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       IL CHIACCHIERICCIO DEI MOVIMENTI

 E IL “NUOVO RINASCIMENTO”

di Antonia Briuglia

 


  Disegno di Serena Salino

I PROGETTI SAVONESI E I CITTADINI

Savona, Vado Ligure e le cittadine della Provincia procedono, in modo determinato, con fase realizzativa dei progetti approvati.

Progetti giustificati da Piani Portuali o da previste varianti di PUC, ma anche e soprattutto preziosi argomenti di contrattazione o di pressioni politiche nelle  Segreterie di Partito.

La cittadinanza non ha mai partecipato all’elaborazione, alla valutazione sulla compatibilità ambientale. Non è mai stata interpellata sulla reale necessità di progetti come: Margonara, Crescent, Bofill, Binario Blu, area Solimano e quant’altro e le indicazioni e i suggerimenti di organismi referenziati sul territorio come, ad esempio, Italia Nostra sono stati sempre opportunamente ignorati.

 La cittadinanza non ha mai partecipato alla discussione sulle reali opportunità offerte da progetti come: la piattaforma Maerks o il potenziamento della centrale a carbone.

Quando il progetto, di volta in volta, era pubblicizzato su questo o quel quotidiano, ormai aveva già avuto l’approvazione in fase politica e amministrativa in modo da non doverne cambiare i presupposti.

Quando, come nel caso Margonara, la polemica si faceva più aspra, si pretendeva di accontentare o tappare la bocca a quanti contestavano con “ democratiche” quanto inutili e pilotate audizioni.

 

I MOVIMENTI CITTADINI

 

I “ pantofolai” scocciatori, coloro che sembrano ostacolare il saggio decisionismo delle Amministrazioni , a nulla possono, oggi, se non mettere in dubbio la buona coscienza del manovratore.

I movimenti, quelli che, come sostengono i quotidiani locali, animano la vita politica savonese, in effetti, cominciano a essere molti e con diversa finalità.

I movimenti per o contro una certa proposta di viabilità, i movimenti contro la cementificazione o contro il potenziamento di strutture industriali che appaiono già obsolete  e inutili e dannose.

Hanno tutti un aspetto in comune: il mancato coinvolgimento del territorio e di chi lo abita.

Le proposte di viabilità, ad esempio, a Savona sono sempre state provvisorie, da sperimentare, in attesa proprio che i savonesi ne diano una tacita approvazione come la soluzione meno peggiore. I numerosi “ birilli” in plastica bianca e rossa, di Piazza Diaz sembrano il simbolo in una città in attesa di smantellamento o di riordino in attesa di decisioni ancora da prendere.

In questo contesto diventa inevitabile lo scontro e la polemica certamente evitabile con un preventivo coinvolgimento.

I progetti di nuova edificazione sono, per la maggioranza dei casi, stati imposti e pubblicizzati solo quando i giochi erano fatti.

I movimenti contro il porticciolo della Margonara nascono proprio dalla mancanza di volontà da parte dell’Amministrazione di voler realmente ascoltare i cittadini e di credere in una forma di democrazia che non confonda la delega e l’assunzione di responsabilità con la presunzione e l’arroganza .

I movimenti contro la piattaforma e contro l’ampliamento della centrale a carbone nascono, invece, dalla desiderio dei cittadini di un nuovo sviluppo che metta al primo punto la salute. Tutti movimenti  fanno capo ad una nuova qualità della vita che è diventato uno dei più importanti valori politici e sociali.


Matteo Renzi

 

CANDIDATI PD E MOVIMENTI

 

E’ sintomatico che il candidato Sindaco DS di Firenze, Renzi definisca i comitati “un handicap per la politica che deve dare prova di assunzione di responsabilità “.

 E’ sintomatico che l’assunzione di responsabilità, i Sindaci, la ostentino quando si tratta di cementificare o di andare incontro alle istanze di multinazionali che continuano ad impossessarsi di territorio pubblico, magari contaminandolo di sostanze tossiche, per il loro profitto.

E’ sintomatico che la responsabilità sparisca davanti a scelte coraggiose come il recupero di contenitori pubblici per la cultura , davanti ad una moderna raccolta e smaltimento dei rifiuti, davanti alla pedonalizzazione della città e al potenziamento dei mezzi pubblici, davanti alla politica di produzione di energia con fonti rinnovabili e alla costruzione di edifici a basso consumo.

Il territorio continua d essere una risorsa da consumare con l’alibi dello sviluppo, che dovrebbe convincere la gente.

I movimenti però aumentano, migliorano i loro sistemi di comunicazione, e se non si riuniscono con cadenze continue imitando i vecchi Partiti, comunicano sulla rete da una parte all’altra d’Italia, trovando appoggi, scambiano esperienze, ricevono solidarietà.

 

E’ sintomatico che un candidato Sindaco DS rifiuti, al pari dei suoi antagonisti di centro- destra, l’idea che i Comitati siano lo specchio del malessere dei cittadini e di un sistema politico che non funziona più.

Il dramma sta proprio nel fatto che, mentre nei Comitati è possibile trovare persone che votano a sinistra o a destra accomunati dalla battaglia ambientale, la destra non ne rimanga fortemente svantaggiata elettoralmente mentre il centro sinistra sì.

L’elettorato di destra, troppo conquistato dalla capacità del “fare” del Premier e dei suoi uomini, ha interessi particolari che identificano spesso il territorio come terra di conquista, come occasione di guadagno anche personale.

L’elettorato di sinistra, in gran parte, continua a credere in valori che sono quelli del vivere comune, della civiltà e della partecipazione alla gestione del territorio: diritti che non si può pensare vengano calpestati proprio da chi lo rappresenta.

Così la sinistra muore. Così il Partito Democratico è morto prima di nascere.

I movimenti, oggi, non sono più formati da quattro ragazzi dei centri sociali eppure la classe politica sembra la pensi ancora così.

I movimenti, oggi, hanno al loro interno, professionisti, giornalisti, docenti universitari, scienziati, medici e urbanisti e anche tanta gente comune che non vede più nel sistema politico dei Partiti una risposta al progetto del loro futuro.

Non vede nei partiti che un mezzo di spartizione di potere di equilibri utili solo a chi li dirige.

Una grande occasione persa per i partiti della sinistra che continuano a fare e disfare accordi elettorali, confezionare false primarie, bilanciare inutili equilibri tra le segreterie.

Una grande occasione persa per i partiti della sinistra del savonese che arroccati nel Palazzo, dove ci si guarda bene da indossare “pantofole”,  continuano ad approvare cubature pensando a un nuovo modo per renderle digeribili o per ingannare chi li dovrà subire, si evita di affrontare i veri problemi  e si finirà per perdere il governo del territorio.

 

Così nella più patetica schizofrenia politica mentre il rutelliano Renzi piccona i Movimenti, con la presunzione di non dire banalità, Rutelli scopre l’ambientalismo e chiede al PD di alzare la bandiera verde! Sostiene che a differenza del resto d’Europa, in Italia la gente non sia così sensibile al tema dell’ambiente forse anche a causa dei danni portati dall’ambientalismo del “NO” minoritario e distruttivo.

E’ vero, invece, che nella nostra società in declino, a natalità zero, dove la crisi porta la gente a guardare la propria vita su orizzonti sempre più brevi, chi si occupa di ambiente e territorio va in controtendenza, perché si occupa di FUTURO, anche di quello molto lontano del nostro pianeta

 Serena Salino

I MOVIMENTI DEL “ NO”

 

Penso, poi, che sia lecito chiedersi quale potrebbe essere l’ambientalismo del “SI” a Vado, territorio martoriato da scelte scellerate che si sono e si stanno perpetrando sulla testa dei cittadini e senza un preventivo coinvolgimento: dallo sviluppo industriale a quello portuale che hanno condizionato l’abitato e la vita della gente, dalla localizzazione di una delle più grandi centrali a carbone del Nord Italia che, oggi, si chiede di ampliare ulteriormente e che nessuna Amministrazione ha condizionato nei miglioramenti tecnologici e nei reali e severi controlli, alla cementificazione industriale del mare davanti all’abitato, solo per fare esempi.

 

Quale potrebbe essere l’ambientalismo del SI davanti alla continua cementificazione del territorio savonese che ci ha già regalato l’inutile torre Bofill, il mostruoso Crescent e che intende procedere incontrastata nelle più disparate zone della città.

Quale potrebbe essere l’ambientalismo del SI davanti a chi giustifica il cemento con lo sviluppo e la crescita, chi baratta inquinamento con posti di lavoro?

 

I NUOVI MOVIMENTI

 

La storia dei movimenti nel mondo ha segnato il corso politico e le decisioni di molti Paesi, dall’annullamento di test ed esperimenti nucleari nei punti più disparati del Pianeta, allo smaltimento di scorie nucleari o di rifiuti tossici in mare aperto; dalla difesa della fauna in via d’estinzione alla lotta al riscaldamento globale.

I movimenti sono stati e sono la coscienza sociale. Dove la politica non arriva o non è arrivata i movimenti diventano l’unico punto di riferimento.

Può essere un NO alla centrale a carbone e all’inquinamento atmosferico quando gli Enti si adagiano su pretestuosi e poco credibili risultati della qualità dell’aria; può essere un NO al porticciolo della Margonara quando la cementificazione di aree protette distruggerebbe l’ultimo baluardo di un ecosistema.

Può essere un NO a un inceneritore quando gli Enti Locali hanno condotto una gestione fallimentare dello smaltimento dei rifiuti, lontana dalle indicazioni internazionali.

Può essere un NO a uno sviluppo del territorio savonese INSOSTENIBILE, dove i vuoti urbani vengono colmati da colate di brutto e inutile cemento.

 

Poterebbero essere invece dei SI a uno sviluppo diverso utile più razionale.

Un Si che sta alla base di un MOVIMENTO che li abbraccia virtualmente tutti : quello della DECRESCITA.

Un movimento etico che si occupa dell’organizzazione della società nel suo insieme, nella convinzione che  sia ormai necessario operare un’inversione di tendenza nei comportamenti individuali che in quelli collettivi, a livello nazionale e internazionale.

Sarà inevitabile lavorare e costruire una diversa gestione del sistema economico con una pacifica quanto efficace sottile rivoluzione.

Sarà questo l’unico sviluppo sostenibile, quello che ha convinto molti uomini a credere che il mondo occidentale non può crescere ancora e che il suo peso sul Pianeta sia già sconsiderato.

Inoltre questa crescita non ci ha dato , poi, molti frutti e la crisi economica DI QUESTI ANNI NE è LA PROVA.

Non è necessario crescere ancora e soprattutto sui parametri della crescita dei beni materiali e immateriali, ma bisogna, approfittando proprio di questa crisi, lavorare per decrescere.

Vogliamo che sia il nostro benessere a crescere, anche perché la crescita infinita non esiste!!!

Questo devono ancora comprendere tutte le destre e le sinistre al Governo, questo devono comprendere imprenditori e sindacati che continuano a rincorrere valori che la società industriale continua a perpetrare ignorandone l’evidente inutilità e i gravi disagi che spesso comporta.

E’ vero il lavoro è immane, ma i riferimenti culturali rappresentati da uomini come Maurizio Pallante ci confortano e ci spingono a credere che si possa intraprendere questo percorso.

Un percorso che non s’identifica solo con dei No, ma nella capacità di distinguere quello che Pallante indica come il “più dal meglio, la quantità dalla qualità, la costruzione di edifici in grado di dare benessere col minimo consumo di risorse, la progettazione di oggetti fatti per durare nel tempo, la riparazione invece della sostituzione, il riciclaggio e la riutilizzazione di materie prime.”

Pallante dice inoltre che “ i cittadini consapevoli debbono quindi impegnarsi politicamente affinché le pubbliche Amministrazioni prendano le decisioni necessarie al vero cambiamento.”

Questo sarà il MOVIMENTO DEL SI’ quello Maurizio Pallante chiama “IL NUOVO RINASCIMENTO”.

                                                                                                                            

  ANTONIA BRIUGLIA