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C’era un progetto dell’ing. Sirito e si prevedeva anche un albergo con talassoterapia

Perché tifo per un “approdo”

Perché parlo di inganno con il porto

Senza cancellare il Sic non sarà mai possibile realizzare un’opera invasiva nel golfo

di Carlo Gambetta


Progetto del porto turistico di Spotorno-Noli. Sul numero della settimana scorsa di Trucioli Savonesi ha descritto telegraficamente come la Regione Liguria  insiste nel favorire “illusioni”, con il consenso delle amministrazione comunali di Spotorno e Noli. (Vedi l’articolo su Il Secolo XIX del 29 gennaio 2009).

Ho elencato, per completezza e doverosa informazione verso i cittadini, le normative in vigore. E non è pensabile che possano essere ignorate. Non si tratta, infatti, di realizzare un pollaio, ma un’opera, un’infrastruttura pubblica. E’ evidente che, allo stato, nel mezzo del nostro golfo nulla può essere realizzato a mare. C’è anche una lettera del Ministero dell’Ambiente, del 26 novembre 2004, protocollata dai due Comuni.

Per essere ancora più espliciti diciamo che  a nessuno può essere impedito di presentare un progetto, qualunque esso sia. Ma se tale progetto contrasta con le regole, i regolamenti, le normative ed il “politico” di turno assicura che <non ci sono problemi>, oppure di <non preoccuparsi perché il porto, in questo caso, comunque si farà>, procacciandosi il relativo “voto di scambio”, non è leale verso i cittadini-elettori, né può meritare il plauso.

Il contenuto del libro “Il partito del cemento” non ha insegnato nulla?

Perché i due Comuni non chiedono espressamente alla Regione Liguria di cambiare la normativa sul nostro golfo? Cancellando la norma sui Sic (Siti di interesse comunitario)?

Ammesso però che la Cee possa accettare una simile, scandalosa proposta (ovvero toglire i Sic), non ci sarebbero più ostacoli a distruggere l’ambiente marino cosi ben descritto sui tabelloni dislocati lungo la passeggiata tra Noli e Spotorno. Illustrano le caratteristiche peculiari insistenti nel golfo. La ricchezza che lasciamo alle future generazioni.

Premesso tutto questo, confermo che è possibile ed auspicabile, come alternativa-incognita al porto tradizionale, un intervento più limitato che può essere definito “approdo”.

La scorsa settimana ho volutamente iniziato la descrizione a partire dal giugno 1990 con le amministrazione capeggiate dai sindaci Fois (Noli) e Ravera (Spotorno) per il semplice motivo che, consapevole che vengo sempre indicato come colui che non vuole il porto ed dunque è contro progresso e sviluppo, vorrei dimostrare, per tabula,  come tale giudizio sia volutamente scorretto e falso. Strumentalizzato.

Nel rivolgermi sempre ai soci della Cooperativa Chiariventi, quelli in buona fede in particolare, dico che l’amministrazione comunale da me presieduta, agli inizi degli anni ’90, ha adottato in Consiglio comunale una risoluzione portuale (progettista ing. Sirito) che prevedeva uno specchio acqueo da Gaverri al Nereo.


L’elaborazione al computer del porticciolo turistico
 da LA STAMPA

Si prevedeva, tra l’altro, un qualcosa di qualificante a fianco dello scoglio di Gaverri, una struttura alberghiera da adibire anche a Talassoterapia.

Il progetto adottato, inviato in Regione subito dopo, non fu mai preso in considerazione per il fatto che si era stabilito nel frattempo il “Regime di salvaguardia”.

Infatti la Regione Liguria stava predisponendo  il “Piano della costa” e nel contempo si stava realizzando la ricerca dei Sic regionali.

Con l’approvazione  definitiva del Piano della Costa nel 2001 e relativa normativa regionale (legge GR 646 del 08-06-2001) ho sempre sostenuto che l’unica possibilità di favorire la dotazione di nuovi posti barca nel golfo era quello di svuotare la discarica a mare di Spotorno.

Non c’è mai stata la volontà politica di optare per questa scelta. Neanche quella di sondare se fosse proponibile un obiettivo per favorire interventi turistici, nautici, sportivi e di lavoro professionale di pesca nel golfo. Tra l’altro, accedendo ai finanziamenti europei o agevolati della Cassa Depositi e Prestiti.

Obiettivi di pulizia del mare prima, valorizzazione e regolamentazione poi. Lavorare e divertirsi nell’ambiente marino nel rispetto della natura. Tutto ciò nell’ambito di un piano intercomunale del golfo che richiede, a sua volta, un piano particolareggiato dell’arenile tra il Nereo e Crovetto.

Chi è che crede, auspica, una simile proposta?

I posti barca per le esigenze di residenti e villeggianti sono in attesa di persone che in simili progetti credono.  E sarebbe il bene unico e qualificante, oltre che produttivo, per le nostre comunità.

Carlo Gambetta