IL PIANO URBANISTICO GIUDICATO DA "NOI PER SAVONA" |
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I Savonesi sono
stati totalmente estraniati, almeno negli ultimi dieci anni, dal
controllo della gestione della cosa pubblica e della sua programmazione. L’indirizzo
dell’evoluzione della Città è stato rimesso invece alle decisioni
arbitrarie di pochi potenti, con l’avvallo di progettisti scelti proprio
e soltanto da quei potenti. |
I componenti
dell’Esecutivo e i loro funzionari, che avrebbero dovuto soltanto
fornire ai Rappresentanti dei Cittadini tutti gli elementi necessari per
una valutazione approfondita, si sono di fatto sostituiti
arbitrariamente a loro nella decisione finale delle esigenze della
Città.
1)
Non si è tenuto in alcun
conto che Savona è già attualmente dotata di un patrimonio edilizio
sufficiente ad ospitare una popolazione quasi doppia dell’attuale. Tutte
queste abitazioni sono già dotate delle infrastrutture necessarie:
strade , fognature, acquedotti, illuminazione e così via. Un minimo di
buon senso avrebbe dovuto indirizzarci ad utilizzare nel modo migliore
questo patrimonio , concentrando le nuove spese sul miglioramento di
quelle infrastrutture e creando una normativa che agevolasse recupero,
diversa suddivisione e migliore utilizzazione delle abitazioni
esistenti. Invece il PUC ignora totalmente questa opportunità; sono state realizzate nuove costruzioni di presunto lusso, utilizzando strumenti diversi dalla corretta progettazione partecipata, delle quali ben pochi avevano bisogno e che, per la loro insensata ubicazione, oltre a devastare l’antica Città, già scaricano oneri pesantissimi sulle nuove generazioni, quali la irrisolta viabilità del porto e dell’intero levante della Città. E si sta proseguendo poi per la stessa via con altri progetti di caratteristiche simili.
2)
Nel PUC dovevano essere predisposte aree indispensabili per alcuni
servizi e infrastrutture, ad esempio aree per realizzare
nodi e tracciati delle infrastrutture di collegamento e
trasporto. Oppure le aree necessarie per realizzare un sistema di
parcheggi di cornice o da destinare alla futura costruzione di almeno
altri 260 posti letto in RSA (oltre a quelli che dovrebbero essere già
disponibili) per far fronte alle necessità future dei disabili gravi.
Le aree per
l’edilizia sovvenzionata individuate in collina (località Papessa)
ricalcano i gravi errori commessi nel passato, nella realizzazione di
quartieri dormitorio emarginati dalla vita della città , mentre negli
ultimi anni si sono rese
disponibili aree che possono essere destinate anche a edilizia
sovvenzionata, lasciando intatta l’area verde alle spalle di Mongrifone. Per acquisire le
aree da destinare a servizi e infrastrutture, occorreva porre vincoli
nel PUC progettando per tempo gli interventi e programmando seriamente
tutti gli oneri che risulteranno necessari per indennizzi e per
espropri. Invece nel PUC di Savona è stata volutamente esclusa ogni
indicazione di vincoli, in modo da evitare oneri per gli indennizzi
necessari. La soluzione più giusta sarebbe stata di evitare qualsiasi modifica prima della approvazione in Consiglio del PUC definitivo oppure di revocare una volta per tutte quel Progetto preliminare, da tanti ritenuto gravemente difettoso, per ristudiarlo al più presto daccapo.
Un altro
aspetto sconcertante nella gestione del territorio cittadino riguarda il
trattamento riservato alle aree archeologiche e storiche, che, anziché
essere protette per la conservazione della memoria storica e per la
valorizzazione del patrimonio artistico- culturale, sono state
letteralmente sventrate e cancellate dalla faccia della città. Ciò ha
prodotto danni irreparabili ai resti storici e archeologici di Savona e
ha eliminato per sempre le tracce dell’antica Città. I sistemi di scavo
utilizzati hanno inoltre impedito ai Savonesi non solo di osservare e di
studiare le testimonianze della loro storia, ma addirittura di prenderne
visione.
Molti progetti
vengono giustificati dall’Amministrazione in quanto, con i relativi
oneri di urbanizzazione, procurano servizi o infrastrutture che la Città
non potrebbe permettersi. Però l’obiettivo primario del PUC non deve
essere quello di finanziare il Comune, con il reperimento di possibili
oneri di concessione, ma di rispondere alle esigenze reali dei
cittadini. |
![]() I sei consiglieri circoscrizionali di Noi per Savona ( da sinistra a destra: Angelo Mottola, 3a Circ.; Doris Zanatta, 2a Circ.; Daniela Pongiglione, 1a Circ.; Giacinta Ferrero, 4a Circ.; Fulvio Parodi, 3a Circ.; Rinaldo Massucco, 3a Circ.) |
Dichiarazione di voto
dei Consiglieri di “Noi per Savona”, ai
Consigli di Circoscrizione del 19 marzo 2009. Con questo atto
formale l’Amministrazione
dota la Città dello strumento fondamentale
per l’ organizzazione e la gestione del territorio cittadino
negli anni futuri. Consapevoli della
straordinaria importanza del Piano Urbanistico Comunale, che dovrebbe
costituire il patto che i Cittadini stringono tra di loro per
indirizzare lo sviluppo
della Città verso un futuro condiviso, esprimiamo alcune considerazioni. |
I Savonesi sono
stati totalmente estraniati, almeno negli ultimi dieci anni, dal
controllo della gestione della cosa pubblica e della sua programmazione. L’indirizzo
dell’evoluzione della Città è stato rimesso invece alle decisioni
arbitrarie di pochi potenti, con l’avvallo di progettisti scelti proprio
e soltanto da quei potenti. I componenti
dell’Esecutivo e i loro funzionari, che avrebbero dovuto soltanto
fornire ai Rappresentanti dei Cittadini tutti gli elementi necessari per
una valutazione approfondita, si sono di fatto sostituiti
arbitrariamente a loro nella decisione finale delle esigenze della
Città. Anche la richiesta
più volte avanzata dal Gruppo “Noi per Savona” di illustrare il Progetto
preliminare del PUC in
assemblee pubbliche è stata ignorata. Il Progetto
preliminare del PUC presentava una serie di errori radicali che non sono
stati sanati nel testo oggi in votazione. Ne sottolineiamo soltanto due.
1)
Non si è tenuto in alcun
conto che Savona è già attualmente dotata di un patrimonio edilizio
sufficiente ad ospitare una popolazione quasi doppia dell’attuale. Tutte
queste abitazioni sono già dotate delle infrastrutture necessarie:
strade , fognature, acquedotti, illuminazione e così via. Un minimo di
buon senso avrebbe dovuto indirizzarci ad utilizzare nel modo migliore
questo patrimonio , concentrando le nuove spese sul miglioramento di
quelle infrastrutture e creando una normativa che agevolasse recupero,
diversa suddivisione e migliore utilizzazione delle abitazioni
esistenti. Invece il PUC ignora totalmente questa opportunità; sono state realizzate nuove costruzioni di presunto lusso, utilizzando strumenti diversi dalla corretta progettazione partecipata, delle quali ben pochi avevano bisogno e che, per la loro insensata ubicazione, oltre a devastare l’antica Città, già scaricano oneri pesantissimi sulle nuove generazioni, quali la irrisolta viabilità del porto e dell’intero levante della Città. E si sta proseguendo poi per la stessa via con altri progetti di caratteristiche simili.
2)
Nel PUC devono essere predisposte aree indispensabili per alcuni servizi
e infrastrutture, ad esempio aree per realizzare
nodi e tracciati delle infrastrutture di collegamento e
trasporto. Oppure le aree necessarie per realizzare un sistema di
parcheggi di cornice o da destinare alla futura costruzione di almeno
altri 260 posti letto in RSA (oltre a quelli che dovrebbero essere già
disponibili) per far fronte alle necessità future dei disabili gravi. Le aree
individuate per l’edilizia economica e popolare in collina (loc.
Papessa), ricalcano i gravi errori commessi nel passato, nella
realizzazione di quartieri dormitorio emarginati dalla vita della città
e destinati ad un’utenza che spesso ha poche possibilità di integrazione
nel tessuto sociale urbano. Per acquisire le
aree da destinare a servizi e infrastrutture, occorre porre vincoli nel
PUC progettando per tempo gli interventi e programmando seriamente tutti
gli oneri che risulteranno necessari per indennizzi e per espropri.
Invece nel PUC di Savona è stata volutamente esclusa ogni indicazione di
vincoli, in modo da evitare oneri per gli indennizzi necessari. Nessuno sa dirci
oggi dove potremo domani realizzare quei servizi e quelle
infrastrutture. I nostri figli, quando dovranno risolvere concretamente
quei problemi, troveranno le poche aree, che oggi sarebbero ancora
disponibili, occupate da nuove costruzioni o prive di strade ed allacci
che nessuno si sarà curato di provvedere. La soluzione più
giusta sarebbe stata di evitare qualsiasi modifica prima della
approvazione in Consiglio del PUC definitivo oppure di revocare una
volta per tutte quel Progetto preliminare, da tanti ritenuto gravemente
difettoso, per ristudiarlo al più presto daccapo.
Nel Luglio 2005 “Noi per Savona”
presentò sul Progetto
preliminare del PUC alcune Osservazioni che non vennero accolte in alcun
modo dall’Amministrazione, nonostante riguardassero aspetti fondamentali
del Progetto. Nelle Osservazioni
presentate, oltre agli aspetti sopradescritti, veniva evidenziato che:
·
Gli scopi, i
modi, i limiti dello sviluppo della città, nel quadro della
pianificazione sovraordinata, devono essere stabiliti dai cittadini, sia
direttamente, sia tramite i consiglieri da loro eletti.
·
Il progetto
preliminare del PUC non ha studiato ipotesi di soluzioni efficaci per il
sistema delle infrastrutture, per la mobilità e i trasporti, ignorando
problemi quali il collegamento del porto e della città di levante con
l’autostrada, la viabilità di cornice, la limitazione del traffico
urbano e i sistemi di trasporto pubblico.
·
E’ necessario
riservare spazi significativi, per esigenze future, non immediatamente
evidenti.
·
Gli “ambiti di
riqualificazione” (termine non previsto esplicitamente dalla LUR)
ammettono, in molti casi, modificazioni qualitative e quantitative del
peso insediativo, in misura non trascurabile ed in contrasto con quanto
indicato dalla Legge urbanistica. Sottraggono inoltre al controllo del
Consiglio comunale l’attuazione di molte trasformazioni importanti del
territorio urbano.
·
Il PUC
abbandona all’arbitrio del Piano regolatore portuale aree importanti
nell’ambito portuale e su tutto il litorale. Ci viene
presentato un progetto di città frammentario in cui non compare una
visione organica,
lungimirante , partecipata e condivisa. Questa
impostazione di progetto induce a discutere aspetti di dettaglio,
trascurando una visione politica globale di gestione del territorio. Molti progetti
vengono giustificati dall’Amministrazione in quanto, con i relativi
oneri di urbanizzazione, procurano servizi o infrastrutture che la Città
non potrebbe permettersi. Però l’obiettivo primario del PUC non deve
essere quello di finanziare il Comune, con il reperimento di possibili
oneri di concessione, ma di rispondere alle esigenze reali dei
cittadini. A seguito delle
considerazioni qui esposte, il mio parere è decisamente negativo. In conclusione
vorrei osservare che le proposte di deregolamentazione che ci
vengono oggi dal Governo peggiorano la già desolante situazione locale.
Desidero ricordare che recentemente 38 consiglieri comunali su 40 hanno
approvato la cementificazione del litorale tra le Fornaci e Zinola.
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