C'e posta da Marco Ballestra, il ventimigliese che non predica solo il Vangelo dei ricchi

"Conigliette in casa", Gay Prade, Sanremo canta

Bonolis ride, nelle fabbriche si piange

Un'intrigante mail a giornalisti, opinionisti, ambientalisti, associazioni. Il "mio Festival"?

                                                                      

  di Marco Balestra

Ventimiglia, 21 febbraio 2009

Lettere deliranti, lettere perse, bottiglie in un mare di sale che non porterà il messaggio ad alcuno......
Scrivo in questo mio diario di viaggio, nella speranza che qualcuno salga a bordo, si facciano quattro chiacchiere, un po' di strada assieme.

Ieri sera, alla fine di una giornata pesante, ho guardato per lo spazio di alcune canzoni il nostro Festival.
Come sanremasco di nascita, mi sento quasi comproprietario dell'evento.

Stanco di questo martellante diversivo seriale degli stupri etnici, ho voluto prepararmi al sonno con questo gioioso evento di spettacolo e cultura.
Gli antefatti:

dal cilindro dei maghi del marketing di Viale Mazzini, quest'anno è uscita un' operazione che non è scappata agli occhi dei gonzi piu' tonici.
Povia finto omofobo, Grillini finto liberatore.
Il Festival si è prestato a fare da trampolino di lancio al Gay Pride e viceversa.
Agli abbonati un'operazione all'altezza dello slogan....di tutto, di piu'!
Se è vero che il cervello medio arretra, meglio andargli incontro con messaggi comprensibili, quindi rassicuranti.
Accendo l'elettrodomestico che costituisce il mio  ombelico di riferimento sul mondo, ed inizio  a sorbire.
Questo palco  si è prestato, o l'ha subito e basta,  questo gigantesco spot  sulla libera sessualità.
Se mai ce ne fosse stato bisogno.
Su questo palco luccicante inchiodo lo sguardo, e vedo uno sgambettante Bonolis si guadagnava da vivere.
Prima nota che mi balza curiosa, la "omofonicità"  delle visioni che sfilano in sequenza.
Un'uomo che urla l'amore perduto alla luna, in duetto con altro uomo.
Non capisci,se siano rimasti incollati alla stressa tela, coinquilini loro malgrado  o , protagonisti esclusivi.
Topo e formaggio rotolanti nella stessa trappola.
La mano non se la tenevano, ma le occhiate, o ciccia...quanta tenerezza.

C'e la canzone del padre e del figlio cantata da Fausto Leali e Fabrizio Moro:
montata su una ciclicità di volumi e di frasi che si prestavano al solito format dei cuori strappati, o delle bottiglie mai bevute.
Poi arrivano gli sguardi sugosi tra Dolcenera e Syria.........il mio amore unico.
A quel punto mi arrendo. Mi sono perso. Mi chiedo se tutta l'Italia stia guardando lo stesso Festival, o se sono io ad essere vittima dei fari che incrociavo al rientro.
Bonolis, tra una canzone e l'altra riempie gli spazi, anzi li satura.

Questo uomo ha troppo da dare, e credo che la dose giusta la dispenserà in età senile.
Il meglio della sua carriera lo  rogita in pubblicità. Ambito nel quale qualcuno gli dosa evidentemente, anche le calate di palpebre.
Grottesco lui, ed il suo tentativo di dispensare  pillole di erotismo a venti milioni di guardoni.
Non infila le mani nel seno delle conigliette, ma la sua volgarità ripetuta in una sequenza mitragliata di opere ed omissioni , va ben oltre

La  sua frase consegnata direttamente alla storia è quella proferita presentando il fondatore di Playboy:
"vive nella sua villa americana circondato dalle sue quattro  fidanzate" e ancora, la sua villa rappresenta per gli adulti, quello che Walt Disney rappresenta  per i  bambini"
Non entro in merito dei compensi del presentatore , come non sono entrato in quelli deI Commissari prefettizi.
In merito allo spettacolo, essendo quello che ne paga il conto, due parole voglio dirle.
In questa galleria epica di battute infelici e di sessualità, omo o etero che sia, svilita, la Luciana Lucia-si', è stata veramente la ciliegina sulla torta.
Quando il borgataro  proferisce per la terza volta ed al terzo soggetto la frase "contenga la scarica ormonale" indicandola con l'indice dello Zio Sam, la mia tristezza è all'apice. Comunque:
c'è da risollevare le sorti di una città uccisa dalla lottizzazione e dal cemento.
C'è da risollevare i bilanci del Casino' Emmental.
C'è da risollevare ,un'auditel dopato ed un pubblico spompato.
Insomma, c'è da risollevare e Luciana si presta.
Io , dopo la porno Walt Disney non ce l'ho fatta, e sono andato a dormire. Accarezzandomi all'idea di  Pippo Baudo e X Factor.
Forse mi sono perso lo spogliarello di Calandrella o il bagno di Del Noce con il Dottor Cavallone in un mare di panna nel quale cercar  perline.
Se questi sono i messaggi che mandiamo attraverso il nostro spettacolo di punta, e di punta si tratta davvero, siamo in linea con i risultati in conseguimento.
La donna, anziche'  madre e moglie, colonna di una famiglia su cui reggono i fondamenti della nostra società,  presentata come un prodotto.
Come una sogliola congelata nel bancone di un negozio.
A cosa porta un messaggio del genere, per chi in Albania o in Romania ci vede via satellite in attesa di arrivare a casa nostra?
Porta che una donna che rientra a casa  la notte da sola, sarà preda di chi non ha i soldi per comprarsi la sogliola per la cena.
Omo o etero:
la sessualità, la parte piu' gioiosa del vivere libero, mortificata e sporcata sotto ogni aspetto.
Ad un certo punto, Bonolis ha fatto la battuta piu' infelice indicando la moglie, come "coniglietta in casa" .
A testimonianza della  loro sfrenata attività, ben tre figli. Carta canta, o giu' di li'.
lo sguardo che la Signora gli ha rivolto, impietosamente ripreso dalle telecamere, dice piu' di questa lettera.
Ieri, nel corso di un lungo viaggio di lavoro, sono passato davanti agli impianti industriali di Villastellone in provincia di Torino.
Tutti rigorosamenti chiusi, e con i cartelli vendesi/affittasi ai cancelli.
Migliaia di persone che aspettano dalla nostra classe dirigente, la stessa che decide i vertici  Rai ed il livello di informazione e di spettacoli cui siamo degni,la soluzione dei loro gravissimi problemi di sopravvivenza.
Questi sono nostri fratelli che non sbandierano la loro sessualità fattiva o presunta.
Gente seria che mi auguro, ieri sera avesse altro da fare.


Cari saluti, Marco Ballestra