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La rubrica di Gloria Bardi

Altro che ronde!



Beh, nessuno che mi conosca si stupirà nel sentirmi dire che le ronde, comunque siano, non mi piacciono affatto.

La sicurezza, come presupposto di libertà, è la posta in gioco fondamentale del contratto politico (che prevede la delega all'esercizio responsabile della coercizione)  e uno stato che non riesca a garantirla è uno stato per ciò stesso delegittimato.

Che il nostro stato non riesca a garantire la sicurezza è evidente non solo perchè la società è segnata da una recrudescenza di microcriminalità -che sembra l'unico aspetto del problema- ma perchè le forze dell'ordine hanno attentato esse stesse alla sicurezza dei cittadini che dovrebbero tutelare, facendo uso irresponsabile e antisociale della coercizione. E, attraverso sentenze ambigue che tuttavia non smentiscono i fatti, non sono state chiamate a pagarne le conseguenze. Anzi, i "responsabili" erano già stati tutti promossi dalla politica a più delicate responsabilità. E poi in Italia si parla di sicurezza! E poi in Italia si parla di meritocrazia!

Così per la Diaz, così per il caso Sandri. Così per Bolzaneto, dove l'eversivo operato delle cosiddette "forze dell'ordine"  si chiama "tortura", per cui in Italia non esiste vergognosamente il reato! Un reato che sarebbe poco italianamente imprescrittibile.

Vi è tortura ogni volta che tramite minaccia si obbliga qualcuno a confessioni, firme di verbali, comportamenti ecc.

L'episodio dei due romeni accusati di stupro e poi assolti dall'analisi del DNA non può scorrere via come acqua fresca. Lo si legga con

attenzione: il primo biondino ha dichiarato che la confessione gli è stata estorta con le minacce. Roba da farsi cadere il cucchiaio di mano, se si ha la discutibile abitudine di guardare il tigì durante i pasti.

Ora, chi ha letto gli incartamenti della Diaz e di Bolzaneto non può trovare in queste sconcertanti dichiarazioni che drammatiche conferme.

Se le nostre "forze di sicurezza" non si sono fatte scrupolo di estorcere confessioni, colpire, torturare innocenti inermi, per la maggior parte stranieri, per lo più acculturati, politicizzati, appartenenti a famiglie borghesi, capaci di muoversi giuridicamente, quali scrupoli si faranno mai dinanzi a un paio di povericristi, o sia pure di balordi, privi di mezzi e per di più appartenenti a una minoranza invisa socialmente?

Una minoranza nei cui confronti il concetto di colpa slitta pericolosamente dal verbo "fare" al verbo "essere"?

Per questo, a dispetto di corporativismi vari, la polizia sarebbe uscita rinvigoria nella credibilità da una condanna e da una rimozione dei propri vertici compromessi.

Finchè le cose stanno così, nessun discorso sulla sicurezza può essere un discorso coerente. Finchè le cose stanno così, l'insicurezza è tragicamente di stato.

 

 

Gloria Bardi