La satira all’ombra delle torri/ Tra moglie e marito mettici gli amici…

Avanti, c’è posto in paradiso

Albenga, ride bene chi ride in coppia

Guidara, Vazio, Berruti, Barbero, De Franceschi, Schneck, De Filippis: alleanze, strategie per disegnare il futuro della piana, con tante aree agricole…



Centro commerciale le Serre

Albenga – In paradiso c’è posto (anche per il diavolo?). Forse sì, forse no.  L’eccezione: Belfagor. Il satana che caccia gli assatanati spargendo acqua “benedetta”. Da quassù, tutto osserva e vede. E, per una volta, parla di persone buone, di opere buone, opere di bene, dei figli prediletti. Accanto, l’Arcangelo Gabriele.

Dall’alto del cielo, laggiù in basso vede, raggiante, che l’imprenditore (a lui affida i  fedeli di Comunione e Liberazione) Antonio Guidara prosegue la missione terrena.

Dopo averci donato, in fattiva collaborazione con le cooperative rosse e non, Coop Le Serre, attorno arricchita da attività, uffici, benedetti da Nostro Signore; dopo averci gratificato con l’operazione “Polo ’90, tra le più virtuose della piana; ora il “guidara modello” ha deciso di spingersi verso le anime pie di Cisano sul Neva. Ci sono i pianeggianti terreni agricoli. Presto faranno parte di una magnifica, grandiosa, cittadella commerciale. Non lontano le aree ferroviarie di Bastia, l’autoporto, la nuova rete stradale di accesso. Un supermosaico da terzo millennio.

Io Belfagor ho consigliato a Guidara di affidarsi, nella stesura dei compromessi in particolare, ad un professionista lanciato, Franco Vazio. Proprio per evitare tutte le insidie e le tentazioni dei diavoletti che si annidano negli angoli più impensati. Sventare le trappole e le mire dei nemici sempre in agguato.

Per quanto mi riguarda provvedo a tenere a badare il “rivale storico” dei Guidara, il mago dell’aviazione civile savonese e ligure Mauro Zunino, gloriosa famiglia di imprenditori di fede liberale e per (s)fortuna “fuggitivo” sindaco della mia Albenga, città da anni sotto la mia protezione. Fratello gemello, in quanto a rettitudine, dell’Antonello Tabbò braccato dai lupi.

Atto di saggezza di Guidara, affidare all’abile regia di Franco Vazio - allievo di un grandissimo maestro del foro, Donato Cangiano e ribelle al Pci ingauno - il futuro di Albenga-Cisano nel “nome dello sviluppo”, del progresso, della beatitudine degli oppressi. Io Belfagor ho già affidato a Vazio le sorti del nostro amatissimo Palazzo Comunale e non sono pentito. Tutto fila liscio, o quasi. Con troppi invidiosi per via delle cause soprattutto in materia edilizia e con i vigili urbani chiamati a testimoniare per l’accusa.

Vazio, sempre brillante, già ricco di famiglia, per ora vice sindaco,  dirigente di spicco del Pd, consigliere della Cassa di Risparmio di Savona che, come ha sempre ricordato il presidente Franco Bartolini, non ha mai rinunciato a finanziare operazioni edilizie degne di questo nome. Niente speculazioni, lo impedirebbe non soltanto il Vangelo praticato, ma anche la disciplina dei seguaci….Il nostro Vazio

Che vogliono a tutti i costi promosso da Carisa a Carige, sorella maggiore, madre e padre putativi di quell’intrigo sventato ai danni del nostro “Angioletto”.

Federico Berruti

Prestiti, mutui, pegni, villaggi, aste, cessione di crediti, “nucerini” in quel di Sardegna.

E poi, se ci sono dubbi, in piazza Torlaro  (te lo ricordi quel carrozziere, tale Grana, che verniciava le moto?) c’è l’ufficio ingauno di Federico Berruti, impareggiabile commercialista, imprestato dapprima alla Provincia di Savona e a Marco Bertolotto, “for president”, poi chiamato alla soglia pontificia di primo cittadino di Savona.  Mandando in visibilio i notisti- le notiste di politica de Il Secolo XIX e La Stampa. Benedetto da ottima stampa amica e da una mamma con il bagaglio della promozione all’estero in Camera di Commercio.

Ebbene nell’ufficio di Albenga, il nostro Berruti non è solitario; ha l’assistenza di un’ottima collaboratrice, moglie di Vazio stesso. Nessun tarocco. Tutto vero e alla luce del sole in casa del Pd. L’unione fa la forza. Raddoppia. Da sempre.

E chi mi fa osservare che nella piana di Albenga sta sempre più scomparendo l’agricoltura, nonostante continuiamo a leggere che rappresenta il futuro dei prossimi secoli, io Belfagor rispondo: adesso costruiamo, avanziamo, progrediamo per creare cassa. Tra 100-200-300 anni rifiorirà, come d’incanto, la nostra amata terra. Oggi il cemento e “din din”, domani il verde e pagnotta. Pane per gli storici.

Dove sta scritto che non si può tornare indietro. Radere tutto. Ripristinare l’amata terra. Ai posteri il compito di riscoprire le primizie che facevano di Albenga la stella in centro e Nord Europa, persino alla Corte della Regina d’Inghilterra. Si diano, dunque, una calmata gli strilloni di turno. Gli allarmisti di professione. I “mangia, mangia”.

Io Belfagor vedo, domino dall’alto, vado il visibilio per il bellissimo ospedale. Nessuno ci credeva. Sono felice, anzi felicissimo che tra i padri di questa “opera” sia stato chiamato, in tempi non sospetti, come direttore generale e coordinatore dei lavori (più o meno) quel bravo medico, primario di medicina (con concorso, tutto in regola) che risponde al nome di Teresiano De Franceschi, benedetto da Angelo Barbero, il maltrattato da Forza Italia (che ingrata!), ora tra i diletti figlioli di Alleanza Nazionale e dal prossimo marzo, tutti fratelli in nome del Popolo della Libertà.

De Franceschi ha fatto l’unica scelta possibile, che io Belfagor sponsorizzo; affluire in An e ricevere l’onorificenza di futuro e sicuro candidato in Provincia. Anzi,  assessore. Che gratificazione per un camice bianco. Lui che dalla terra di Pieve di Teco, è chiamato a “curare” i malanni della Provincia di Savona, lasciati dal quel collega-medico che risponde al nome di Marco, vulgo Bertolotto. Comunista da giovane, popolare da maturo, margheritiano, pidiessino incazzato, missionario in Africa. Sempre, comunque, opere buone. A destra, a sinistra, al centro. 


Angelo Barbero

In ospedale, ex Turinetto, i pazienti li vedo raggianti. L’alto livello (in medicina) sarà assicurato dalla moglie del mio amico Barbero che risponde a…dottoressa  Piera Falletti (il papà, se non sbaglio, era tra i direttori  alle Imposte di Albenga).

E per chi era preoccupato della sorte del Nuovissimo “Trincheri” (glorioso istituto cittadino per l’assistenza agli anziani) ho potuto elargire certezze di massima funzionalità per la presenza a prima dirigente della dottoressa Laura Migliardi felice consorte di De Franceschi

Un cognome che nel Comune di Alassio ricorda un capo dell’Ufficio tecnico. Ed altre parentele illustri in quel Giacinto Bona, in espansione nazionale.

Sono contento per il mio prediletto Barbero, maltrattato da quel diavolo di “kaiser Scajola” che non gli voleva perdonare l’abbandono di Forza Italia.

Sono al settimo cielo che la maggiore opera pubblica realizzata ad Albenga in questi ultimi anni, cioè il grandioso ospedale, se la sia aggiudicata un cittadino illustre che corrisponde al nome di “fratelli Nucera” (l’architetto, pochi lo sanno, ha frequentato con grande profitto la prestigiosa Oxford e poi si meravigliano dei super successi!).

Il “nostro Nucera” si è accontentato persino di una permuta, il vecchio ospedale dove sarà eretto, a ricordo perenne, come letto su Secolo XIX (Rebagliati) e La Stampa (Fresia), un lussuoso albergo a cinque stelle. Per clienti miliardari. Se non vengono ad Albenga,  vera  terra di affari milionari e miliardari, dove volete che vadano?  Ad Alassio? A Loano?

La crisi immobiliare, da questa parti, non spaventa. Per questo, io Belfagor non ho mai capito perché il “progettista-fratello venerabile” Roberto Schneck – un filino vorrebbe unirli ai Berruti, per via dei Trucco – era in rotta di collisione con “Barbero”. L’architetto, appoggiato dal loanese Pietro Oliva, ha lasciato con le “braghe in mano” (dimissionato a forza) il sindaco Mauro Zunino.

Oggi è venuta l’ora della pacificazione. Tale Robello De Filippis, in arte “loggia aperta”, andato in sposo con una nipote dell’indimenticabile vice sindaco, prof. Casillo (storico Psdi), fedele guardiano di Schneck e coordinatore cittadino, sta facendo ottimamente la sua parte. Assesta colpi al momento giusto. Mancino?

Io Belfagor, da sempre nostalgico, ricordo quando entravo nel negozio di alimentari, nella piazza della Stazione ferroviaria, di mamma Barbero. Era gentile, buona, premurosa, confezionava squisiti panini a base di mortadella. 25 lire.  Quindi dama di compagnia con la contessa Angela Basso Cepollini. Zia del geometra Gianni Basso. Un tempo combattente per la salvaguardia delle anime.

Che bei tempi. Vivete in pace. Il vostro,

Belfagor