebbe sorgere la discarica risultano Chiara Della Valle, nata a Pisa, 1972 e Emanuele Della Valle, nato a Napoli nel 1956, a seguito di eredità di Benedetto Della Valle, nato a Bari nel 1918.

La richiesta di autorizzazione prevede che nell’area possano essere ospitati, con tutte le garanzie, fino a 800 mila metri cubi di materiale “inerte”.

La pratica è al vaglio della Regione Liguria, della valutazione di impatto ambientale, con il coinvolgimento diretto della Provincia e del Comune.

Nessuno può fare il processo alle intenzioni, biasimare questo o quello studio e società. Ognuno opera per il ruolo che ricopre. Risponde del suo nome e della sua serietà professionale di ieri e di oggi.

Ciò che va rimarcato, per la cronaca, è l’assenza di informazioni pubbliche, trattandosi di una discarica destinata al pubblico. Resta da capire i motivi che hanno spinto il WWF a farsi parte diligente, con discrezione, ma fermezza. A quanto pare i dirigenti regionali dell’associazione ambientalista hanno avuto la brutta esperienza di una discarica analoga in quel di Pontinvrea dove tra le maglie dell’autorizzazione  sarebbero poi finiti anche materiali con fanghi tossici.

Mai come in questo caso il silenzio (vedi il disinteresse dei giornali per un specifico capitolo del caso-Albenga) non può essere d’oro, ma alimenta sospetti, timori. L’assenza di informazioni, insomma, non fa bene. Non è un caso che proprio a Borghetto la comunità tutta abbia pagato uno scotto da miliardi. Per una discarica-killer. Ovviamente soldi dei cittadini contribuenti.

r.f.