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Io sto con Gary Cooper

di Milena Debenedetti


Mi è venuto in mente proprio di questi tempi, per associazione di idee, un vecchio ricordo televisivo: il Musichiere, condotto da Mario Riva. Il comico presentatore una sera aveva come ospite nientemeno che l’attore Gary Cooper, appunto, già malato ma ancora circondato da tutto il  prestigio della sua figura holliwoodiana. Improvvisavano una scenetta, nella quale si mettevano a fumare.

Allora Riva, tirando le sue boccate, guardava con aria di sfida i vigili del fuoco di guardia nello studio tv, preposti a far rispettare il divieto, per paura di incendi. E con atteggiamento da duro e accento romanesco li apostrofava: “Pompieri? Provate a dirmi qualcosa, se avete il coraggio. Io sto con Gary Cooper!” 

Che c’entra? Be’, mi sento un po’ nello stesso stato d’animo, adesso.

Adesso che si risentono così tanti temi per cui uno sparuto manipolo di benintenzionati è stato sempre sopraffatto, irriso, apostrofato con epiteti vari. “Velleitari, illusi, pseudoambientalisti ( lo pseudo come ulteriore spregio), retrogradi, miopi, quelli del no a tutto…”

Insomma, isolati, fuori dalla realtà, da compatire, con toni che oscillavano fra la sopraffazione, il paternalistico, il didascalico, e l’assoluta superiorità di chi si crede concreto, realista, padrone della verità e del buon senso. Forte della maggioranza e del consenso dei poteri.

Adesso per la verità questi “progressisti” non demordono, fanno finta di niente, ma sono un po’ meno sicuri, e gli argomenti contrari acquistano forza, poco alla volta. Hai voglia camuffare, distorcere i fatti, hai voglia circondarci di una cappa di isolamento da cui le notizie vere filtrano poco e male. Non potrà durare in eterno.

 La crisi, innanzitutto: le cifre parlano chiaro, i contraccolpi sono pesanti, e settori come la logistica ne risentono oltremodo.

Non è più tempo di grandi investimenti, e la piattaforma vadese appare per quello che doveva sempre apparire: sovradimensionata e inutile.

Ma tant’è. Si va ancora avanti.

I prezzi delle case scendono, eppure si continua a costruire imperterriti, senza rispetto né per le necessità né per le proporzioni.

L’errore di strategia di fondo insito in certe logiche è sempre più evidente, piano piano i fatti danno ragione a quelli che sembravano cassandre, bastian contrari a ogni costo.

Che fossero semplicemente più lungimiranti? In possesso di una visuale di informazioni più ampia, tutto il contrario che degli ingenui e degli illusi? 

Magari una informazione basata sulla rete, sui gruppi e sui personaggi internazionali più avanti nella critica, nell’analisi e nella proposta?

Il nuovo presidente americano sembra il simbolo di tutto ciò. L’ho detto e lo ripeto, non sono per i facili entusiasmi e aspetto di pronunciarmi su azioni e risultati. Ma intanto, certe premesse sono tali da spiazzare anche l’Europa, che prima appariva un faro rispetto a Bush.

Quando ho sentito, per esempio,  parlare di orto alla casa Bianca, come messaggio simbolico, di spesa a chilometri zero come mezzo per ridurre l’inquinamento,  mangiare meglio e più sano, favorire le agricolture locali, mi si è allargato il cuore.

Ho pensato ai gruppi, come quello di cui ha parlato Antonia Briuglia qualche tempo fa, “Stop al consumo di territorio”, di amministratori locali che si battono contro gli speculatori del cemento, della logistica esasperata, dei capannoni vuoti. Che predicano come l’agricoltura dovrà essere rivalutata, come le terre ancora disponibili alla coltivazione saranno la vera ricchezza del futuro, per gli stati.

Già ora stati ricchi ma scarsi di terre fertili le stanno comprando da altri paesi più poveri. Queste sono le nuove speculazioni, purtroppo.

Noi in Italia, invece, ciechi e sordi, a perseguire logiche sbagliate, a sprecare il nostro bene più prezioso, la terra, il clima invidiabile, il paesaggio, l’ambiente, la bellezza artistica… quei beni che potrebbero essere, in futuro, il quid in più, per risollevarci, rispetto ad altri posti meno fortunati, li stiamo distruggendo per utilità fittizie e speculative. Per cecità e per avidità di pochi.

 In futuro, rimpiangeremo gli orti di Albenga e le albicocche di Valleggia.

Prima potevo sembrare una patetica arretrata, a dirlo, una nostalgica del buon tempo antico.

 Ma adesso no.

Semplicemente, il presidente della più grande potenza mondiale la pensa allo stesso modo. Mica bruscolini.

Adesso, cari miei, sto con Gary Cooper.

 Milena Debenedetti