Una copia del Crescent a Salerno
edilizia
IL SECOLOXIX
Nella città campana nascerà l'edificio gemello di quello savonese, anche questo progettato da Bofill. E cresce la protesta
Crescent, Salerno chiama Savona
la polemica del mattone
In Campania un edificio "a mezzaluna" firmato Bofill e i Comitati contrari ora si alleano
dal nostro inviato
LA SEMICIRCONFERENZA si allunga o si accorcia a seconda dei diversi progetti: questione di spazi da costruire, di aree da edificare. Ma l'idea di base è chiaramente la stessa, come identica è la firma: quella dell'architetto catalano Ricardo Bofill. Anche Salerno, in futuro, avrà il suo Crescent, il grande edificio che già tante polemiche ha creato a Savona per il suo notevole, e incontestabile, impatto sul paesaggio.
Così a Salerno, proprio con riferimenti chiarissimi all'esperienza savonese, già tre comitati si sono mossi contro quello che senza mezzi termini definiscono un "ecomostro": hanno raccolto firme, organizzato manifestazioni di protesta, incalzato il ministro ai Beni Culturali Sandro Bondi.
L'avvocato Pierluigi Morena, portavoce dei "No Crescent" salernitani, spiega: «Quarantaquattro mila metri cubi di calcestruzzo. Una muraglia alta trenta metri che si estende per ben trecento metri che altererà per sempre un pezzo di città: tratti emblematici del Lungomare e del centro storico vedranno chiudersi la visuale verso il mare e verso la Costiera dall'anfiteatro di cemento che Bofill ha battezzato "Crescent". Bofill, l'architetto catalano ha posto al centro del waterfront di Savona un altro edificio, curiosamente dalla medesima forma a mezza-luna e col medesimo nome».
La fronda della città campana contro la realizzazione del nuovo edificio prende le mosse proprio dalla vicenda di Savona, «dove solo alla fine si è potuto capire quant'era pesante l'impatto di una costruzione di questo tipo, perché dai progetti e dai plastici non si era davvero compreso».
Eppure l'amministrazione della città campana (150 mila abitanti, quasi un milione abbracciando l'hinterland) punta moltissimo sul nuovo Crescent di Bofill. Un'amministrazione di centrosinistra guidata da Vincenzo De Luca, sindaco per la terza volta dopo esser stato in Parlamento, come deputato dell'Ulivo. «Per arrivare al risultato - spiega ancora Morena - un'area di diecimila metri quadrati è stata sdemanializzata. In seconda battuta sono anche caduti i vicoli che ne impedivano l'edificabilità per dieci anni».
Ma è soprattutto il progetto-fotocopia di Bofill, questa sorta di quasi-gemello del palazzone savonese (ma in Europa siamo già a quota otto, con caratteristiche simili) a spaventare i cittadini. Quella sorta di muraglia, spiegano, rischia di caratterizzare in maniera troppo evidente uno dei tratti di costa più belli del nostro Paese. E in questo caso caratterizzare ha per loro l'accezione di rovinare, deturpare. Cosìè partito anche un appello al ministro Bondi, «perché fermi questa sciagurata cementificazione in uno dei paradisi naturali d'Italia, nei pressi della storica spiaggia di Santa Teresa».
Un'operazione tutta in mano ai privati; i cittadini dovrebbero ritrovarsi in cambio parcheggi «ma in una zona dove ad oggi non se ne sente un particolare bisogno». Anche in questo caso, seppure con dimensioni diverse nello svolgimento circolare, l'idea è quella di una grande piazza in qualche modo "avvolta" dalla costruzione, che si sviluppa tutta all'intorno.
Idea suggestiva, ma la cui realizzazione, a savona, ha fatto storcere il naso a molti cittadini, soprattutto per le dimensioni. «E anche nel caso di Salerno - spiegano i comitati - gli esperti hanno spiegato che questo progetto è chiaramente fuori scala, troppo grande per potersi inserire con un minimo di armonia nell'ambiente che lo circonda».
Così da Salerno parte anche un grido di aiuto verso Savona: «Vogliamo metterci in contatto con chi, in Liguria, ha detto di no e ha cercato di contrastare questo progetto. Perché spieghi ai nostri concittadini che cos'è realmente successo lì e qual è stato il risultato finale».
marco menduni
menduni@ilsecoloxix.it