Il prof. Spotorno e il Santa Corona intercettati per
mesi. Chi parlava? Le carte “riservate”
del primario con i retroscena di un arresto
Nuovi inediti documenti. La fuga che non era fuga. Un’intervista sulla “malasanità”: il “mago dell’anca” denunciava i responsabili dello sfascio
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![]() Lorenzo Spotorno |
Pietra Ligure - Trucioli Savonesi prosegue la “Spotorno story” per dare testimonianza, informare i cittadini. Molti sapranno, tanti altri sono all’oscuro di tutto. Il giorno dei funerali, nella chiesa e nella piazza principale di Pietra Ligure, si è assistito ad un “pietoso spettacolo” (riservato, sia detto, a coloro che si erano ben guardati dal prendere le difese di Renzo Spotorno quando era in vita) di “esibizionismo” pubblico. Ma anche all’ignobile trattamento dei “media” che hanno rigorosamente ignorato il “calvario giudiziario” del medico, dell’uomo, del padre di famiglia, del cittadino pietrese Spotorno. |
Non è rinvangare. E’ questione di civiltà e di coerenza. Troppo facile far finta di niente. Fare persino passerella. E certamente l’Ordine dei medici della provincia di Savona non si è distinto. Non ha brillato. Non una sola parola per rivendicare la grande ingiustizia che fu riservata dallo Stato al collega vittima di un’ingiustizia. Immaginiamo i salti di gioia di chi l’ha sempre avversato e spesso pugnalato alla schiena. Aggiungiamo che alcune presenze ai funerali, citate puntualmente dai giornali, stonavano davvero. In una prossima puntata daremo nota di cosa pensava Lorenzo Spotorno di alcuni “personaggi” che rivestivano e rivestono ruoli pubblici. Che operavano all’interno e all’esterno dell’ospedale, della sanità pubblica. In questa nuova puntata riproduciamo un articolo-intervista pubblicato sulla pagina regionale de La Gazzetta del Lunedì (vedi a fondo pagina), storico quotidiano ligure già degli armatori Fassio, poi ceduto ad una cooperativa di dipendenti per evitare la chiusura, sulla stessa scia del Corriere Mercantile. L’intervista a tutto campo e senza peli sulla lingua è del 17 gennaio 1994, un anno prima del clamoroso arresto di Spotorno e della valanga di accuse che gli sono piovute addosso. Lorenzo Spotorno non parlava di teorie, del “sesso degli angeli”, ma di argomenti reali, fatti, misfatti, problemi, carenze, scelte, privilegi, sfascio. Proponeva, elencava gli interventi urgenti, non più dilazionabili. Accennava al suo punto fermo di sempre: <Fuori la politica, fuori i partiti dagli ospedali, dalla gestione delle Asl, basta spartizioni, basta nomine e promozioni pilotate, senza meritocrazia>. Riproduciamo anche le prime due pagine (vedi) di un lungo dossier di intercettazioni telefoniche. Mai pubblicate. Sono atti, documenti, assai significativi. Parlano, tra l’altro, della fuga a Lugano (peraltro inesistente, come verrà accertato) del primario all’apice della sua carriera professionale. Di conseguenza all’esigenza (per la fuga) di accelerare il provvedimento di cattura. Forse è il caso di ricordare che non è questa la sede di “pubblici processi”. Non conosciamo, tra l’altro, tutti i risvolti. Ci limitiamo a riprodurre ciò che era stato messo a disposizione dei difensori degli imputati e delle parti civili. Ognuno può trarre le conclusioni. In particolare merita una riflessione per coloro che hanno “pianto” Spotorno da morto, ma da vivo, magari, gli hanno voltato le spalle. Per paura paura? Non sapevano, non leggevano, non vedevano, non sentivano. Un silenzio d’oro. Almeno il buon gusto di “non farsi vedere” ai funerali!
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