PIANO ENERGETICO BERRUTI: ENTRO 10 ANNI SAVONA SARA’ ALL’AVANGUARDIA

Una centrale fotovoltaica
al posto dell’ex discarica

Per il solare il Comune pensa di convertire Cima Montà
SAVONA LA STAMPA
Obiettivo: produrre energia. Meglio ancora se pulita. Il Comune sta per varare il piano energetico. Si punta sul solare sulle caldaie a biomasse, sul risparmio. Ma soprattutto si punta sulla possibilità di sfruttare due fattori fondamentali: le caratteristiche del territorio (sole e vento) e le intuizioni dei ricercatori del Campus. La prima idea è quella di recuperare l’area dell’ex discarica di Cima Montà per la realizzazione di una centrale solare.
«Il risparmio energetico e l’incremento delle energie rinnovabili sono un indirizzo politico fondamentale - ha detto ieri il sindaco di Savona, Federico Berruti -. Occorre darsi un programma per far diventare Savona una città all’avanguardia entro i prossimi 10 anni. C’è molto terreno da recuperare per quanto non si è fatto negli anni passati. Il ciclo dei rifiuti, la depurazione dell’acqua, i trasporti pubblici e l’energia sono indispensabili per migliorare la qualità urbana e ambientale della nostra città».
Come fare per produrre energia? Il primo pensiero del Comune è il solare. L’obiettivo è fare in modo che nei prossimi mesi tutti gli edifici pubblici siano praticamente in grado di autoalimentarsi grazie ai pannelli.
Per avere invece, delle vere e proprie centrali fotovoltaiche, servono aree estese. Per questo il Comune sta pensando a Cima Montà. L’ex discarica, chiusa ormai da qualche anno, potrebbe rappresentare il punto di partenza. «Il secondo aspetto sono le caldaie a biomasse, piccoli impianti e non centrali beninteso - specifica Berruti - in grado di scaldare palazzi o conglomerati». Il Comune ha calcolato che il materiale derivato dalla pulizia delle strade tagliafuoco nei boschi savonesi, ammonta a circa 2 -3 mila tonnellate (soprattutto sfalcio vegetale e legno). Un materiale che sarebbe in grado di produrre qualcosa come 40 kilowatt che basterebbero ad alimentare una parte del Campus universitario di Legino.
Una ricchezza da sfruttare se il Comune nei prossimi mesi farà le scelte giuste e riuscirà a dare sostanza a un piano energetico che potrebbe essere in grado di aprire nuove frontiere di tutela ambientale e risparmio