Rimangono le critiche
per le troppe case
previste dai due progetti


AUGUSTO REMBADO


Ambientalisti e politici divisi
su aree Piaggio e Ghigliazza

FINALE LIGURE
LA STAMPA
S inistra e ambientalisti divisi sul futuro delle aree Piaggio e Ghigliazza. Stefano Sarti, presidente Legambiente Liguria e Sergio Uras presidente del circolo di Finale intervengono dopo il ritiro del ricorso al Tar per le aree Piaggio.
Spiegano: «Legambiente ha accettato il ritiro e in cambio la Piaggio si è impegnata a un innalzamento degli standard ecologici-energetici delle opere che saranno realizzate, il Comune si è impegnato a rendere possibile una valutazione sullo scambio albergo-scuola, e tutte le parti hanno accettato l’istituzione di un tavolo di verifica sullo stato di avanzamento del progetto e di adempimento al presente accordo. Fra i motivi per cui si è accettato anche il nostro senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori. Il patrocinio del Presidente della Regione permette di lanciare subito una serie di attività che consentano di apportare ulteriori e significative modifiche al progetto negli oltre due anni che ci separano dall’inizio dei lavori. Le modifiche già inserite nell’accordo, pur rappresentando il massimo che Piaggio potesse offrire in questo momento, non sono di per sé sufficienti a rivedere il giudizio complessivo sul progetto. Ulteriori mitigazioni potranno essere pensate e messe in campo».
Concludono. «La firma dell’accordo non può e non deve quindi essere interpretata come un cambiamento sul giudizio del progetto di “riqualificazione” delle aree ex-piaggio, che era e resta critico: eccessiva cementificazione, prevalenza di seconde case e conseguente violazione della vocazione turistica, eccessiva altezza del frontemare. Nell’area delle Ghigliazza, devastata da quasi un secolo di estrazione è pronta una cosiddetta “riqualificazione” consistente in nuovo cemento sul fronte mare con la definitiva penalizzazione di un sito di interesse naturalistico ed archeologico unico».
Dice Matteo Piccardi (Pcl): «Le critiche dei Verdi al progetto ex cave è emblematico per spiegare ai Finalesi la nostra idea. Mentre le altre forze sono intente a ogni forma di compromesso, pur di conservare visibilità e cariche amministrative, il Pcl è l’unica che si presenta alle elezioni con un’idea alternativa di sviluppo, contraria agli interessi di pochi imprenditori-predatori. Il Pcl vuole cambiare l’oggetto dell’agire politico, senza accontentarsi di piccoli successi scontati quali la Valutazione Ambientale, perché vuole insomma regolare le cause e non gestire gli effetti. Quell’area doveva essere bonificata mentre ora prevede centomila metri cubi di seconde case. Inaccettabile per noi, punto e basta».