Terza puntata/L’album dei ricordi di un corrispondente di provincia, anni ‘80

<Noi, gente di Verezzi, costretti…

ad emigrare per una casa>

Le testimonianze di 22 anni fa. Come è cambiata oggi la frazione. E gli abitanti?


Nel 1981: Valeria Moriconi, con Gina Lagorio e la scià Gina (Virginia Balocco) titolare dell'Antica Osteria "Bergallo"

Borgio Verezzi – Un fascino che resiste ad ogni retorica celebrativa ed una bellezza che non diviene mai un’abitudine.

Eppure, dicono i proprietari dell’Antica Osteria Saracena: <I ragazzi, qui, non hanno davvero nulla, né per divertirsi, né per lavorare. Imparano ben presto, perciò, a stare poco a Verezzi. Quando poi arriva il momento del matrimonio, non riescono a trovare casa. Le poche case disponibili, in vendita o in affitto, non sono infatti alla portata di un portafogli “Normale”. Si assiste cosi all’esodo di intere famiglie>.

La signora che gestisce il Bar della Società Operaia rincara: <Le case di Verezzi, cosi antiche, hanno prezzi astronomici, comprese quelle ancora da restaurare, Le acquistano solo i milanesi, torinesi e lombardi in genere che le utilizzano come punto di riferimento delle vacanze e non come residenza>.

Un po’ tutti ripetono questi concetti e si ha l’impressione di un paese che ha paura di scoprire, o meglio, di trasformarsi in un museo, bello da visitare, ma non da vivere.

I vecchi di Verezzi ripetono: <Restiamo solo noi. Le terre sono abbandonate>. E gli esercenti aggiungono: <Certo, dal punto di vista turistico, non possiamo lamentarci. La sera, i locali, per quanto numerosi, sono tutti pieni. La gente, ormai, conosce la particolarità di Verezzi, unica in zona ad essersi conservata intatta, e corre da noi. Abitarci è, però, un altro conto>.

E ancora sottolineano: <Va bene la conservazione. In fondo, a ciò si deve la fortuna di Verezzi. Ma possibile che non ci si possa neppure sistemare la porta o qualsiasi particolare, anche interno, della propria casa, senza che le Belle Arti ci blocchino? A queste condizioni diventa impossibile abitare qui>.

Le lamentele generali si appuntano poi sulla carenza di parcheggi e strade (un’unica stretta via unisce Borgio con Verezzi ndr).

Dal palazzo civico rispondono: <Il Comune fa quello che può. Recentemente è stata sistemata Piazza S. Agostino, la rete fognaria e la fontana, che è un po’ il simbolo del paese. Ma durante la stagione teatrale estiva, per esempio, è il caos completo. Le macchine abbandonate ovunque, l’unica strada intasata. In caso di necessità non posserebbe neppure un’ambulanza. Possibile che nessuno possa aiutarci?>.

Ancora l’Antica Osteria Saracena: <Quante richieste di pranzi abbiamo dovuto rifiutare perché i pullman non possono salire sin quassù. L’Associazione “Vivere Verezzi”, di cui facciamo parte, ha presentato una serie di proposte-richieste in Comune, ma, per ora, nulla si muove>.

La gente di Verezzi chiede maggiore elasticità da parte degli Enti Pubblici per rendere il paese più vivibile ed il turismo più efficiente. Gli enti pubblici, da parte loro, si mantengono invece rigidi nel loro atteggiamento difensivo. Ovvia conseguenza, questa, degli scempi paesaggistici attuati sulla nostra costa nei decenni passati.

Si tratta, certamente, di compiere una scelta “politica”, nel senso più ampio del termine. Su un piatto della bilancia ci sono le esigenze, legittime, dei circa duecento abitanti. Sull’altro, quelle, altrettanto legittime, di salvaguardare quello che ormai è un patrimonio culturale e artistico unico in Liguria. Un patrimonio che è pubblico, la cui conservazione è come tale da considerare prioritaria.

A chi di dovere la scelta, con la speranza che si voglia dosare sin dove è possibile, ma non oltre, entrambe le esigenze.

 Nota: Articolo scritto per le pagine savonesi de Il Secolo XIX, da un aspirante corrispondente. Il nome dell’autore alla prossima puntata.


Era il 1972. Un aitante non ancora sindaco Enrico Rembado, per anni,animatore della gloriosa macchina teatrale, con Eros Pagni, vincitore del premio "Veretium" 1971, mentre premiano Anna Maria Guanieri, vincitrice dell'edizione 1972


Immagine dei primi anni '70 della suggestiva Piazza San Pietro, meno nota rispetto allo scenario della mitica "Piazza Sant'Agostino", sede delle rappresentazioni teatrali che hanno fatto famosa Verezzi in tutta Italia