TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
VADO LIGURE : IL REGRESSO E’ DI
SCENA
La crisi economica mondiale sta inevitabilmente cambiando il pianeta,
dove gli effetti si percepiscono in modo più tragico e dove invece sta
minando in modo subdolo ma inesorabile la stabilità e il colpevole
immobilismo del potere, l’individualismo del sistema capitalistico e di
consumo delle risorse.
Sta portando i governi locali a prendere decisioni spesso di sostegno,
ma anche sulla gestione di un possibile cambiamento.
Da più parti si sta comprendendo che, la crisi, può essere l’occasione
per cambiare e per farlo è necessario non partire dagli stessi errori.
Per cambiare è necessario un
progetto politico che diventi
alternativo al sistema.
In America si sta inaugurando una nuova forma di sviluppo in un nuovo
tipo di economia.
Da ogni parte si comincia ad avvertire la possibilità di poter cogliere
una buona occasione anche da
questa crisi : lo stimolo a promuovere uno sviluppo basato su altri
criteri che portino il mondo ad accelerare una sorta di trasformazione
attesa da molto tempo.
Le prime importanti proposte?
Efficienza e risparmio energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili,
rilocalizzazione dell’agricoltura e cambiamento degli stili di vita.
Non sono slogan ambientalisti, né titoli di riviste di settore, ma
l’esigenza di un nuovo progetto in cui, tra gli altri, il più potente
Presidente del mondo crede.
In Italia? Si parte in ritardo, anzi non sembra che si voglia partire
dopo la “riscoperta” velleità per il nucleare da parte del Governo in
carica.
A Vado? Si torna indietro.
RITORNARE A TAPPARSI IL NASO
Il 5 marzo, i sindacati confederali di Savona , “hanno rotto gli indugi
durati tre mesi e hanno approvato e sottoscritto l’ampliamento del nuovo
gruppo a carbone della centrale”.(Secolo XIX del 6/3/09)
Continua la vecchia tradizione sindacale savonese che col falso ricatto
occupazionale, cede alle pressioni di gruppi imprenditoriali che poco o
nulla hanno fatto per attuare i miglioramenti imposti dalla legge e le
condizioni degli impianti che determinano danni alla salute per i
lavoratori e cittadini dell’intero territorio.
I sindacati passano sopra le decisioni dei Sindaci dei Comuni del
comprensorio dichiaratisi apertamente contrari al potenziamento: un
fatto senza precedenza, che vede scollarsi definitivamente realtà
sociali e politiche spesso dello stesso colore.
I posti di lavoro
promessi passano da
Posti di lavoro nel porticciolo della Margonara, altrettanti per la
piattaforma Maerks, altri nei diversi cantieri edili degli ecomostri
sparsi o da spargere sul territorio. Ci piacerebbe vedere il reale
fatturato e la concreta ricaduta sul territorio di queste attività e
aziende per verificarne l’affidabilità.
Al numero indefinibile di
promesse occupazionali sembrano, ormai, credere solo i Sindacati che,
incapaci di operare con competenza nelle varie tristi vicende delle
aziende sul territorio( Ferrania insegna), tornano a perseguire
le linee di sviluppo
ottocentesco con al
centro le centrali a carbone.
“Rinunciare a 800 milioni d’investimenti, diretti o indotti è una
pillola amara”
dice Berruti della CGIL che
chiede agli enti locali di accettare il confronto con Tirreno Power sui
dati oggettivi.
Quali dati ? Quale confronto?
Antonio Apa della UIL chiede
addirittura, a gran voce, l’intervento di Berlusconi, denunciando
l’ostracismo contro la centrale, a lui inspiegabile. Declama, in un
delirio autoreferenziale intriso di una gratuita e maldestra adulazione
”
A Vado gli Enti locali ostacolano
gli ampliamenti dei presidi industriali e la “furia iconoclasta” dei
Verdi blocca la centrale…la Regione e il
Comune di Vado dovrebbero prendere
esempio da Lei( la lettera è indirizzata a Berlusconi) nel mettere in
pratica il “fare”…” (!?) (Secolo XIX, 3/3/09).
Affermando poi che la rinuncia a 800 milioni di euro del progetto sia
suicida, come in una vecchia e obsoleta lezione, studiata a memoria,
ritorna a sostenere
” Nell’attuale crisi bisogna
rilanciare consumi e investimenti!”.
Affermazioni buone forse qualche decennio fa e, in ogni caso, prima che
la crisi economica mondiale e nazionale ci spingesse a fare dure
riflessioni che, a quanto pare, sono mancate al Sindacato che in questa
vicenda tradisce non solo incompetenza scientifica e tecnologica ma,
anche e soprattutto, inadeguatezza nel suo ruolo.
Dove sono stati i Sindacati tutto questo tempo, quando i comitati si
confrontavano con i rappresentanti politici , quando
si promuovevano le manifestazioni in piazza con le famiglie degli
operai di Vado, quando si dibatteva nelle strade della città?
Dove sono stati quando l’Ordine dei Medici della Provincia di Savona
denunciava i dati oggettivi
della situazione ambientale precaria, determinata proprio dalla presenza
di una centrale obsoleta e fortemente inquinante come quella di Vado?
Evidentemente non si riesce
ancora a imparare dagli errori.
( ACNA non ha insegnato nulla).
I Sindacati fanno finta di non sapere che se gli Enti Locali e i Sindaci
continuano ad avere forti riserve sull’ampliamento, è perché il
movimento dei cittadini è forte con ragioni forti e questo si percepisce
quando ci si confronta in pubblico sull’argomento.
Confronto a cui i Sindacati si sono vistosamente sottratti.
E’ triste dirlo, ma oggi chi rappresenta il Sindacato non è preparato,
non è più all’altezza, in una società che si sta evolvendo. Prova ne è
l’incredulità davanti alla rinuncia a quella “nuova ricchezza” che
dovrebbe portare al territorio un’operazione di questo genere, a cui la
gente comune non crede più.
La gente ha capito che la vera
ricchezza per sé e per i loro figli è la salute:
non si baratta più la vita col posto di lavoro. Troppo spesso è stato
chiesto agli operai di identificare il lavoro con la mancanza di
sicurezza degli impianti o con il cancro. A Vado come in molte altre
parti d’Italia, poi, i danni alla salute colpiscono e continuerebbero a
colpire anche chi solo vive a chilometri dalla centrale, bambini
compresi.
Nulla è stato fatto in tutti questi anni per migliorare i gruppi
esistenti, neanche quando nel 2002 venne aggiunto il ciclo combinato a
metano e anche i Sindacati, come gli Enti Locali, si sono guardati bene
dall’esigere che si facesse.
Tirreno Power nella sua opera di convinzione continua a chiamarla
“ENERGIA PULITA” in un’aberrante mistificazione letteraria e cui
sembrano voler credere proprio solo i Sindacati.
Comprensibile la stima conferita loro proprio dall’azienda che
definisce” le relazioni sindacali in atto di alto profilo” e le premia
con il turn over di sei addetti, che rimpiazzeranno proprio sei futuri
pensionamenti.
LA POLITICA DEL SILENZIO
Noi sappiamo, dove siamo, non abbiamo più bisogno di qualcuno che ci
dica cosa fare, cosa pensare, cosa sia meglio per il nostro futuro e
quello dei nostri figli; eppure la crisi in un modo o nell’altro la
stiamo vivendo tutti sulla nostra pelle.
Sappiamo, dove vogliamo andare e cosa bisogna fare per rifiutare un
modello che non ci appartiene più.
Dobbiamo solo organizzare la traversata.!!!!!!
La politica non si fa solo nella cabina elettorale, o nelle sedi di
partito, che oggi sembrano più impegnate a organizzare Primarie che
ascoltare la gente. La politica si fa sempre, anche quando stiamo zitti.
Il nostro silenzio non sarà, però, quello di”chi tace acconsente”, ma
quello di chi ha deciso di smetter di sostenere una politica
amministrativa e sindacale che non le appartiene più.
Come siamo stati capaci a
sostenere dal basso i partiti e i sindacati, oggi dobbiamo essere capaci
di praticare la disobbedienza nei loro confronti.
Si può fare a diversi livelli: dalla comunicazione sul web, dai
giornali, dalle scuole, dai nostri posti di lavoro, dove si può
desistere, resistere e soprattutto non cedere a inutili compromessi.
Il potere politico ha bisogno di noi e tra poco ha bisogno del nostro
voto.
BRIUGLIA ANTONIA |