versione stampabile DIALOGO COL MIO "ALTER EGO" |
ALDO: Questa mattina, non perdiamoci in salamelecchi, Alter! Veniamo al sodo! Oggi, dobbiamo discutere sull'inserimento dei bambini stranieri nelle nostre scuole! Ed allora: incominciamo dai dati numerici! Quanti sono questi alunni? |
ALTER: Beh...Aldo! I dati nazionali di cui sono entrato in possesso sono quelli direttamente comunicati dal Ministero dell'Istruzione e fanno riferimento all' Anno Scolastico 2007/2008. . Eccoli: GLI STUDENTI STRANIERI IN ITALIA SONO 614.000, così suddivisi in rapporto alla NAZIONALITA' DI PROVENIENZA:
|
Per quanto concerne le NAZIONALITA' DI PROVENIENZA, non posseggo numeri esatti; posso, però, dirti che esse coincidono, sostanzialmente, con quelle che ti ho riportato due settimane orsono. Desidero però evidenziarti, in particolare, che la POPOLAZIONE INFANTILE STRANIERA CHE RISIEDE A SAVONA E' FORMATA DA ALTRE 30 ETNIE, dotate di una specifica formazione linguistica, culturale e comportamentale. |
ALDO: Prima di entrare nel complesso argomento che noi, oggi, stiamo per affrontare, debbo, ancora una volta, farti notare che il FENOMENO MIGRATORIO E' STATISTICAMENTE MOLTO
MUTEVOLE NEL TEMPO, sia per quanto riguarda il NUMERO complessivo e settoriale dei migranti (comunque in progressivo aumento), sia per quanto attiene le NAZIONALITA' di provenienza, le quali sono destinate a mutare, assai frequentemente, in rapporto alle variegate condizioni socio-politiche dei paesi di provenienza.
2) ALUNNI IMMIGRATI VERI E PROPRI, in quanto nati fuori dai confini nazionali da genitori stranieri (in posizione giuridica, quasi sempre, REGOLARE, ma, talvolta IRREGOLARE)
3) ALUNNI DI STRADA: vale a dire MINORI IMMIGRATI NONN ACCOMPAGNATI (secondo il termine tecnico utilizzato dai nostri Servizi Sociali e dalle Forze di Polizia).
ALTER: Spiegati meglio, Aldo! Cosa sono questi BAMBINI DI STRADA? Perchè vengono in Italia?
ALDO: Cito, in proposito, una puntuale precisazione, recentemente espressa da FRANCESCO MILANESE (Pubblico Tutore dei Minori della Regione Friuli - Venezia Giulia):
ALTER: Questo tremendo metodo non lo conoscevo e credo siano ben pochi i cittadini italiani che hanno una pallida consapevolezza di questo fenomeno! E quanti sono, approssimativamente, i minori in questa condizione?
ALDO: nell' Unione Europea, il numero di questi bimbi di aggirerebbe attorno alle Centomila Unità. L' Italia è al primo posto di questa classifica, davanti a Spagna, Inghilterra, e Olanda; secondo le stime ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), elaborate nel Marzo 2007, i BAMBINI ED I RAGAZZI SOLI NEL NOSTRO PAESE sarebbero circa 15.000. I centri urbani più interessati sono quelli con oltre 15.000 abitanti, dove, si concentra il 58 per Cento di questi minori. |
Francesco Milanese | ALTER: V'è da rimanere sconvolti davanti a queste situazioni! Ma ...vedo di tornare, malgrado tutto, al più freddo raziocinio! Mi sembra, caro Aldo, che partendo dai DATI QUANTITATIVI (riferiti, cioè, al numero dei minori che, potenzialmente, possono frequentare le nostre scuole) e, soprattutto, dalle TIPOLOGIE SOCIOLOGICHE da Te evidenziate, noi possiamo prendere coscienza, con sufficiente precisione, dei PROBLEMI e delle DIFFICOLTA' che, quotidianamente, il nostro Sistema Scolastico deve e dovrà affrontare, in conseguenza dell'arrivo di nuovi Immigrati |
In estrema sintesi, vedo di elencare i termini dell'intera problematica: - DIFFICOLTA' LINGUISTICHE (con teorica possibilità di vedere inclusi, nella stessa aula scolastica, bimbi con molteplici nazionalità e, quindi, con lingue diverse) - DIFFERENZE RELIGIOSE - DIFFERENZE DI COSTUME E COMPORTAMENTALI ( vedi: diversi modi di vestire, di programmare la vita quotidiana e, di conseguenza, di gestire le modalità di studio, di gioco, di tempo libero) - DIFFERENZE ALIMENTARI ( e, quindi: necessità di modificare le abitudini alimentari del singolo, in favore di modalità collettive di alimentazione) - DIFFICOLTA' ECONOMICHE ( in ispecie nella previsione di CLASSI DIFFERENZIATE, con conseguente aumento del numero e della tipologia degli Insegnanti) Potrei ancora continuare, Aldo, perchè, verosimilmente, mi sono dimenticato di qualche dettaglio, non indifferente. ALDO: Basta così, Alter! Mi permetto, allora, partendo proprio da questo elenco, di indicare le POSSIBILI SOLUZIONI AI PROBLEMI, da Te posti. Vedi, Alter...non dico cose nuove, perchè su questi argomenti ho già ampiamente parlato e scritto in un recente passato; ma sento, oggi, la necessità di ribadire alcuni CONCETTI - CARDINE, gli unici, a mio modo di vedere, che ci consentono di andare oltre la drammatica situazione odierna, per indirizzarci, invece, verso una SOCIETA' FUTURA, FONDATA SUL PRINCIPIO DEL RISPETTO RECIPROCO. Per pervenire a questo lontano, ma raggiungibile, traguardo, occorre, a mio parere, percorrere la via maestra dell' INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA MULTIETNICA. Ma, su questo decisivo argomento, ho già scritto in data 14 Febbraio 2008 ; Ti consegno la copia integrale di quella pubblicazione; ti invito a leggerla e, con questo, ci rivediamo la prossima settimana; mi porterai allora, se lo credi, le Tue osservazioni e le Tue critiche (anche negative) al riguardo. 10 - 02 - 2009 Aldo Pastore |
I PROBLEMI SOCIALI L' INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA MULTIETNICA
| |
Come pervenire ad una reale e concreta INTEGRAZIONE degli alunni stranieri nell’ attuale SCUOLA MULTIETNICA? La risposta a questo fondamentale quesito sembra difficile, ad un primo e superficiale impatto, perché condizionata da tutta una serie di eccezionali | |
difficoltà, insite, da un lato, nel nostro tradizionale modo di intendere la funzione della Scuola, che mal si concilia con le inedite novità sociali intervenute e, dall’ altro lato, con le inesplorate, ma reali, difficoltà, che derivano ai nostri insegnanti, dal dover affrontare tematiche mai vissute in passato e per la soluzione delle quali, molto spesso, si sentono impreparati o scarsamente sostenuti. Ma, io tenterò di rispondere alla domanda iniziale, perché nella precedente Puntata, mi ero ripromesso di svolgere alcune proposte in merito; desidero precisare, tuttavia, che queste mie idee vogliono rappresentare un semplice contributo alla discussione ed alla soluzione dei complessi problemi che abbiamo di fronte e sono, pertanto, opinabili e non certamente apportatrici della Verità Assoluta ed Incontestabile, per la semplice ragione che questa, in effetti, non esiste. Premetto, allora, che il PROBLEMA DELL’ INTEGRAZIONE va affrontato e discusso non soltanto nell’ ambito della Scuola, ma va visto anche a livello di altre Istituzioni e della Società, nel suo intero complesso. Incomincerò, tuttavia, dal Settore della Pubblica Istruzione, perché, in esso, risiede la parte fondamentale e decisiva per affrontare razionalmente l’argomento. 1. Desidero evidenziare, in primo luogo, che esistono le LINEE GUIDA PER L’ ACCOGLIENZA E L’ INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI (inserite nella Circolare N° 24 del Ministero della Pubblica Istruzione, redatta in data 1 Marzo 2006) e che è, altresì, operante l’ OSSERVATORIO NAZIONALE PER L’INTEGRAZIONE E L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE (istituito in data 6 Dicembre 2006). Si tratta di provvedimenti normativi e di scelte operative di notevole rilevanza, perché si ripromettono di fornire a tutti gli Insegnanti, operanti nel nostro Territorio Nazionale, delle METODOLOGIE CONDIVISE ED UNIFORMI, rispondenti a presupposti etici e culturali ben identificati e definiti. E’ necessario, dunque, che l’intero nostro complesso educativo (dalle Scuole Materne alle Scuole Medie Superiori) venga, in primo luogo, a conoscere queste Linee-Guida ed attui, di conseguenza, metodologie rispondenti ai PRESUPPOSTI, in esse contenuti, e che possono essere sintetizzati nel Concetto di EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA, CHE VENGA A COMPRENDERE LA DIMENSIONE INTERCULTURALE ED ABBIA, COME OBIETTIVI, L’ APERTURA, L’EGUGLIANZA E LA COESIONE SOCIALE. | |
| Questo non significa affatto schematizzare ed irrigidire la complessa tematica della INTEGRAZIONE SCOLASTICA in modelli prefissati, ma vuole semplicemente ricondurre il Metodo Educativo a ben definiti presupposti, lasciando, tuttavia, alla libera iniziativa degli Insegnanti, la scelta didattica ritenuta più idonea per dare concreta attuazione ai presupposti stessi. |
2. In questo contesto, desidero mettere in rilievo un FONDAMENTALE CONCETTO, che può essere così sintetizzato: IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE VA, POSSIBILMENTE, ATTUATO INIZIANDO DALLA SCUOLA MATERNA, per la semplice ragione che, a questo livello didattico, le DIFFERENZE LIGUISTICHE SONO MENO ACCENTUATE rispetto a quelle che possono verificarsi nelle età successive; inoltre , è estremamente importante evidenziare che, nei loro primi anni di vita, i minori non conoscono i negativi preconcetti della Differenza e della Discriminazione Razziale; i Pregiudizi, le Opinioni e gli Atteggiamenti Precostituiti sono insiti, soltanto, negli Adulti e vanno superati, sin dalla prima infanzia, con la logica dell’ EDUCAZIONE INTERCULTURALE, che deve comprendere, al suo interno, anche la Dimensione dell’ ANTIRAZZISMO. 3. Per quanto concerne l ‘EDUCAZIONE LINGUISTICA, va ribadito il concetto che l’ INTEGRAZIONE non significa soltanto far conoscere agli alunni stranieri la nostra Lingua, la nostra Storia, le nostre Tradizioni, il nostro Modo di Vivere, ma , anche, conoscere e comprendere la loro Civiltà e la loro Lingua ; per questa ragione, è fondamentale affiancare ai nostri Insegnanti i cosiddetti MEDIATORI LINGUISTICI, vale a dire ESPERTI IN BILINGUISMO e, come tali, in condizione di poter dialogare, con grande naturalezza e spontaneità, con tutti gli Alunni, indipendentemente dalla loro origine territoriale. Per questa ragione, sento il dovere di segnalare, con grande piacere, le recenti dichiarazioni del Dirigente Scolastico della nostra Provincia Savonese, il Prof. Arturo Ivaldi, perché le Sue parole sono coerenti con la metodologia sopra citata: “ L’ Integrazione è il nostro obiettivo principale, non senza qualche problema. Quest’ anno, abbiamo potenziato gli spazi di “ LINGUA2”, un programma permanente di Alfabetizzazione intensa, per venire incontro ai bambini arrivati da poco e che, a volte, non sanno pronunciare neanche una parola di “Italiano”. Inoltre, abbiamo aggiunto due pomeriggi, a quelli già previsti, destinati ad attività di Alfabetizzazione Bilinguistica e di Accoglienza”. 4 Infine, in ambito scolastico, occorre aprire, sempre di più, la nostra attenzione verso tutti i Campi del Sapere (dalla Aritmetica-Geometria alla Geografia, dalle Arti Figurative alla Musica), ove il Linguaggio è, per intrinseca natura di queste discipline, essenzialmente Universale e, come tale, può essere portato alla conoscenza di tutti gli Alunni con spontaneità e, quindi, con relativa facilità e, soprattutto, può diventare uno Strumento Intercomunicativo di straordinaria importanza ed interesse per tutti. Nascono da queste ultime considerazioni, le riflessioni sulla necessità di coinvolgere nell’ opera di Integrazione, assieme alla Scuola, anche ALTRE COMPONENTI DELLA SOCIETA’, ove noi viviamo ed operiamo (dai circoli creativi e culturali alle parrocchie, alle associazioni inter-familiari). E’ molto importante, ad esempio, far assistere tutti gli Alunni (indipendentemente dalla loro origine nazionale e linguistica) a spettacoli teatrali rivolti ai bambini, a trasmissioni TV (specie, con cartoni animati) a gag con attori comici, imitatori e saltimbanchi: ” tutte queste rappresentazioni servono, in maniera diversa, ma pur sempre importante, per non far dimenticare a casa, quanto appreso, con fatica, all’ interno della Scuola. “ Infine, deve riprendere, anche nella nostra Italia, il coinvolgimento dei bambini, sin dalla loro più tenera età, nel MONDO DELLA MUSICA E DEL CANTO, in particolare. Già Darwin sosteneva che, a livello evolutivo, l’ apprendimento musicale avrebbe potuto precedere la nascita del linguaggio. Ricerche più recenti effettuate da Wilfried Gruhn dell’ Università di Friburgo hanno dimostrato che i bambini, con cognizioni musicali, mostrano un vantaggio intellettivo da sei mesi a due anni rispetto ai loro coetanei e forniscono un punteggio sopra la media nei test d’ intelligenza: “talento musicale ed abilità cognitive sembrano andare di pari passo”, spiega lo studioso. Ancora più recentemente, una Ricercatrice Canadese Jenny Saffran dell’ Università di Toronto ha individuato i meccanismi che permettono di superare singole parole all’ interno di una frase pronunciata o cantata ad alta voce, anche prima di conoscerne il reale significato: sembra trattarsi di una capacità di analizzare statisticamente il linguaggio ed il suo ritmo, arrivando a prevedere, più precocemente della norma, le combinazioni delle lettere, costituenti il nostro alfabeto. Si tratta, quindi, di un meccanismo didattico veramente straordinario, che consente, attraverso l’ apprendimento del linguaggio musicale, di poter imparare, con maggiori velocità e facilità, una lingua sconosciuta e, di conseguenza, anche della nostra singolare parlata italiana. Anche per questa ragione, va profondamente apprezzato e sostenuto, nella nostra città, il Progetto “Giovani Stars”, promosso dall’ Orchestra Sinfonica di Savona e dall’ Accademia Musicale Ferrato-Cilea, con il sostegno dell’ Assessorato alla Cultura del Comune, sotto la guida del Maestro Carlo Chiddemi; si tratta di una metodologia di approccio alla musica di tipo ludico, che permetterà ai giovani alunni (italiani e stranieri) di procedere lungo un percorso formativo che li metterà a contatto con i diversi generi musicali, con il ritmo, con l’articolazione melodica, con lo sviluppo armonico e con la specificità sonora di tutti gli strumenti musicali (compresa, ovviamente, la voce umana). In questo contesto, mi auguro che, anche nella nostra piccola città, nascano e fioriscano CORI DI VOCI INFANTILI (O BIANCHE, che dir si voglia), apportatrici, assai meglio delle parole declamate dagli adulti, di un Canto Puro ed altamente spiritualizzato, simbolo di un MONDO NUOVO, rivolto alla PACE ed alla FRATELLANZA INTERNAZIONALE.14 Febbraio 2008 ALDO PASTORE
|