Le ultime Api
Perché muoiono
le Api? Possiamo esistere senza Api? Chi sono i colpevoli della moria delle
Api nel mondo?
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Giovedì 5 marzo 2009 il
Gruppo Paeseambiente di Paese (TV) ha organizzato una
conferenza pubblica dal titolo “Le ultime Api” per parlare del
fenomeno della moria delle Api a causa dei nuovi pesticidi utilizzati in
agricoltura.
L’incontro si è tenuto presso la sala
consigliare del comune di Paese (TV) gremita da oltre 200 persone alcune delle
quali provenienti da fuori provincia (Feltre, Vicenza, Scorzè). |
Tra i relatori in ordine di intervento hanno partecipato:
Andrea Zanoni
- Presidente di Paeseambiente: “Introduzione in merito al problema della
moria delle api a causa dei nuovi pesticidi (Neonicotinoidi).
Presentazione della conferenza e dei relatori.”; il Dott.
Franco
Ravagnan - veterinario e
referente per l'apicoltura dell'ULSS (Unità
Locale Socio-Sanitaria) n.
8: “Il
fenomeno della moria delle api nel territorio dell’ULSS 8”;
Anacleto De
Luca - Apicoltore di Cison di Valmarino: “Insetticidi contro
le zanzare e moria di api nei laghi di Revine – Tarzo”;
Elio
Toffoletto - Apicoltore di Paese: “Un caso di moria di api a
Paese. Interventi legislativi per limitare la diffusione dei
neonicotinoidi”; Luciano De
Biasi - Ecologista di Pieve di Soligo: “L’uso dei pesticidi
in agricoltura.”; il Prof.
Vincenzo
Girolami - Ordinario di entomologia agraria dell’Università
di Padova – Facoltà di Agraria: “Presentazione di uno studio sugli
effetti dei neonicotinoidi nelle popolazioni delle api. Proiezione di un
filmato relativo alla ricerca e Gianluigi Salvador – del Movimento
Decrescita Felice e Referente energia-rifiuti
WWF Veneto con
“Insostenibilità dell'attuale ecosistema agricolo basato sulle numerose
protesi chimiche e sui concimi chimici, grandi dissipatori di energia
fossile.”.
Vengono riportati di seguito le sintesi degli interventi dei relatori.
Andrea Zanoni
- Presidente di Paeseambiente
Zanoni ha evidenziato come negli ultimi mesi sarà capitato un po’ a
tutti di imbattersi in qualche articolo di quotidiano o settimanale o in
qualche servizio televisivo, che trattava della massiccia moria delle
api nella nostra regione (circa il 50% degli alveari andati perduti), in
Italia e nel resto del mondo.
Ha avuto modo di toccare con mano il problema grazie ad alcuni amici
apicoltori residenti nelle parti più disparate della provincia di
Treviso, dalle pendici del Monte Grappa (a Crespano del Grappa), a Paese
in pianura, sino a Pieve di Soligo, tutti colpiti da questo flagello con
perdite dal 50% al 100 % dei propri alveari.
Del fenomeno ne ha parlato anche la nota trasmissione della RAI, Report,
del 30 novembre scorso con un servizio di poco meno di un quarto d’ora;
la causa di queste morie è stata accertata da numerose analisi
effettuate sui corpi delle api morte che hanno evidenziato la presenza
delle molecole dei nuovi pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi.
Questi pesticidi vengono utilizzati nella concia dei semi di mais
trasformando le future piante in insetticidi perenni, ovvero nella
famosa mela di Biancaneve.
Dopo le proteste delle associazioni degli
apicoltori italiani (In particolare:
UNAAPI,
CONAPI e FAI)
che in Italia sono circa 50.000, con 1.000.000 di alveari, il ministero
della Salute, anche su interessamento del Ministero dell’Agricoltura,
con decreto Ministeriale del 17 settembre 2008 dal titolo
“Sospensione cautelativa dell’autorizzazione di impiego per la concia di
sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive
clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil, ai sensi
dell’articolo 13, comma 1, del decreto del presidente della Repubblica
23 aprile 2001, numero 290”
ha sospeso in via cautelativa l’uso dei
pesticidi
Thiamethoxan,
Clothianidina, Imidaclopride e Fipronil, utilizzati nel
trattamento di concia delle sementi.
Il decreto, che purtroppo ha durata di un solo anno, era stato impugnato
al TAR del Lazio da tre multinazionali della chimica: Bayer, Syngenta e
Basf; successivamente i giudici del tribunale amministrativo con una
sentenza del 19 novembre 2008 hanno rigettato il ricorso
sostenendo che
“L’interesse di preservare i cicli naturali
delle piante e della frutta attraverso le api è prevalente
rispetto agli interessi economici delle aziende agrochimiche”.
Anche il Consiglio di Stato, al quale le tre multinazionali si erano
rivolte, il
19 dicembre ha
ribadito quanto già espresso dal TAR del Lazio.
Recentemente i professori Vincenzo Girolami e Luca Mazzon, del Gruppo di Entomologia del Dipartimento di agronomia ambientale dell'Università di Padova, hanno eseguito una ricerca che ha portato al sorprendente risultato che conferma che un’ape che beve gocce d'acqua sulle foglie (guttazioni) di piantine di mais, nate da semi trattati con neonicotinoidi, muore nel giro di soli due minuti.
Essendo stato molto colpito da tutto questo problema e dalla frase
“Se tutte le
api morissero all’uomo resterebbero quattro anni di vita”
attribuita ad Albert Eistein, Zanoni ha deciso di organizzare questa
conferenza pubblica per affrontare il problema.
Zanoni ha quindi contattato alcuni amici apicoltori ed esperti in
pesticidi, nonché il professor Vincenzo Girolami, che si sono resi
disponibili per questa conferenza.
Ha infine evidenziato che quello della moria delle api è un campanello di allarme che tutti devono saper cogliere, in primis le istituzioni, inoltre bisogna riflettere sul fatto che questo fenomeno è stato scoperto grazie all’attività economica dell’apicoltura a rischio a causa della moria di api, in realtà ci sono molte altre specie di insetti impollinatori, utili all’ambiente e alle colture, altrettanto colpiti che stanno scomparendo nella più totale indifferenza. |
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Anacleto De Luca
- Apicoltore di Cison di Valmarino
De Luca, apicoltore di Cison di Valmarino (TV) ha ricordato come nell’area
dei laghi di Revine e
Tarzo e lungo il torrente Soligo sino a Follina, per alcuni anni i Comuni
di Tarzo e di Revine Lago abbiano attuato la lotta contro le zanzare irrorando
insetticidi dall’alto con l’uso di un elicottero.
Contestualmente a questi trattamenti gli apicoltori locali lamentavano rilevanti
morie di api.
Non solo, contemporaneamente si verificavano anche strane morie di pesci in
particolare lucci.
De Luca scattò delle fotografie sia all’elicottero in azione che alle migliaia
di api morte davanti alle arnie.
Gli apicoltori fecero intervenire la loro associazione e promossero degli
incontri con l’ULSS, la Provincia di Treviso e l’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale delle Venezie.
Ci furono vari incontri in cui veniva sempre messo in discussione che le vera
causa fossero i pesticidi irrorati dall’elicottero.
Al terzo incontro questa associazione di apicoltori abbandonò inspiegabilmente
il tavolo di confronto dichiarando che gli apicoltori avrebbero dovuto
arrangiarsi da soli.
Gli apicoltori fecero intervenire il rappresentante del WWF locale il quale
chiese ai comuni copia delle fatture di acquisto dei prodotti tramite le quali
venne accertato che quelle sostanze non potevano essere irrorate con l’uso di
mezzi come ben specificato nelle schede tecniche richieste al produttore.
Anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
confermò che l’insetticida “phenotrin” utilizzato era “un composto ad
ampio spettro non selettivo molto tossico sia per le api che per i pesci”.
Gli apicoltori maggiormente colpiti avviarono una procedura legale di
risarcimento e dopo quattro anni i comuni vennero condannati a pagare i danni.
Secondo l’apicoltore il problema della moria delle api non è imputabile solo ai
prodotti per la concia del mais a base di neonicotinoidi ma anche all’utilizzo
dei molteplici trattamenti chimici dei vigneti per i quali viene utilizzato
anche lo stesso elicottero.
Elio Toffoletto
- Apicoltore di Paese
Toffoletto, apicoltore di Paese (TV), ha ricordato come localmente siano andate
perse dal 50 al 70% delle arnie a causa delle morie imputate ai pesticidi del
gruppo dei neonicotinoidi.
Le api più colpite risultano essere le bottinatrici, ovvero quelle che vanno a
raccogliere il polline ed il nettare.
Ha riportato le sequenze di un caso molto significativo che gli è capitato nella
primavera del 2008 in concomitanza del periodo delle semine del mais.
Il primo aprile del 2008 Toffoletto seminò il proprio mais, a 50 metri dalle
proprie arnie, utilizzando semi non
trattati; dopo tale semina naturalmente non c’è stata nessuna moria.
Il 5 aprile nei campi distanti 500/600 dalle proprie arnie venne seminato del
mais con l’utilizzo di semi conciati, ovvero trattati con prodotti a base di
neonicotinoidi.
Il 6 aprile nelle proprie arnie venivano rilevate migliaia e migliaia di api
morte.
Il 7 aprile veniva denunciato l’episodio all’ULSS (ASL) ed alle autorità
competenti.
L’8 aprile un veterinario dell’ULSS prelevava i campioni di api morte per
trasmetterli all’Istituto Zooprofilattico.
Le analisi effettuate su questi campioni, arrivate successivamente, confermavano
quasi tutte la presenza dei terribili insetticidi della famiglia dei
neonicotinoidi.
Toffoletto ha spiegato il meccanismo attraverso il quale le seminatrici
movimentano i semi di mais trattati contribuendo alla dispersione nell’ambiente
delle polveri di questi micidiali prodotti.
Ha poi ricordato l’iter di approvazione del decreto ministeriale per la
momentanea messa al bando dei pesticidi a base di neonicotinoidi ricordandone i
contenuti ed i promotori.
Infine ha dato lettura di un articolo di un quotidiano che riportava la notizia
che in Italia sono morte il 50% delle api mente negli USA questa percentuale
sale addirittura al 70%.
Luciano De Biasi
- Ecologista di Pieve di Soligo
De Biasi ha ricordato che la direttiva Europea 99/45/CE, recepita dall’Italia
con il decreto legislativo 65/2003, ha prodotto la riduzione dei pesticidi in
commercio da 7.000 a circa la metà (3.500) solamente perché richiedeva per la
prima volta che la classificazione dei pesticidi tenesse conto degli effetti
sull’ambiente.
Con una nuova direttiva l’Unione Europea il 13 gennaio 2009
ha disposto che gli Stati membri dovranno ridurre al minimo l’uso di
queste sostanze chimiche puntando alla difesa integrata delle colture agricole
(riduzione drastica dei pesticidi) e alla produzione biologica (eliminazione dei
pesticidi chimici).
Ha poi ricordato il dato dei pesticidi utilizzati in Veneto: 15.000 tonnellate
all’anno.
Nella sola provincia di Treviso nel 2006 sono stati utilizzati 3.000.000 di
chili di pesticidi mentre l’anno successivo, nel 2007, ne sono stati utilizzati
ben 3.100.000 con un incremento superiore al 4% (Ndr: ciò significa che nella
sola provincia di Treviso vengono utilizzati una media di circa 3,5 chilogrammi
di pesticidi per abitante mentre in veneto sono 3,1 a testa).
Ha evidenziato come il lavoro delle api per l’impollinazione risulti
fondamentale.
Se si considera che in un alveare ci sono dalle 30.000 alle 40.000 api e che
un’ape visita dai 100 ai 1000 fiori al giorno significa che, se si effettua un
calcolo per difetto, un singolo alveare con le sue bottinatrici contribuisce ad
impollinare ben 3.000.000 di fiori al giorno.
Ha ricordato come alcuni pesticidi abbiano conseguenze deleterie per la salute
in quanto cancerogeni, mutageni o distruttori endocrini (questi ultimi indiziati
anche come causa di sterilità maschile e femminile).
Ciò nonostante molti pesticidi, considerati pericolosi per l’uomo, continuano ad
essere liberamente utilizzati in agricoltura.
Ha ricordato di aver richiesto all’ULSS 7 (Conegliano Veneto) quanti pazienti
siano stati codificati con il codice E48 in quanto “Soggetti con patologie
neoplastiche”.
La risposta è stata sorprendente: nel 2007 vi sono state 8.760 persone colpite
mentre nel 2008 ben 9.146, con un aumento pari al 4,3%.
Si tratta di un aumento di malati di cancro che in percentuale va pari passo con
l’aumento dei pesticidi.
Prof. Vincenzo Girolami
- Ordinario di entomologia agraria dell’Università di Padova – Facoltà di
Agraria
Il professor Girolami ha spiegato che nel mondo scientifico non si riusciva a
spiegare il meccanismo per il quale durante le semine primaverili del mais le
api morissero, le multinazionali dei pesticidi inoltre continuavano a dire che
nel tarassaco, fiore primaverile molto visitato dalle api, non veniva
riscontrata la presenza dei neonicotinoidi.
Pertanto è stata fatta l’ipotesi che fosse l’acqua utilizzata dalle api ad
essere contaminata.
Le giovani piante del mais e dei cereali, di norma, emettono dagli apici delle
loro fresche foglioline delle piccole goccioline di acqua
dette “guttazioni”.
In laboratorio si è pertanto effettuato un esperimento che è stato
opportunamente videoripreso e proiettato con il commentato dal vivo del
professor Girolami durante la conferenza.
Si sono fatte nascere delle piantine di mais da semi non trattati, che
risultavano essere gialli, ovvero del colore naturale del mais;
contemporaneamente si sono fatte nascere delle piantine da semi trattati con
pesticidi a base di neonicotinoidi, i semi risultavano alla vista di un colore
rosso chiaro.
Poi si sono prelevate alcune gocce prodotte spontaneamente dalle guttazioni
delle piantine e si è proceduto ad abbeverare due api, una con le gocce d’acqua
delle piantine non trattare e l’altra con le gocce d’acqua delle piantine
trattate, mentre la prima ape ha bevuto l’acqua senza alcuna conseguenza, la
seconda, quella delle gocce delle piantine trattate (semi rossi), è morta entro
due minuti come hanno testimoniato le immagini del video.
(Ndr:
Il video si può vedere tramite internet collegandosi su questo link:
http://firenze.repubblica.it/multimedia/home/4468701?ref=rephpsp3 )
Il professore ha poi spiegato che il principio attivo (neonicotinoidi) era
presente in quelle gocce micidiali in una concentrazione pari a 50 ppm (parti
per milione) ovvero nelle medesime concentrazioni che si utilizzano per
sterminare gli afidi in agricoltura.
Alcune foto mostrate dal professore hanno testimoniato come dopo l’asciugatura
delle guttazioni resti un alone chiaro costituito dai residui dei pesticidi ai
neonicotinoidi, ovvero un residuo a concentrazioni elevatissime.
Grazie a questo esperimento gli apicoltori tedeschi hanno chiesto alle autorità
il divieto di uso di questi pesticidi ottenendolo circa un mese fa; questi
apicoltori da poco hanno ringraziato ufficialmente il prof. Girolami perché il
suo lavoro è stato fondamentale per ottenere questo importante risultato in
tutta la Germania.
Ad oggi solo l’Italia e la Germania vietano questi pesticidi che dovrebbero
essere vietati su scala mondiale.
Il professore ha ricordato che il grosso problema sta nel fatto che gli
agricoltori sono costantemente bombardati sulla necessità dell’uso dei concianti
dei semi di mais.
Un collega del professor Girolami ha dimostrato, tramite una ricerca, che nel
98% dei terreni seminati a mais risulta inutile utilizzare la concia dei semi
con i pesticidi.
Quindi per il 98% dei casi la concia non serve a nulla; di regola i concianti
risultano inutili e vengono utilizzati dagli agricoltori addirittura come una
polizza di assicurazione.
A questo grave fenomeno di utilizzo inutile di pesticidi in agricoltura ci
sarebbe una soluzione, ovvero fornire un minimo di assistenza tecnica agli
agricoltori , cosa che non accade più da diversi anni così oggi a consigliare
gli agricoltori sull’uso dei prodotti chimici sono i rappresentanti, ovvero la
parte commerciale.
In generale, parlando di insetticidi nel loro complesso, si può tranquillamente
affermare che potrebbero essere tranquillamente ridotti del 90%.
Accade addirittura che in tavola arrivi della frutta con il suo carico di
principi attivi, degli insetticidi e fungicidi, tant’è che se si mettono dei
funghi sopra questa frutta sono destinati a morire.
Purtroppo oggi molti insetticidi vengono santificati con la conseguenza che la
cosa sta sfuggendo al controllo.
Gianluigi Salvador
– del Movimento Decrescita Felice e Referente energia-rifiuti
WWF Veneto
Oggi nell'ambiente sono sparse ben 120.000 sostanze chimiche ed in buona parte
vanno a finire nei cibi.
Ogni anno nella sola provincia di Treviso vengono bruciate praticamente a cielo aperto ben 150.000 tonnellate di potature tossiche dei vigneti trattati.
Ovvero una quantità di rifiuti pari a circa la metà di tutti
i
rifiuti solidi urbani della provincia.
Dalla combustione all'aperto delle potature trattate in genere con idrocarburi
clorurati, si sprigionano diossine, inquinanti molto pericolosi anche se
ingeriti in piccolissime dosi.
Gli interventi nella ricerca e nei controlli in agricoltura devono essere
statali e non delle lobby che invece sono direttamente interessate al profitto
di parte.