INTERVISTA A FRANCO ASTENGO
Abbiamo pensato ad un commento autorevole sul nostro sito e ringraziamo Franco Astengo che ha gentilmente accolto la nostra richiesta di una intervista elettronica sulla tornata elettorale regionale.
o Dunque Dr. Astengo, i numeri sembrano parlare chiaro. Burlando vince con nettezza, Biasotti porta a casa una sconfitta, ma un notevole successo della sua lista. Alternativa sociale ha fatto flop.
Un primo commento di carattere generale attorno ai dati emersi dalla consultazione regionale del 3/4 Aprile 2005, non può che essere incentrato sulla particolare nettezza che i numeri ci hanno offerto, proprio in quest'occasione. Alcuni punti di giudizio appaiono, infatti, del tutto incontrovertibili.
o Cominciamo dalla questione dell’astensione: la considera politica o religiosa?
Il momento di emozione collettiva che ha attraversato il nostro Paese, nell'occasione della morte di Giovanni Paolo II, non ha particolarmente influito - come si sarebbe potuto pensare - sulla partecipazione al voto. La percentuale dei votanti è rimasta, dunque, sulla soglia realizzata nel 2000 (-1,7%), a testimonianza del permanere di una volontà di forte partecipazione politica generale. Pur tuttavia deve essere fatto rimarcare, come non abbia votato circa il 30% dell'elettorato: una quota di astensione che, via, via, di turno elettorale, in turno elettorale (formata, ovviamente, da una molteplicità di fattori) si è di fatto solidificata, testimoniando dell'esistenza di settori che hanno fatto della scelta del "non voto" una precisa opzione politica. Un elemento, quest'ultimo, da tenere in particolare considerazione da parte di chi intenda misurarsi con l'analisi dei fenomeni sociali e politici;
o Perché vince il centrosinistra?
La vittoria del centrosinistra, all'interno della contesa regionale, appare particolarmente netta ed importante proprio per la specificità che la coalizione ha saputo esprimere, proprio al riguardo della competizione in oggetto. Il centrosinistra, infatti, ha posto in campo, in maniera omogenea, una forte capacità di coalizione: questo dato appare il più significativo, perché ha dimostrato un modo efficace di misurarsi con il tipo di competizione bipolare, che richiede ormai la messa in opera di almeno due distinti elementi: la convergenza al "centro" della rappresentanza degli interessi sociali mediabili, e la mobilitazione del massimo del proprio elettorato disponibile su entrambi i versanti della coalizione, al centro come a sinistra.
o Una vittoria che va tenuta stretta. Al di là della realizzazione del Programma di Burlando quali i primi compiti politici?
Il centrosinistra ha di fronte adesso, sul piano dell'analisi squisitamente politologica (prescindendo, quindi, dalla ricerca sui contenuti programmatici: il cui cantiere dovrebbe essere, comunque, immediatamente aperto) due questioni di particolare importanza: tenere saldo il rapporto a sinistra (laddove i volti raccolti risultano determinanti, nella prospettiva politica prevista per il 2006: un argomento sul quale ritorneremo più avanti) e proporsi la riduzione dell'articolazione del proprio schieramento, in una dimensione più strettamente orientata verso il bipartitismo. Il risultato della Regione Liguria appare, in questo senso, fortemente indicativo, proprio perché la contesa elettorale ligure poneva di fronte, da una parte, nel caso del centrosinistra, un'espressione di forte presa coalizionale (frutto, anche, di un riequilibrio posto sul piano delle presenze delle diverse Province, nel tentativo di affrontare a fondo uno dei nodi rappresentato storicamente, nella realtà ligure, dalla realtà di Genova "Città - Regione") e, dall'altra parte, un centrodestra , all'interno del quale lo schieramento delle forze politiche è apparso posto in sostanziale second'ordine, rispetto ad un evidente squilibrio di presenza rivolto in favore della linea di personalizzazione mediatica, portata avanti dal Presidente uscente.
o Bipartitismo? Siamo già al superamento del concetto di coalizione?
No, parlare di superamento del concetto di coalizione è prematuro, però per governare è necessario che al centro delle coalizioni ci siano soggetti politici capaci di raccogliere un consenso ben superiore al 30%. Questo è il punto di debolezza della coalizione di Centro-destra ed il motivo per cui, rapidamente assisteremo ad un processo di trasformazione della lista Uniti per l’Ulivo in soggetto omogeneo anche sul piano organizzativo.
o Dunque qual è la chiave del successo di Burlando, che pure ha passato indenne l’empasse dovuta all’iscrizione del registro degli indagati?
La chiave del successo del centrosinistra in Liguria, appare risiedere in questi due punti: la maggiore capacità coalizionale, e la migliore espressione di rappresentatività nell'insieme delle diverse realtà regionali. Sotto questo aspetto c’è da rilevare che Burlando ha ottenuto un minor numero di voti personali (37.959) rispetto a Biasotti (61.492).
o Ma la sconfitta della coalizione di Biasotti può essere il frutto di una tendenza nazionale, tenendo conto che il candidato Presidente ha preso le distanze da Berlusconi?
La sconfitta del centrodestra non può, ovviamente, essere del tutto addebitata ad un'inversione di tendenza posta sul terreno dell'espressione mediatica: che, fin qui, nell'ultima fase della "transizione italiana" aveva mostrato di rappresentare l'elemento coagulante dei successi elettorali. Ha pesato, soprattutto, la debolezza dei soggetti politici maggiormente rappresentativi dello schieramento di centrodestra: in particolare di Forza Italia.
Il tentativo di strutturare Forza Italia come partito di riferimento nazionale, appare pressoché definitivamente fallito. Il "partito - azienda", rigonfiatosi di voti in eccesso, rispetto al suo reale radicamento sul territorio, alle elezioni politiche (29,4%) non ha retto la prova del rapporto con la necessaria continuità politica che deve essere espressa da un soggetto politico compiuto, sia al riguardo delle opzioni programmatiche, sia rispetto alla percezione, da parte dell'elettorato, di un dato di qualità del personale politico.
o Biasotti ha scontato l’assenza di una forza politica radicata sul territorio, più che dei partiti politici.
L'assenza di una forza politica di riferimento, in grado di rappresentare l'asse portante della coalizione, condanna il centrodestra ad una dimensione sostanzialmente regionale, sorretta dall'alleanza con la Lega Nord. Questo, del cosiddetto "asse del Nord", rappresenta il punto di maggior rilievo, al riguardo dell'esito di questa competizione elettorale. Sul piano nazionale il ridursi del ruolo nazionale del centrodestra, arroccato nel Lombardo - Veneto, oltre a porre una forte ipoteca sull'esito delle elezioni politiche previste per il 2006 (un dato che si potrà analizzare al meglio scomponendo il dato elettorale al livello dei singoli collegi), pone una questione di carattere istituzionale, rilevantissima per l'intero sistema delle Autonomie.
Il progetto di "devolution" contrasta, infatti, evidentemente con la situazione politica del Paese: al centrosinistra che governerà la gran parte delle Regioni, toccherà provvedere ad esprimere un dato di forte coesione nazionale, sviluppando così positivamente quel processo di "federalismo temperato" che occorre per rilanciare il nostro "Sistema Paese" ed esaltare, sul serio, le specificità locali più positive;
L'interrogativo più pressante, a questo punto, riguarda il possibile ritorno sulla scena politica di tendenze di tipo separatista, del tutto esiziali del resto in quel quadro europeo che abbiamo tenuto sullo sfondo ma che, vale la pena ricordarlo, rimane del tutto determinante per le prospettive future.
Una domanda che riguarda il riferimento nazionale. I partiti maggiori che escono vincenti dall’esito regionale non pongono il tema della caduta del governo Berlusconi, pur di fronte al rischio della realizzazione della riforma delle Istituzioni. Su un sito locale lei Astengo ha posto la necessità di un referendum. Ne è ancora convinto?
Sarà sul terreno dell’intera impalcatura costituzionale, così avventatamente affrontata dal centro destra che si misurerà per intero la dinamica politica apertasi con questo risultato elettorale: così fino alle elezioni del 2006. la soluzione migliore per la Casa delle Libertà sarebbe ritirare il progetto di riforma attualmente in discussione al parlamento.
o Torniamo all’aspetto locale: Savona. Pur a fronte di un risultato non eclatante del sindaco Ruggeri, che si vede sorpassato dall’ex-segretario dei DS Nino Miceli, prosegue l’ipotesi di un suo posto in giunta regionale. Burlando è cauto nella proposta di esecutivo, ma Ruggeri sembra un nome sicuro. Quali a suo parere i vantaggi, se ce ne sono, per Savona?
Nessuno, è una questione di ricollocazione personale.
o Facciamo allora una analisi del voto savonese?
L’aspetto più interessante del voto savonese avrebbe dovuto riguardare, considerata la singolare vicenda riguardante la candidatura di Ruggeri, una sorta di giudizio sull’amministrazione comunale ed una prima approssimazione circa le posizioni di partenza delle forze politiche in vista delle elezioni comunali del 2006 (che si svolgeranno, con ogni probabilità, nella stessa giornata delle elezioni politiche: quindi con un forte impatto del livello nazionale su quello locale).
Sotto questo aspetto, che probabilmente è quello di maggior interesse per i nostri lettori/navigatori, il metro di valutazione più attendibile riguarda il comportamento delle coalizioni. Sotto questo aspetto il voto savonese non ha presentato particolari novità: lo schieramento di centro-sinistra (allargato a Rifondazione Comunista che, è bene ricordarlo perché si tratta di un dato importante, non faceva parte della coalizione che elesse Ruggeri) tiene saldamente la maggioranza, confermando il proprio tradizionale insediamento elettorale.
Sarà importante nei prossimi giorni, analizzare il voto savonese a livello dei quartieri per individuarne meglio caratteristiche sociali e dislocazione geografica.
Già leggendo i primi dati “grezzi” si può affermare che una lista di “Uniti per l’Ulivo”, in grado di progettare un adeguato sistema di alleanze, potrebbe rappresentare l’architrave per un progetto di successo al primo turno. Rifondazione Comunista, in questo momento secondo soggetto della coalizione, potrebbe fornire, in partenza, la certezza del risultato al primo turno.
La situazione si presenterebbe diversa se Uniti nell’Ulivo si scindesse nelle tre liste tradizionali (DS, Margherita, SDI) e non si realizzasse un adeguato sistema di alleanze: la funzione di soggetti diversi, posti magari a livello di lista civica, potrebbe allora risultare di una qualche importanza, in funzione dell’espressione, in consiglio comunale, di una articolazione della rappresentanza.
o Dunque Rifondazione sarebbe indispensabile per una vittoria al primo turno solo nel caso di una presentazione plurale degli “ulivisti”?
Uniti per l’Ulivo può rappresentare un polo di attrazione tale da consentirgli una qualche autosufficienza, sul terreno della determinazione del proprio sistema di alleanze. Una condizione preliminare importante sarà, comunque, rappresentata dalla scelta del candidato sindaco.
Ed il centro-destra?
Il centrodestra appare, sul serio, il “testimone muto” della prossima vicenda elettorale: non disponendo di figure politiche in grado di “trasportare” consenso personale (non va dimenticato che la lista Biasotti è riuscita ad ottenere, in Città, un rilevante 6.5% a dimostrazione della sensibilità di una parte dell’elettorato savonese di centrodestra al richiamo della personalizzazione della politica), il centrodestra savonese appare composto da soggetti politici ormai da troppo tempo cristallizzati nelle proprie nicchie elettorali (magari con un po’ di trasferimento di consenso da uno all’altro: da AN ad UDC, e viceversa), oppure in piena crisi come Forza Italia.
Il nodo “Forza Italia” è quello decisivo per la coalizione di centrodestra perché, come ho già fatto rilevare, non è pensabile per un qualsiasi schieramento che intenda proporsi una funzione di governo, avere il partito-guida collocato ben al di sotto del 20%.
Privo di un soggetto politico di riferimento, capace di svolgere effettive funzioni di direzione sia sotto l’aspetto delle priorità programmatiche sia al riguardo della selezione della classe dirigente, il centrodestra savonese appare davvero destinato ad inanellare una prolungata serie di sconfitte.
o Quali prospettive allora per le comunali del 2006?
C’era molto interesse a riguardo del risultato personale dell’ormai ex-sindaco Ruggeri: un risultato francamente deludente, del tutto al di sotto delle sue aspettative (il suo staff, nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni, si era fissato un traguardo, del tutto iperbolico alla prova dei fatti, di 15.000 suffragi). Il modesto risultato di Ruggeri è stato senz’altro determinato dalle oscillazioni sulla scelta della candidatura (sì, no, sì: il tutto condito da lettere da “mozione degli affetti” e dal “tradimento” perpetrato ai danni della già candidata Rambaudi).
Soprattutto, però, ha giocato la volontà del partito, i DS, di riappropriarsi, dopo anni di malsopportato principato, del meccanismo di scelta delle proprie figure istituzionali (così come hanno avuto un peso, nel caso dell’elezione di Miceli, l’appoggio di determinate reti associazionistiche: dalla CGIL al Terzo Settore, rivelatesi probabilmente, in questo frangente maggiormente incisive di determinati “poteri forti”, non coinvolti, in questa occasione, nella promozione e nella difesa dei loro immediati interessi corporativi).
A questo punto si apre la corsa in vista delle comunali del 2006.
Una corsa, almeno in apparenza, tutta interna al centrosinistra probabilmente chiamato a scegliere, mediare, integrare una linea di “continuità nella diversità” (uso appositamente la citazione togliattiana anche per via di determinate propensioni intellettuali, che si ravvisano nel modo di muoversi del nuovo vertice DS) rispetto alla precedente amministrazione.
Si devono scegliere programmi, alleanze, donne, uomini: saranno le “primarie” la sede del confronto?
Riuscirà il centrosinistra savonese a rimanere compatto, nel suo schieramento di coalizione allargata, e ad aprire un ciclo di rinnovamento nella direzione amministrativa della Città, riunendo tutte e mediando tra, efficacemente, le anime che lo compongono alcune delle quali, in questi anni sono rimaste abbastanza sottotraccia?
Grazie della sua disponibilità.
Savona, 5 aprile 2005 Al Vento - Franco Astengo