Quando il “leader” missino teneva i comizi “blindati” a Loano, Finale, Imperia

I figli savonesi di Almirante

rimasti orfani con donna Assunta

E a “Punta Murena” c’era una riservatissima alcova…


Savona – E’ sulla novantina. Saggezza ed esperienza di vita gli consigliano che la riservatezza è una virtù pregiata, rara. Lui ha vissuto, in prima linea, gli anni del camerata Giorgio Almirante in quel di Savona. Lui, il nonnino ormai dimenticato, era sempre a fianco del leader nei rari comizi in terra di Savona, di Imperia. Lui, di notte, per evitare storie, faceva l’attacchino. E spesso doveva ripassare perché i manifesti che annunciavano il comizio di Almirante erano sistematicamente strappati, imbrattati, offesi.
Oggi che il “mito Almirante” ha ammainato definitivamente la bandiera, per sposare il dio “mito Berlusconi”; dopo che la fiamma di Almirante si è spenta, il nostro anziano camerata vive soprattutto  di ricordi. I nomi dei pochi e coraggiosi “camerati” che in quegli anni difficili, scomodi, all’indice, li ricorda tutti. Erano i fedelissimi, i nostalgici.

Promette un’intervista, non ora che è  viva l’eco del grande partito unico. <Non voglio passare da disfattista, da rovina feste, non ho nulla contro i camerati che hanno scelto di rinunciare al nostro simbolo; ci sono tanti savonesi, imperiesi, genovesi…>.

Il nonnino camerata, appoggiato al suo bastone, tira fuori dal portafogli un santino.

Ecco, qui c’è un recente articolo di Donna Assunta, lo custodisco come reliquia.

Leggete cosa c’è scritto: <Nel giorno del funerale di An la vedova del padre del Msi deposita fasci di margherite al Verano e dichiara “Vengo qua ogni settimana. L’altro giorno ho trovato una troupe giapponese, perfino da Tokio ricordano il mio Giorgino. Come i vecchi camerati che quando mi incontrano tirano fuori il suo santino. Un onore che non toccherà a nessuno dei politici  della seconda Repubblica.  Capita con De Gasperi, con Berlinguer. Di questi nuovi – scandisce Donna Assunta che conobbe Almirante nel 1951 – non stimo nessuno…Di Fini non voglio parlare.  Se non ci fosse stato Almirante lui non sarebbe dov’è. Dovrebbe ringraziarlo ogni giorno. Non mi nomini Gasparri, poveraccio. La Russa mi ha molto deluso; il padre era un grande missino, il figlio non gli somiglia per nulla. Dei giovani il più bravo è Alemanno; tutti gli altri non lasceranno traccia…Se Giorgio fosse ancora in vita li metterebbe tutti sotto, basterebbe uno sguardo e starebbero zitti…Personalmente – conclude la vedova di Almirante morto il 21 maggio 1988 – non mi fido  di nessuno. L’unico che salvo è Berlusconi. Lui non aveva bisogno di poltrone, aveva già tutto, c’è del genio in lui ed il suo successo è senz’altro meritato…E’ l’unico in questa Italia mediocre e votata al degrado>.

Ha tante cose da raccontare, tanti aneddoti, il novantenne che quando Giorgio Almirante “fascista” approdava nel savonese, restava al suo fianco, per idealismo vero. Ha le foto ricordo. Comizi spesso blindati e disturbati. Accoglievano il leader dell’estrema destra italia, con cori, invettive, lanci di uova o pomodori, più poliziotti con elmetto e manganello che “spaventati” spettatori.

 <Allora non avevamo poltrone di nessun genere – ricorda - , anzi correvamo dei rischi, anche ai comizi sistematicamente disturbati; ricordo a Loano, sul lungomare, davanti alla gelateria Gelmo, alla casetta dei pescatori, a Finale, in piazza, ad Albenga, a Savona, a Imperia, a Sanremo….ricordo la difficoltà a trovare un cinema-teatro, nessuno voleva darci la disponibilità. Oggi c’è la corsa alle poltrone ad opera di quella destra politica erede di Almirante; ci sono personaggi che hanno scelto di venire da questa parte per logiche di potere e di poltrone. Senza sudare, senza aver lottato, senza conoscere nulla delle nostre lotte, nella nostra realtà savonese, imperiese. Loro fanno i signori, occupano posti, hanno robuste prebende. Hanno trovato la pappa fatta. Il mio partito, quello per cui ho creduto, lottato e sacrificato finchè è stato possibile non c’è più… Non voglio per ora parlare, non è il caso. ..Neppure raccontare le tappe, le soste del nostro camerata a Punta Murena…Brevi pernottamenti per ripartire al mattino presto…>. Fatti privati, della sfera personale.