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Nella città campana nascerà l'edificio
gemello di quello savonese, anche questo progettato da
Bofill. E cresce la protesta
Crescent, Salerno chiama Savona |
la
polemica del mattone
In Campania un edificio "a mezzaluna" firmato Bofill
e i Comitati contrari ora si alleano |
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dal nostro inviato
LA SEMICIRCONFERENZA si allunga o si
accorcia a seconda dei diversi progetti:
questione di spazi da costruire, di aree
da edificare. Ma l'idea di base è
chiaramente la stessa, come identica è
la firma: quella dell'architetto
catalano Ricardo Bofill. Anche Salerno,
in futuro, avrà il suo Crescent, il
grande edificio che già tante polemiche
ha creato a Savona per il suo notevole,
e incontestabile, impatto sul paesaggio.
Così a Salerno, proprio con riferimenti
chiarissimi all'esperienza savonese, già
tre comitati si sono mossi contro quello
che senza mezzi termini definiscono un
"ecomostro": hanno raccolto firme,
organizzato manifestazioni di protesta,
incalzato il ministro ai Beni Culturali
Sandro Bondi.
L'avvocato Pierluigi Morena, portavoce
dei "No Crescent" salernitani, spiega:
«Quarantaquattro mila metri cubi di
calcestruzzo. Una muraglia alta trenta
metri che si estende per ben trecento
metri che altererà per sempre un pezzo
di città: tratti emblematici del
Lungomare e del centro storico vedranno
chiudersi la visuale verso il mare e
verso la Costiera dall'anfiteatro di
cemento che Bofill ha battezzato "Crescent".
Bofill, l'architetto catalano ha posto
al centro del waterfront di Savona un
altro edificio, curiosamente dalla
medesima forma a mezza-luna e col
medesimo nome».
La fronda della città campana contro la
realizzazione del nuovo edificio prende
le mosse proprio dalla vicenda di
Savona, «dove solo alla fine si è potuto
capire quant'era pesante l'impatto di
una costruzione di questo tipo, perché
dai progetti e dai plastici non si era
davvero compreso».
Eppure l'amministrazione della città
campana (150 mila abitanti, quasi un
milione abbracciando l'hinterland) punta
moltissimo sul nuovo Crescent di Bofill.
Un'amministrazione di centrosinistra
guidata da Vincenzo De Luca, sindaco per
la terza volta dopo esser stato in
Parlamento, come deputato dell'Ulivo.
«Per arrivare al risultato - spiega
ancora Morena - un'area di diecimila
metri quadrati è stata sdemanializzata.
In seconda battuta sono anche caduti i
vicoli che ne impedivano l'edificabilità
per dieci anni».
Ma è soprattutto il progetto-fotocopia
di Bofill, questa sorta di quasi-gemello
del palazzone savonese (ma in Europa
siamo già a quota otto, con
caratteristiche simili) a spaventare i
cittadini. Quella sorta di muraglia,
spiegano, rischia di caratterizzare in
maniera troppo evidente uno dei tratti
di costa più belli del nostro Paese. E
in questo caso caratterizzare ha per
loro l'accezione di rovinare, deturpare.
Cosìè partito anche un appello al
ministro Bondi, «perché fermi questa
sciagurata cementificazione in uno dei
paradisi naturali d'Italia, nei pressi
della storica spiaggia di Santa Teresa».
Un'operazione tutta in mano ai privati;
i cittadini dovrebbero ritrovarsi in
cambio parcheggi «ma in una zona dove ad
oggi non se ne sente un particolare
bisogno». Anche in questo caso, seppure
con dimensioni diverse nello svolgimento
circolare, l'idea è quella di una grande
piazza in qualche modo "avvolta" dalla
costruzione, che si sviluppa tutta
all'intorno.
Idea suggestiva, ma la cui
realizzazione, a savona, ha fatto
storcere il naso a molti cittadini,
soprattutto per le dimensioni. «E anche
nel caso di Salerno - spiegano i
comitati - gli esperti hanno spiegato
che questo progetto è chiaramente fuori
scala, troppo grande per potersi
inserire con un minimo di armonia
nell'ambiente che lo circonda».
Così da Salerno parte anche un grido di
aiuto verso Savona: «Vogliamo metterci
in contatto con chi, in Liguria, ha
detto di no e ha cercato di contrastare
questo progetto. Perché spieghi ai
nostri concittadini che cos'è realmente
successo lì e qual è stato il risultato
finale».
marco menduni
menduni@ilsecoloxix.it
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